La prima parte del capitolo si concentra sulla definizione di agricoltura civile, o civica, che si può trovare su Wikipedia: “è un’agricoltura profondamente responsabile fondata su pratiche sociali, economiche ed ambientali sostenibili”. Ponendo a confronto le caratteristiche del modello agricolo sostenibile con quelle del modello industriale, si evince che il modello sostenibile promuove l’armonizzazione dell’azienda agricola con la natura, promuove la diversità e soprattutto la cooperazione, rispetto alla competizione e alla specializzazione. Tra le diverse pratiche di agricoltura civica vi sono i GAS (gruppi di acquisto solidale), le pratiche di community supported agricolture (CSA) e i community gardens.
L’agricoltura civica è agricoltura multifunzionale
L’agricoltura civica sostiene la comunità e fornisce una risposta ai nuovi bisogni della società odierna, che vanno oltre la fornitura di beni di consumo per comprendere la riscoperta di relazioni umane, la solidarietà , l’impegno sociale.
La seconda parte del capitolo è dedicata all’approfondimento di diverse pratiche di agricoltura civica e all’introduzione alla nozione di agricoltura sociale.L’ agricoltura urbana, una delle diverse accezioni di agricoltura civica, consiste nel coltivare, trasformare e distribuire il cibo, all’interno di contesti urbanizzati o periurbani, come villaggi e paesi limitrofi. L’esercizio di questa pratica consente non solo di rafforzare la rete relazionale dei cittadini, ma, attraverso il recupero degli spazi verdi urbani, restituisce forza alla cittadinanza, permettendo la realizzazione di attività ricreative. I giardini condivisi rappresentano un esempio di agricoltura urbana, e se ne riscontra una ampia diffusione negli ultimi tempi.I mercati degli agricoltori rappresentano anch’essi un’espressione di agricoltura civica, perché grazie ad essi si crea un rapporto tra consumatore e produttore locale che non si basa sui meccanismi tradizionali di acquisto, ma sulla fiducia reciproca e sul confronto.
Agricoltura sociale
L’agricoltura sociale rappresenta un nuovo modo di fare agricoltura, come si evince leggendo una delle definizioni che ne danno gli studiosi: “L’agricoltura sociale è quell’attività che impiega le risorse dell’agricoltura per promuovere o accompagnare azioni terapeutiche, di riabilitazione, di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale” (Senni, 28). L’indagine riporta il risultato della ricerca del termine “Agricoltura sociale” sul motore di ricerca Google, che dimostra l’importanza assunta dal fenomeno. Nel 26 si ottenevano circa 5. risultati, nel 212 circa 245..
Gli studiosi hanno elaborato un profilo dell’impresa che opera in agricoltura sociale. L’impresa è, di norma, economicamente sostenibile, integra la sua attività con l’offerta di servizi sociali, può assumere la forma giuridica di un’impresa oppure di una cooperativa sociale, un’associazione di volontariato o una struttura pubblica. Può offrire servizi terapeutici, riabilitativi e di inclusione sociale rivolti a persone diversamente abili, extracomunitari, anziani e detenuti. Le modalità di coltivazione sono a basso impatto ambientale, si ricorre alla filiera corta come canale commerciale. L’imprenditore è una figura professionale legata a determinato valori, eticamente responsabile, attento alle relazioni umane, sensibile per ciò che riguarda la tutela del paesaggio (Di Iacovo, O’ Connor, 29, Durastanti et al, 211, Senni, 211).
Alcune esperienze
La parte conclusiva dell’estratto dell’indagine riporta alcune esperienze di agricoltura civica nella campagna romana, favorite dall’impegno profuso dall’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, che dedica molte ricerche alla tematica. Tra le esperienze di agricoltura urbana, vi sono;”Zappata romana“, un progetto sugli orti e i giardini condivisi a Roma; “Progetto Orti urbani campagna amica“, che sostiene lo sviluppo di orti condivisi dai cittadini che privilegiano pratiche rispettose dell’ambiente, percorsi di socialità e rapporti di conoscenza tra città e campagna. Sono inoltre citate le numerose iniziative di gruppi di cittadini auto-organizzati che praticano il “giardinaggio guerrillero”, il guerrilla gardening.Tra le esperienze di agricoltura sociale, sono riportate le seguenti: “Azienda Cooperativa Agricola La Sonnina“, e “Il Giardino di Filippo“, un’associazione che svolge attività educative e riabilitative con gli animali e si trova a Viterbo.
Infine, il libro “I buoni frutti: viaggio nell’Italia della nuova agricoltura civica, etica e responsabile”, racconta le storie di tutti coloro i quali, in Italia, hanno scelto di investire in questo nuovo settore dell’agricoltura, che porta l’attenzione ai legami dell’azienda agricola con la comunità di appartenenza.