L ' anno europeo dei cittadini 2013: sfide e prospettive per il futuro della cittadinanza

I dati del rapporto

La cittadinanza europea è stata voluta per rafforzare il processo di integrazione, stimolando la formazione di un’identità  comune europea e il senso di appartenenza. Rispetto alla rilevazione precedente (marzo 21) la familiarità  con il termine “cittadino dell’Unione europea risulta in crescita (93 percento), cosìcome è in crescita la percentuale di coloro che si ritengono ben informati riguardo ai propri di ritti di cittadini europei (36 percento) anche se rimane elevata (63 percento) la percentuale di cittadini europei che, al contrario, non si ritiene ben informato.

Per quanto riguarda i principali diritti riconosciuti ai cittadini europei, sembra che il loro livello di conoscenza sia abbastanza buono, anche se l’attenzione resta focalizzata sulla libertà  di circolazione all’interno dell’Unione europea, ritenuta dal 67 percento degli intervistati positiva per l’economia del proprio paese; la percentuale sale al 73 percento per il campione italiano. Gli effetti della crisi economica non sembrerebbero mettere in discussione i benefici di alcune conquiste del processo di integrazione europea.

E’ molto elevata la consapevolezza circa il fatto che la cittadinanza europea si acquisisce automaticamente per il solo fatto di essere cittadino di uno stato membro, senza dover avanzare alcuna richiesta.

Prospettive per il futuro: le seconde generazioni e la cittadinanza europea

A partire da questi dati, l’Anno Europeo dei cittadini si annuncia come un momento per riflettere e avanzare proposte su come potenziare i benefici che possono venire ai cittadini dall’istituto della cittadinanza europea. Ed è a questo proposito che sorgono i primi problemi; la disparità  nel modo in cui si ottiene la cittadinanza al livello degli stati membri si ripercuote sulla possibilità  o meno di beneficiare della cittadinanza europea. E’ questo il caso, del quale ci siamo più volte occupati, delle seconde generazioni in Italia. L’acquisizione della cittadinanza secondo il principio dello ius sanguinis, impedisce ai figli di immigrati nati in Italia o arrivati qui in età  prescolare, di beneficiare della cittadinanza europea, oltre che di quella italiana. Potrebbe essere questa la prima proposta per l’Anno europeo dei cittadini 213!