A partire dal 2001, la nuova formulazione costituzionale dell’art.118 (comma 4) ha identificato nel principio di sussidiarietà orizzontale il riconoscimento formale alla legittimità del ruolo attivo dei cittadini, singoli o associati, nella promozione di iniziative di interesse generale. Il principio, rivoluzionario per il nostro paese, ha dato ipso facto avvio ad interpretazioni contrapposte, condite spesso da equivoci e retoriche. Di qui il dibattito rispetto a chi sia il soggetto che può promuovere iniziative di interesse generale, a quale sia la natura dell’iniziativa promossa (profit o non profit?) ed infine a quale sia il ruolo che residua in capo al soggetto istituzionale, ormai privato della principale occupazione di produttore dell’interesse pubblico.
La dottrina urbanistica si è finora scarsamente occupata delle possibili implicazioni che l’accoglimento del principio di sussidiarietà può determinare per la teoria, oltre che la pratica, della disciplina. E’ facile intuire come i punti di dibattito possano acquisire una ulteriore valenza qualora le iniziative di interesse generale siano opere pubbliche e se ad essere messo in discussione sia il ruolo istituzionale di planner.
L’analisi delle attuali pratiche urbane, in particolare delle innumerevoli situazioni in cui i cittadini si sono fatti promotori di idee e progetti di riqualificazione, valorizzazione e gestione di beni e spazi pubblici, dimostra tutta l’attualità del tema e l’urgenza di dar vita ad un dibattito responsabile.
Il presente lavoro di ricerca si propone come un primo passo in questa direzione. Il principale obiettivo di ricerca è l’esame di quali prospettive possa determinare l’accoglimento del concetto di sussidiarietà orizzontale per la pratica, oltre che per la teoria, della pianificazione territoriale.
Teoria della sussidiarietà orizzontale
Il concetto di sussidiarietà affonda le sue radici nelle principali matrici del pensiero occidentale. Espressione del delicato rapporto che sussiste tra lo Stato e la società alla base di ogni modello di organizzazione sociale e politica, tale principio acquista oggi una notevole portata teorica.
Per questa ragione, la prima parte del lavoro si sofferma sulla ricostruzione del quadro teorico.
In primis, sulla scorta degli studi della filosofa francese Millon Delsol, vengono illustrate le teorie della dottrina ecclesiastica, del pensiero liberale e della tradizione del socialismo utopistico, che hanno introdotto e argomentato la nozione di sussidiarietà orizzontale, ciascuno con le proprie peculiari chiavi interpretative.
Di seguito, vengono analizzati i termini del dibattito italiano in corso tra quanti esaltano le potenzialità del concetto di sussidiarietà orizzontale, in virtù di una riconfigurazione istituzionale basata sul ritiro del soggetto pubblico, e quanti ne ravvisano il valore aggiunto in un’ottica di rinnovamento istituzionale.
A completare il quadro, il lavoro propone una rassegna delle principali declinazioni normative del principio di sussidiarietà orizzontale, procedendo in ordine dalle norme di carattere costituzionale agli effetti che le stesse hanno determinato sulle disposizioni di scala regionale. Di particolare interesse è il riferimento alle direttive regionali in materia di governo del territorio.
Il quadro teorico fa emergere alcuni elementi chiave attorno ai quali si costruisce il concetto di sussidiarietà orizzontale: soggetti, iniziative e meccanismi di interazione. Tali elementi vengono assunti come criteri di lettura per l’analisi empirica del fenomeno di progettualità urbanistica promossa dalle Organizzazioni di Cittadinanza Territoriale (OCT).
Progettualità urbanistica delle Organizzazioni di Cittadinanza Territoriale (OCT)
In tempi recenti, si assiste, sempre più di frequente, alla diffusione di un fenomeno che vede protagoniste forme di aggregazioni di cittadini nella promozione di azioni di cura nei confronti di beni e spazi urbani. Vengono qui definite Organizzazioni di Cittadinanza Territoriale (OCT) quelle aggregazioni spontanee di cittadini che manifestano la partecipazione alla vita della comunità attraverso l’interesse per il territorio.
Tale partecipazione prende spunto dai bisogni e dalle domande reali, fattori che inducono le OCT a proporre iniziative capaci di incidere sulle scelte pubbliche in materia di pianificazione territoriale. Allorquando la volontà diviene dunque iniziativa, la progettualità si palesa in azioni di cura e manutenzione di opere pubbliche, in azioni di gestione di spazi urbani ed ancora nella progettazione di aree verdi. L’interesse collettivo è al centro di ogni iniziativa. Ciò presuppone un’interazione costante con il soggetto pubblico a beneficio dell’efficacia dell’iniziativa promossa. L’autonomia dell’iniziativa viene garantita senza che questo determini una delegittimazione del soggetto pubblico nei confronti della cura del bene territoriale. La seconda parte del lavoro è dedicata all’indagine delle caratteristiche del fenomeno, a partire dal riscontro empirico di una serie di esperienze nazionali.
Proposta di interpretazione
In conclusione, alla luce dell’indagine critica condotta parallelamente sul piano teorico ed empirico, la ricerca avanza una proposta di interpretazione della sussidiarietà orizzontale valida per la pianificazione territoriale che assuma una prospettiva pluralista, basata cioè sulla ridefinizione delle competenze del soggetto istituzionale e non istituzionale, in termini di un ridimensionamento del ruolo del planner istituzionale, non a scapito della pianificazione. Tale interpretazione consente di riconoscere il valore delle iniziative di interesse generale promosse dalle Organizzazioni di Cittadinanza Territoriale (OCT) e suggerisce una chiave di lettura per analoghi fenomeni a base territoriale, in crescente diffusione nel contesto nazionale, che vedano le formazioni organizzate della società protagoniste di iniziative di interesse generale.
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