Il periodo di crisi economica che l’Italia attraversa in questi anni e la conseguente politica dei tagli che interessa diversi settori della società , sta portando alla progressiva svalorizzazione di una delle poche risorse di cui il nostro Paese può vantare, molto più di altri, l’estensione e la ricchezza: il patrimonio culturale. In particolare, sono i luoghi più vicini al cittadino ma fuori dal circuito turistico tradizionale che soffrono la mancanza di tutela da parte delle amministrazioni, in quanto poco appetibili per la macchina economica che fa dei beni artistici e culturali una fonte di guadagno.
Ma molto spesso le iniziative dei cittadini che si organizzano per ridare valore e dignità agli spazi comuni dei vari quartieri, rendono possibili esperienze virtuose di gestione dei beni culturali, a tutto vantaggio sia degli abitanti che di Roma in quanto centro storico e culturale, che dimostra cosìdi essere curata e valorizzata anche nelle zone periferiche.
La collaborazione per la manutenzione dei beni culturali comuni
Tra gli ospiti della trasmissione radiofonica “Casa della Città “, realizzata in collaborazione con la Rete Romana di Mutuo Soccorso e condotta da Claudia Daconto, ci sono stati Umberto Broccoli, sovrintendente ai beni culturali di Roma Capitale, Pasquale Grella di Ecologia Romana, Costanza Pratesi del FAI e Mirella Belvisi di Italia Nostra.
In quanto rappresentante dell’amministrazione comunale, Broccoli ha cercato di mettere in luce i miglioramenti che negli ultimi tempi si sono avuti in materia di gestione comune dei beni culturali e di governo del territorio, soprattutto in seguito alla nascita del Decreto Roma Capitale, che trasferisce dallo Stato a Roma le funzioni di indirizzo delle politiche di tutela, pianificazione e recupero del paesaggio, e di promozione e sostegno degli interventi di conservazione del patrimonio culturale.
Più che necessaria, comunque, si dimostra la buona volontà dei cittadini, affermano gli altri ospiti portavoce di diverse associazioni no profit: senza questa, infatti, la scarsità dei finanziamenti avrebbe già portato alla rovina di diversi luoghi ed edifici delle zone meno centrali di Roma. Gli esempi di Tor Fiscale e del Parco della Caffarella sono esempi notevoli di gestione comune del patrimonio paesaggistico e artistico, rese possibili proprio grazie a un forte senso civico unito all’amore per gli spazi della propria vita.
La convinzione, entrata a far parte della “grande prateria dei luoghi comuni”, che la cultura è più che secondaria all’economia, va scardinata proprio alla luce delle esperienze che i cittadini stessi, con il loro impegno, hanno messo e continuano a mettere in pratica.
La valorizzazione dei beni comuni culturali, dal parco sotto casa a un casale, da un edificio abbandonato alla strada che si percorre tutti i giorni: questo è ciò che spetta ai cittadini in quanto tali, insieme agli enti locali, per sentire come parte di sè un patrimonio che appartiene a tutti, e per impedire che quelli che Costanza Pratesi definisce “luoghi del cuore” siano sminuiti a semplici zone di passaggio.