Partanna, in provincia di Trapani, ospita un incontro sul tema de “La governance dei beni comuni” per fare il punto sulle buone prassi realizzate a livello nazionale verso un modello di amministrazione condivisa. La giornata vede il mondo del volontariato e delle istituzioni confrontarsi su un nuovo paradigma per la tutela e gestione dei beni comuni in cui i cittadini siano protagonisti. Un cambio di rotta che intende superare gli schemi tradizionali basati su “polarità esclusive”: pubblico e privato.
Il programma dei lavori
Ad aprire i lavori della giornata saranno il sindaco di Partanna Nicola Catania, il dirigente scolastico dell’Istituto di istruzione secondaria superiore “F.sco D’Aguirre” Francesca Accardo, il presidente del Comitato di gestione del Fondo speciale per il volontariato in Sicilia Vito Puccio e il portavoce del Forum del Terzo settore Sicilia Pippo Di Natale.
Il seminario si articolerà in due momenti di riflessione: nel corso della prima parte dei lavori verrà presentato il progetto “La società dei beni comuni” che punta, a partire dalla condivisione di altre esperienze territoriali come quella sperimentata a Bologna, alla promozione di un modello di amministrazione condivisa in cui i cittadini siano considerati come una importane risorsa su cui le amministrazioni possono contare nella tutela e valorizzazione dei beni comuni. Nella seconda parte dei lavori spazio invece alla questione della definizione del concetto di beni comuni da distinguere da quello di bene comune. Ne parleranno il presidente del Centro di Servizi per il Volontariato Ferdinando Siringo che introdurrà il tema della “Definizione di bene e beni comuni: esperienze regionali e locali” e il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta che illustrerà , nello specifico, la “Normativa in materia di beni pubblici per possibili soluzioni nella fruizione dei beni comuni”.
La società dei beni comuni
Il progetto “La società dei beni comuni”, che verrà illustrato nel corso del dibattito, è stato avviato con una prima mappatura dei beni comuni materiali presenti nei Comuni di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Salaparuta e Partanna. Dall’indagine emerge che sono presenti circa duecento beni non utilizzati ed utilizzabili che potrebbero essere gestiti direttamente dai cittadini. “L’obiettivo è quello di creare un movimento culturale che permetta la fruizione di questi beni e la corresponsabilità con i cittadini per la loro gestione”, rimarcano gli organizzatori. Per far ciò è necessario però che l’amministrazione ripensi le sue strutture interne, riveda i propri regolamenti per riconoscere la possibilità ai cittadini di attivarsi per la cura e la gestione dei beni comuni. Questo significa dare impulso ad un processo di rinnovamento dell’apparato amministrativo che deve riconoscere l’apporto che il cittadino, in virtù del principio di sussidiarietà orizzontale, può offrire nell’interesse generale.
Per maggiori informazioni scarica il programma in allegato
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