” Cosa possiamo fare, da subito, per Piacenza? ” chiede il Comune ai suoi cittadini, e suggerisce una soluzione: attiviamoci.
Ad esempio attraverso la manutenzione del verde pubblico, o la cura di aiuole e fioriere; diffondendo l’uso delle nuove tecnologie fra persone anziane o fra chi ne ha bisogno; facendo volontariato presso il canile municipale; ancora, non potendo contribuire con un po’ di tempo, sostenendo i progetti economicamente, sponsorizzando eventi culturali e sportivi, oppure acquistando giochi per i parchi pubblici.
Attiviamoci per Piacenza ha una missione semplice e sincera: pur riconoscendo il valore etico dell’iniziativa, l’obiettivo primario di favorire la coesione sociale, la partecipazione e la convivenza civile, il Comune ammette l’esigenza di reperire risorse utili per lo svolgimento di attività e servizi a cui l’amministrazione non è più in grado di far fronte.
Così, la città decide di chiedere ” ai cittadini, agli imprenditori ed alle associazioni di mettere a disposizione, a titolo gratuito, competenze, tempo e concrete attività di volontariato, per il bene comune e l’interesse generale ” .
Si tratta di un’evidente applicazione del principio di sussiidiarietà di cui all’articolo 118, ultimo comma della Costituzione: “Stato, regioni, province, città metropolitane e comuni favoriscono le autonome iniziative dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà “.
Il riferimento esplicito alla Costituzione potrebbe garantire all’iniziativa un’ulteriore, fortissima legittimazione. Eppure, a dimostrazione di come ancora la consapevolezza del ruolo della sussidiarietà sia poco diffusa, il Comune nel presentare l’iniziativa parla di “volontariato civico”, un’espressione corretta ma ormai superata dal concetto di “cittadini attivi”, coloro appunto che grazie alla sussidiarietà si prendono cura dei beni comuni.
E’ una curiosa omissione, tanto più in quanto il modulo predisposto dal Comune fa invece riferimento all’adesione ad un “progetto di cittadinanza attiva”.
In pratica, comunque, il Comune pianifica in modo molto consapevole il percorso di quella che a tutti gli effetti è un’iniziativa di cittadinanza attiva, facendone cosìuna policy di governo del territorio.
Definisce delle priorità (verde pubblico, inclusione digitale, canile, aree giochi, cultura e sport), e attraverso un bando attua una selezione che presumibilmente possa dare garanzie di continuità ed efficacia.
Delinea poi in modo chiaro i compiti dell’amministrazione: ” provvederà ad assicurare le persone che aderiranno all’iniziativa, fornire adeguate istruzioni e formazione, consegnare eventuali strumenti di lavoro e collaborare nella pianificazione e nella sorveglianza delle attività ” .
Sembra, insomma, curare ogni aspetto del percorso di attuazione della sussidiiareità . Anche per questo non siamo più di fronte a semplici forme di volontariato tradizionale: il “favoriscono” del Comune è interamente rivolto a dare impulso alla cittadinanza attiva, creando le condizioni per amministrare in modo condiviso alcuni beni comuni.
Il bando chiude il giorno 11 marzo. L’iniziativa, per come è stata condotta, rappresenta comunque già un successo per il cammino della sussidiarietà . A questo punto, non resta che aspettare la risposta dei cittadini, che si spera saranno molti e molto attivi!