Sicurezza ed ascolto sono valori posti alla base di un cantiere, luogo di cambiamento per eccellenza, in cui regole e obblighi scandiscono i ritmi di un percorso nuovo. La sicurezza, intesa come capacità di prevedere, è dunque un fatto collettivo: maggiori sono i punti di vista, minori sono gli errori. Ugualmente l’ascolto, che contribuisce a diffondere la responsabilità , rendendola condivisa e affidandola al cittadino, e viene inteso come elemento di un percorso partecipato che conduce alla scelta migliore.
Secondo il lavoro portato avanti dal Comune di Lecce insieme ai suoi cittadini, seguendo questa strada, i lavori pubblici diventano valori pubblici e viceversa.
In questo senso, si può definire innovativa la scelta del Comune, che ha dato inizio ad un nuovo modello di partecipazione sussidiaria, ad un livello preventivo e in uno stadio che precede la concezione classica di “cura del bene comune”. La scelta è quella di condividere e coinvolgere i cittadini in una responsabilità che parte sin dalla fase iniziale, quella che riguarda la costruzione di un bando destinato alla rivoluzione urbana di una delle piazze principali della città .
Il progetto
Il 6 marzo 212, il progetto si apre con un incontro partecipato, principio d’avvio per lo scambio tra i cittadini e la pubblica amministrazione, un incontro a cui partecipano il sindaco, gli assessori, i dirigenti e i funzionari del Comune di Lecce, insieme a cittadini di tutte le età , numerose organizzazioni ed associazioni e tutti gli altri portatori di competenze e di interessi, con cui si può costruire il racconto del presente di Piazza Mazzini,.
Il lavoro si sviluppa utilizzando Metaplan, un metodo strutturato di progettazione partecipata. Nasce cosìuna visione trasversale, attraverso l’utilizzo di codici comuni: fogli mobili colorati per esprimere le questioni a livello individuale. Successivamente tali fogli sono stati raggruppati in base a principi condivisi, in diverse sezioni contenenti in sintesi le parole chiave. Il passo successivo è quello in cui l’aministrazione genera una bussola chiamata swot, che serve per orientarsi tra gli elementi emersi dalla prima fase della generazione collettiva del bando pubblico che cambierà Piazza Mazzini.
La swot
La swot è dunque emersione, rilettura collettiva, bussola di valutazione. E’ l’aggregazione di tutti gli aspetti favorevoli e sfavorevoli, controllabili e non controllabili e delle diverse letture riguardanti un unico tema d’interesse: lo sviluppo di un bando pubblico che sia coerente con le reali esigenze della collettività .
La mappa è stata dunque divisa in quattro quadranti in cui si sono raccolti
– i punti di forza (strengths), attuali e sentiti, valorizzabili attraverso il bando;
– i punti di debolezza (weaknesses), da contrastare con lo strumento del bando;
– le opportunità (opportunities), intese come fattori positivi esterni sui quali il bando non può agire, ma certamente utili, se conosciuti ed apprezzati;
– le minacce (threats), esterne e non influenzabili direttamente dall’azione del bando, che è necessario conoscere per contrastarne gli effetti.
Il bando quindi si edifica sulla storia presente della piazza e di chi la vive, a partire da una sorta di scenario zero alla base del lavoro generale, che diventa una mappa in cui si combinano e si ricostituiscono i quattro aspetti della realtà attraverso l’interazione e la messa in gioco istantanea dell’esperienza e della conoscenza soggettiva.
Il lavoro collettivo
Il meccanismo di lavoro collettivo è fondato su semplici principi generali di funzionamento. Si chiede ai partecipanti di riempire i quadranti scrivendo gli elementi significativi su singoli fogli mobili, esplicitandone la natura: giallo per i fatti economici, arancione per gli aspetti culturali, azzurro per la natura ambientale, rosa per gli elementi d’impronta sociale. Questa modalità consente di apprezzare lo sfondo soggettivo delle cose e conduce le persone fuori dai campi consueti dei settori d’appartenenza. Le osservazioni convergono dentro i quadranti come integrazione delle visioni e delle competenze.
Si producono così, lungo un unico piano operativo, aggregati sensibili di narrazione.
La raccolta in bacheca è immediata e la fase successiva è quella riguardante la discussione collettiva, condotta attraverso la rilettura di ogni contributo, che persegue un duplice scopo: definire le macro-aree ” sensibili ” e specificare gli spunti per arricchirli di nuovi fattori a valenza collettiva.
Numeri e risultati
Attraverso 3 giorni, 5 laboratori, 33 ore di processo inclusivo, 19 funzionari ed amministratori, 93 bambini “Cacciatori di futuro”, 8 settori di governo urbano, 24 enti, istituzioni, associazioni, 3 narratori in contesto, e tanti altri liberi cittadini si è giunti alla realizzazione di una visione del presente, 8 immaginari complessi dall’infanzia, 4 possibili declinazioni al 217, 228 immagini di futuro, un albero dei problemi e uno degli obiettivi, 6 rami di risultati, 24 indicatori di valutazione, 4 obiettivi specifici e 2 generali.
(per maggiori informazioni, visitare il sito www.lavoripubblici.it)
Ricerca e sviluppo
Una costantee fondamentale guida nella conduzione dalle prime fasi del progetto fino alle ultime tavole rotonde, è stata quella fornita da Ricerca e Sviluppo (R&S), che opera nell’accompagnamento alle comunità territoriali del Mezzogiorno d’Italia per costruire opportunità di sviluppo locale, animata dalla convinzione che tale sviluppo si fondi apertamente sulla capacità di condividere tra attori pubblici e privati, portatori di interessi e semplici cittadini, l’analisi dei problemi e le soluzioni per rimuovere gli ostacoli allo sviluppo durevole e sostenibile di un territorio come di una città .
“La partecipazione delle persone al disegno del proprio futuro condiviso, orientato, progettato – spiega il presidente Francesco Milella – è la chiave di volta delle possibilità di successo ai processi di sviluppo perché la posta in gioco è il destino, il futuro di intere comunità , dei soggetti che ne fanno parte (vi partecipano…), con tutto il proprio vissuto di speranze e di problemi, di risorse e di libertà , espresse e represse, riconducendo in modo utile, realistico e sostenibile, questo patrimonio di risorse identitarie e di parzialità , anche piene di conflitto e antagonismi, verso le migliori soluzioni attendibili.”
Un’esempio innovativo di rivalutazione dello spirito dei valori pubblici all’interno di scelte collettive riguardanti i lavori pubblici, composte dal contributo e dalla collaborazione di cittadini ed istituzioni, entrambi attori e protagonisti del proprio futuro e di quello della loro città .