Le bottiglie di plastica si trasformano in buoni acquisto e risparmio per il Comune.

Raccolte nove tonnellate di Pet e distribuiti 60mila euro ai cittadini

Prendi una bottiglia di plastica da gettare nel cassonetto, una busta della spesa da riempire, un bilancio comunale alle prese con i tagli e la cassa di un esercizio commerciale che soffre per il crollo verticale dei consumi. Queste quattro storie si intrecciano a Resana, in provincia di Treviso, dove gettando una bottiglia di plastica in un compattatore è possibile ottenere dei buoni e recarsi a fare la spesa dai commercianti che hanno sostenuto e finanziato l’operazione di riciclo. Il sistema, ideato dal grafico Omar Pivi, si chiama “Fare raccolta” ed ora si allarga a macchia d’olio negli altri Comuni del Veneto. Alla base di tutto c’è il cassonetto intelligente “Greeny”, creato dall’azienda veneta Eurven , che attraverso un’apposita tecnologia compatta immediatamente le bottiglie, preparandole al vero e proprio riciclo.

 

Il ciclo virtuoso del risparmio

Ciò permette al Comune di risparmiare tempo e denaro, visto che i costi affrontati dall’azienda per lo smaltimento dei rifiuti si riducono sensibilmente con il “taglio” della prima fase del riciclo, che viene svolta dal cassonetto. Il punto di forza del sistema sta però nel fatto che esistono degli incentivi per i cittadini virtuosi e i privati disposti a foraggiare l’iniziativa con l’acquisto dei cassonetti-compattatori. Al momento del deposito delle bottiglie i cittadini ritirano un buono acquisto stampato direttamente dal cassonetto, che ammonta a circa 15 centesimi per ogni bottiglia di plastica depositata. Buoni spendibili proprio negli esercizi commerciali che hanno contribuito all’acquisto di “Greeny”: si produce cosìnello stesso tempo un ritorno economico per gli esercenti (che attirano nuovi clienti) e un contributo decisivo alla sostenibilità  ambientale a costo zero per il Comune.

Un “boom” di adesioni

L’iniziativa ha riscosso un grande successo, tanto da convincere non solo i supermercati ma anche meccanici, panettieri, dentisti e altri liberi professionisti a finanziare l’acquisto dei cassonetti. I cittadini hanno risposto in massa contribuendo alla raccolta di circa 9 tonnellate di Pet e ricevendo in cambio attorno ai 6mila euro in buoni da spendere. Proprio la grande riuscita del progetto ha convinto diversi Comuni veneti a sperimentare il sistema per ridurre i costi di smaltimento dei rifiuti, con una ricaduta positiva per le tasche dei cittadini, gli esercizi commerciali e l’educazione alla sostenibilità  ambientale.