L’interesse verso il capitale sociale trova giustificazione nel fatto che negli ultimi trent’anni la letteratura scientifica ha considerato il capitale sociale sempre più una condizione essenziale dello sviluppo economico e sociale, al pari del capitale naturale, del capitale fisico e del capitale umano. Si è maturata cosìla consapevolezza che la qualità delle relazioni sociali riveste un ruolo non marginale, talvolta fondamentale nello sviluppo umano ed economico di una società .
Nello specifico il Piano è finalizzato a mettere in campo progetti innovativi, capaci di contribuire alla costruzione di un welfare che da costo diventa investimento. Per fare questo è necessario promuovere progetti di sviluppo sociale, ossia progetti capaci di produrre un risultato maggiore delle risorse investite ed in cui le risorse utilizzate vengono trasformate in risorse di pubblica utilità . In altre parole, ogni progetto di sviluppo sociale dovrà dimostrare un doppio rendimento: il primo che guarda agli effetti della prestazione erogata sul singolo utente e il secondo che guarda alla capacità del progetto di creare risultati per la comunità e quindi capitale sociale.
Rigenerare, rendere e responsabilizzare
Un progetto di sviluppo sociale deve quindi rigenerare, rendere e responsabilizzare. Con questo si intende che un progetto rigenera quando mette a disposizione della collettività le competenze acquisite, rende quando quello che viene messo a disposizione ha un valore economico e responsabilizza quando i cittadini concorrono a realizzare attività a servizio della comunità . Secondo questa logica gli stessi utenti dei servizi sociali che richiedono un aiuto economico, ad esempio, potranno essere invitatati a sottoscrivere un impegno per mettere a disposizione della città le loro capacità e competenze.
Il Piano, inoltre, sollecita l’adozione di linee metodologiche ispirate al coordinamento con le altre politiche comunali che concorrono al benessere della persona, con particolare riferimento alle politiche del lavoro, della promozione sociale, dell’istruzione, della salute, dell’ambiente, della mobilità , ecc. Da questo punto di vista il Piano è in linea con il processo di revisione degli indicatori del benessere avviato dall’Istat e dal Cnel con il rapporto ” Benessere equo e sostenibile ” (Bes).
Le prime esperienze
Non mancano alcune esperienze già realizzate, che risultano coerenti con i contenuti del Piano, come il progetto ” Emergenza freddo ” ricollocato presso l’ex casa cantoniera ” Km 354 ” di Via Abetone. In questo caso la Fondazione Comunità Solidale è riuscita a sensibilizzare gli enti locali, le istituzioni, le imprese, la società civile ed in particolare il mondo cattolico, gli stessi senza fissa dimora, i quali hanno messo a disposizione tempo, professionalità e materiali per la sistemazione di questo edificio dove nel periodo invernale hanno trovato accoglienza molte persone senza dimora. Al nutrito gruppo di lavoratori dobbiamo poi aggiungere un altrettanto nutrito gruppo di volontari che hanno dedicato il loro tempo libero per gestire la struttura. Cosìpossiamo affermare che il progetto ha rigenerato poiché le professionalità dei volontari sono state messe a disposizione delle collettività , ha offerto un rendimento in quanto il Comune di Rovereto ha risparmiato una cifra importante nella ristrutturazione dell’edificio (alcune centinaia di migliaia di euro), ha responsabilizzato in ragione della significativo coinvolgimento della comunità . Vi sono poi altri progetti sociali, recentemente attivati, capaci di rispondere in misura più o meno forte alle finalità del Piano, a titolo esemplificativo ricordiamo: il Distretto dell’economia solidale ” Le Formichine ” , il Centro aiuto anziani, la Riciclofficina, la spesa a domicilio, il Quartiere solidale del Rione Rovereto Nord, l’Estate a Rovereto sud compiti e laboratori, ecc.
Verso un nuovo modello di welfare
Il Piano introduce un importante cambiamento di prospettiva poiché l’intento è quello di stravolgere la tradizionale politica della redistribuzione delle risorse, oramai non più sostenibile sotto il profilo economico, per introdurre una nuova politica che oltre a ridistribuire si pone l’obiettivo di moltiplicare le risorse attuando interventi che comportano non solo risparmio di spesa ma l’incremento del suo rendimento, grazie a forme di coproduzione che da professionale diventa sociale.
Ringraziamo l’Assessore ai servizi alla persona e alle politiche familiari del Comune di Rovereto, Fabrizio Gerola per averci segnalato quest’iniziativa e fornito i relativi materiali informativi.