I cittadini diventano legislatori

Estonia: c'è vita (politica) dopo le tangenti

Tre argomenti all’ordine del giorno nel dibattito pubblico estone, scosso da alcuni mesi da una vera e propria tempesta politica, a causa degli scandali che hanno avuto come protagonisti i partiti politici, basti per tutti il caso Silvergate, scoppiato lo scorso maggio.

Entro la fine dello scorso mese di gennaio, le proposte di modifica presentate dai cittadini sul sito sono state sottoposte al vaglio degli esperti. A marzo, in un incontro tra rappresentanti della società  civile ed esperti, verranno presentati i risultati dell’iniziativa e le proposte di riforma saranno poste all’ordine del giorno del Governo. Questa iniziativa permette ai cittadini di intervenire direttamente nel procedimento legislativo, al fianco dei politici, su un argomento che sta a cuore a tutto l’elettorato, la cui mancanza è spesso causa di gravi crisi politico-istituzionali: la lotta alla corruzione.

 

La politica come bene comune

La proposta di “legislazione partecipata” rappresenta un’iniziativa che, nel segno della democrazia sussidiaria, cerca di rispondere a un’esigenza di trasparenza e partecipazione presente nella società  in un momento di crisi della legittimazione politica. Una possibilità  per rinforzare le basi di una democrazia giovane, quella estone, che sceglie di aprirsi all’innovazione sociale, con l’ausilio della tecnologia. La politica ha dimostrato di saper recepire gli impulsi provenienti dalla società  per tutelare l’interesse generale.

 

La politica, i cittadini e il web, un gioco a somma positiva, con quali rischi?

L’iniziativa “Assemblea dei cittadini” ha come cardine l’utilizzo del web. In questo periodo la questione dell’amministrazione digitale è uno dei punti principali di molte agende politiche europee, in virtù delle possibilità  di innovazione che comporta l’avvicinamento dei cittadini alla vita politica e amministrativa mediante il web. Il sito elaborato in Estonia è un esperimento da monitorare, un primo banco di prova di legislazione partecipata che può essere un esempio per tutte quelle quelle democrazie che stanno attraversando una crisi di legittimazione partitica e intendono uscirne più solide, con una cittadinanza più coesa, direttamente partecipe delle scelte pubbliche, quindi maggiormente incentivata alla tutela della cosa pubblica.

I limiti della proposta sono numerosi, come i suoi critici: molti si dicono preoccupati di una possibile deriva dell’iniziativa, soprattutto a causa dell’impossibilità  di condensare in un’unica proposta le migliaia di idee che arriveranno sul sito. Inoltre, c’è la possibilità  che questo sito venga fatto oggetto di propaganda, che diventi una valvola di sfogo per la rabbia dei cittadini più delusi dalla politica, senza che vengano avanzate proposte valide.

Per indagare sulle modalità  di sviluppo di un esperimento di democrazia diretta si può andare in Islanda: qui, i cittadini sono stati coinvolti in un progetto riformatore radicalmente innovativo: la modifica della Costituzione, con la partecipazione dei cittadini mediante Internet. Il caso islandese si presta a un’analogia con quello estone. Anche l’Islanda stava uscendo da una grave crisi, di natura finanziaria, anche in Island ai partiti hanno scelto di fare una riforma costituzionale con la partecipazione dei cittadini. Anche in Islanda l’Assemblea costituente si trovava su Internet. E anche su facebook. La proposta cosìelaborata è stata successivamente sottoposta a Referendum, ed è stata approvata con il 7 per cento dei sì. Dovrà  comunque essere approvata dal Parlamento, come previsto dalla Costituzione.