Il prodotto di due anni di lavoro

Regole nuove in Comune, per un'amministrazione condivisa. Si parte dai quartieri di Bologna per applicare la Costituzione

Per uscire dalla crisi abbiamo bisogno, fra le altre cose, anche di amministratori comunali capaci di amministrare non soltanto ” per conto dei ” cittadini, ma anche ” insieme con ” loro, riconoscendo i cittadini come portatori di competenze e capacità  preziose per migliorare la qualità  della vita dell’intera comunità .

 Il progetto Le città  come beni comuni www.cittabenicomuni.it ha inteso fare dell’amministrazione condivisa il tratto distintivo del Comune di Bologna, mostrando con i fatti che l’alleanza tra cittadini e istituzioni è non solo auspicabile, ma anche possibile.

Il progetto, iniziato nel giugno 2012, è stato promosso e sostenuto dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e realizzato dal Comune di Bologna con il supporto scientifico di Labsus-Laboratorio per la sussidiarietà  e la collaborazione del Centro Antartide. I risultati del progetto saranno presentati il 22 febbraio prossimo con la partecipazione tra gli altri del ministro Delrio.

link al programma

 Questa iniziativa ha ricevuto

 MEDAGLIA DI RAPPRESENTANZA
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Oggi molti amministratori locali, fra cui il Sindaco e l’amministrazione comunale di Bologna,   hanno capito che i cittadini possono essere alleati preziosi per la soluzione dei problemi della comunità . Le centinaia di casi raccolti nella sezione di Labsus www.labsus.org  intitolata L’Italia dei beni comuni dimostrano che l’amministrazione condivisa può essere un modello complementare (non sostitutivo!) rispetto al modello di amministrazione tradizionale. Ma affinché ciò accada è necessaria la collaborazione fra cittadini e amministrazioni. E infatti l’amministrazione condivisa si chiama cosìproprio perché nasce dalla collaborazione paritaria di queste due categorie di soggetti.

Partire dalle cose, non dalle regole

“Due anni di lavoro sul campo, poi la stesura del regolamento. Partire dai problemi dei quartieri, per arrivare alla Costituzione”. Questo è stato il metodo di lavoro seguito dal progetto di Bologna Le città  come beni comuni. Nella fase di avvio nei tre quartieri di Navile, San Donato e Santo Stefano si sono assunte per mesi tutte le informazioni necessarie e poi, una volta entrati nella fase operativa, ci sono stati periodici   incontri per ragionare su quanto realizzato fino a quel momento in modo tale da trarne indicazioni su come andare avanti, correggendo gli errori.

Un regolamento che migliora nel tempo

Infine, sulla base delle indicazioni emerse dai tre quartieri-laboratorio, un gruppo di lavoro interno all’amministrazione, sotto la direzione scientifica di Labsus, ha redatto il regolamento comunale che disciplinerà  la collaborazione fra cittadini e amministrazione. Sottoposto all’esame dei dirigenti del Comune e di giuristi di varie università  e infine portato in Giunta per l’approvazione finale, il 22 febbraio il regolamento sarà  messo a disposizione degli amministratori locali di tutta Italia attraverso il sito di Labsus e altri siti.

Ogni Comune potrà  scaricarlo, adattandolo alle proprie esigenze. Le diverse versioni che man mano saranno elaborate nei vari Comuni saranno a loro volta pubblicate nel sito di Labsus, creando cosìnel tempo un patrimonio di normative locali a disposizione di tutte le amministrazioni.

Ufficio stampa:

Comune di Bologna
Cristiano Zecchi – 335.1362368 – cristiano.zecchi@comune.bologna.it

Labsus Laboratorio per la Sussidiarietà 
Fabrizio Rostelli – 339.6059376 – rostelli@labsus.net

Centro Antartide
Sara Branchini – 339.8412305 – sara.branchini@centroantartide.it

Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
Paola Frontera – 320.4395813 – ufficiostampa@fondazionedelmonte.it

Qui il video della giornata di presentazione