Storicamente Roma è la capitale del cinema e dei cinema, sia in riferimento all’orizzonte artistico e culturale sia rispetto alla componente produttiva e distributiva. Roma ed il Lazio infatti sono la città e la regione col più alto numero di cinema, presenze ed incassi in Italia; i luoghi della capitale deputati al consumo dei film hanno rappresentato da sempre delle avanguardie a livello tecnologico in questo settore.
I dati degli ultimi venti anni delineano però un quadro particolarmente sconfortante, nonostante la proliferazione degli schermi (dovuta anche all’apertura dei grandi multiplex nei centri commerciali) il mercato del Lazio è rimasto immobile in termini di presenze e di incassi. Ad oggi inoltre si registra la chiusura e lo stato di abbandono di circa 40 cinema a Roma e di altri 20 nel resto della regione.
Il dibattito in programma la prossima settimana, oltre a costituire un tassello indispensabile per il recupero di spazi preposti alla promozione ed alla diffusione della cultura, riteniamo debba affrontare una questione fino a questo momento trascurata: la gestione ed il recupero partecipato delle sale cinematografiche.
Quando abbiamo dato notizia di questi nuovi ” fantasmi urbani ” , da studiare anche sotto il profilo architettonico, abbiamo cercato di porre l’attenzione sulle modalità con le quali i cittadini stanno trovando e progettando soluzioni condivise per la riqualificazione di questi immobili. La chiusura ed il degrado di molte sale rappresenta in modo inequivocabile un impoverimento dell’intera comunità , la scomparsa di un polo culturale, di un punto di riferimento per la collettività . Se in alcuni casi, comitati, associazioni e cittadini non vanno oltre la legittima opposizione a possibili nuove speculazioni edilizie (cambi di destinazione d’uso) e la denuncia della mancanza di spazi di aggregazione, stanno aumentando le esperienze di auto recupero attraverso modelli sostenibili.
Agli esempi del cinema America, del cinema Palazzo e del cinema teatro Volturno possiamo aggiungere l’iniziativa dei residenti del quartiere di Torpignattara che da mesi stanno promuovendo un confronto sul destino del cinema Impero (che ha un ” gemello ” in Eritrea perfettamente funzionante).
Seguiremo con interesse questo dibattito poiché riteniamo che quello delle sale cinematografiche, e più in generale degli spazi culturali pubblici, debba essere uno dei terreni in cui la nuova amministrazione capitolina possa mettere in pratica una reale amministrazione condivisa.
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