Quando prende vita la "ragionevole follia dei beni comuni"

Il teatro come luogo di incontro e di dialogo tra cittadini e istituzioni per il bene comune cultura

Il teatro come luogo di incontro e di dialogo tra cittadini e istituzioni per la cura del bene comune cultura. E’ stato questo il motore dell’occupazione del Teatro Valle di Roma cominciata due anni fa e che ha visto l’adesione di illustri studiosi come Stefano Rodotà  e Ugo Mattei.

“Il Teatro Valle Bene Comune è informale, sostenibile e partecipato, un teatro espressione di una cittadinanza attiva che risponde alla crisi con la cooperazione, auto-organizzandosi, prendendosi cura dei propri desideri e dei luoghi che li incarnano”, affermano i sostenitori.

Il contributo di Labsus

Anche Labsus ha dato il suo contributo partecipando al ciclo di incontri sulla Costituente dei beni comuni con il suo presidente Gregorio Arena e il direttore Christian Iaione. Un’assemblea itinerante che ha visto giuristi, esperti e studiosi impegnati nel tradurre nel linguaggio giuridico le diverse pratiche sociali messe in atto in tutto lo stivale per la difesa e la valorizzazione dei beni comuni. Un impegno per dare concretezza alla “ragionevole follia dei beni comuni”. E con la fondazione Valle questa concretezza prende corpo.

L’istituzione del comune

Si va affermando infatti una nuova esperienza del tutto inedita nel nostro paese, non si parla solo dell’istituzione di un teatro partecipato ma anche, e soprattutto, della nascita di una fondazione che fa propria la mission della tutela dei beni comuni.

La prima istituzione del comune, come la definiscono i suoi sostenitori, si propone di alimentare il dibattito attorno ai beni comuni e, in particolare, di promuovere tavoli di confronto con le istituzioni sui temi della cultura e dell’occupazione aperti alla partecipazione attiva dei cittadini. E proprio per “l’impegno profuso nel realizzare uno spazio culturale fertile e nel rivendicarne la natura di bene comune” il Teatro Valle ha ottenuto anche il riconoscimento ECF Princess Margriet Award.

Recependo nel proprio statuto i contributi, le idee, le riflessioni di esperti e giuristi che nel corso di questi due anni si sono succeduti sul “palco” del Valle, la fondazione si propone di attivare un nuovo modello organizzativo che sia trasparente e partecipato al fine di contribuire alla ridefinizione delle politiche della cultura. Questo impegno si traduce anche nella volontà  dei sostenitori del Teatro Valle di lottare contro la precarizzazione dei lavoratori “attivando forme di mutualismo sociale per gli intermittenti dello spettacolo, ridefinendo la forbice dei compensi, ridistribuendo equamente le risorse e sperimentando modelli economici alternativi”.

Si è data forma giuridica ad una protesta, forse unica nel suo genere, che spinge a riflettere su un nuovo tipo di beni, né pubblici né privati, ma comuni di cui tutti siamo responsabili e “custodi”.

Ora spetta al prefetto di Roma esprimersi sullo statuto della fondazione al fine di riconoscere personalità  giuridica al Teatro Valle bene comune.

gallo@labsus.net

Twitter: @AngelaGallo1

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