Attraverso un ' applicazione open data il Comune di Bologna ha aperto una consultazione on line per la destinazione d ' uso delle proprietà  comunali non utilizzate

Chi fosse interessato a presentare i propri progetti può inviare una mail all ' indirizzo spazi@comune .bologna.it

La mappa degli edifici in disuso su Opendata

 

Il Comune di Bologna ha pubblicato una mappa dettagliata degli immobili inutilizzati di proprietà  comunale, sul sito Opendata. Ogni cittadino può cosìdecidere di consultare la mappa on line, scandagliare quartiere per quartiere, localizzare il bene immobile non utilizzato e proporre la propria idea di utilizzo. Il progetto rientra in una più ampia politica dell’amministrazione comunale bolognese di valorizzare il patrimonio immobiliare comunale attualmente inutilizzato.

La classificazione dei beni immobili

 

Gli edifici che il Comune di Bologna ha mappato sul web vengono classificati in tre categorie: gli immobili inutilizzati da valorizzare, sui quali il Comune ha già  un progetto in attesa di finanziamento e realizzazione, i locali commerciali come negozi e magazzini che aspettano di essere affittati e acquistati per avviare attività  di impresa e poi i beni immobili inutilizzati per cui non è stata prevista nessuna nuova destinazione d’uso e proprio in questa ottica rientra il coinvolgimento dei cittadini. Il Comune chiede di proporre progetti e idee o magari la richiesta di gestione l’edificio che verrà  assegnato ai richiedenti che porteranno avanti autonomamente il proprio intervento di riqualificazione.  Chi fosse interessato a presentare i propri progetti può inviare una mail all’indirizzo spazi@comune.bologna.it.

Riqualificare gli edifici abbandonati si può

 

Il recupero e la riqualificazione degli edifici abbandonati è per molte città  italiane l’ultima frontiera dell’urbanistica. Decoro urbano e  questioni di ordine pubblico sono le principali ragioni che spingono diverse amministrazioni comunali ad attivare progetti di rigenerazione urbana con la partecipazione attiva di cittadini e associazioni. Basti semplicemente ricordare il caso di Milano dove sono stati individuati dei beni inutilizzati ora sede di attività  di co-working e associative o ancora il caso di Lecce dove sfruttando un’apposita legge regionale si è attivato un vero e proprio circolo partecipativo per dare nuova vita al quartiere di Leuca. Spesso non serve nuovo cemento nelle città  per creare spazi sociali e attività  produttive, basterebbe recuperare le cubature esistenti con uno sguardo alla vivibilità  urbana, al rilancio economico e perché no all’ambiente.

 

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