Il quartiere San Basilio di Roma è stato realizzato tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta con abitazioni di tipo intensivo grazie agli aiuti del piano Marshall. Come molti quartieri di periferia è caratterizzato da edifici dalle facciate spente e gelide che ben esemplificano le problematiche del quartiere legate al degrado e all’emarginazione sociale. Ma grazie al progetto SanBa non sarà più così. Il progetto mira infatti al riscatto del quartiere ridisegnando la sua estetica attraverso un percorso suddiviso in due fasi a cura del team creativo Walls guidato da Simone Pallotta (che si occupa da sempre di arte pubblica contemporanea) e della casa cinematografica Kinesis che realizzerà un documentario dell’intera iniziativa a termine di un laboratorio di scrittura creativa.
La prima fase: coinvolgere gli studenti del quartiere
Nella prima fase del progetto, partita nel mese di aprile, sono stati coinvolti gli studenti della scuola elementare “Gandhi”, della media “Fellini” e della scuola superiore “Von Neumann” in una serie di laboratori trasversali di arte contemporanea in collaborazione con artisti e designer esperti del settore. I ragazzi delle elementari si sono cimentati nella tecnica del muralismo espanso innestando sui muri di via Fabriano numerose formine di ceramica su cui hanno scolpito frasi ideate da loro stessi, quali: ” Parlando si trovano le soluzioni ai problemi più difficili ” oppure ” Tutti sbagliamo ma possiamo migliorare ” . I ragazzi delle medie hanno realizzato invece i manifesti del progetto e li hanno affissi in tutti i negozi del quartiere al termine di un laboratorio di stampa tipografica a cura dell’artista Irene Rinaldi. Mentre i ragazzi del liceo hanno potuto scegliere se frequentare un laboratorio di design urbano, tenuto dal team di architetti Orizzonte, al termine del quale hanno realizzato una fermata immaginaria della metropolitana oppure un laboratorio di scrittura creativa tenuto da Kinesis che si concretizzerà nella stesura di una sceneggiatura per la produzione di un documentario che racconterà l’intero evento.
Seconda fase: artisti di fama internazionale ridipingono le facciate
La seconda fase del progetto si realizzerà nel mese di maggio grazie al lavoro di due artisti di fama internazionale che ridipingeranno le facciate di alcuni edifici messi a disposizione dall’Ater (azienda territoriale per l’edilizia del Comune di Roma). La novità del progetto sta nel fatto che i cittadini del quartiere saranno coinvolti in prima persona nella scelta dei soggetti da realizzare attraverso riunioni di condominio e incontri volti all’avvicinamento e alla sensibilizzazione per l’arte contemporanea. O meglio per l’arte pubblica: quella forma di espressione artistica che coinvolge gli abitanti stessi tenendo conto dei loro desideri e delle loro esigenze.
Il fulcro dell’iniziativa sarà il centro culturale “Aldo Fabrizi” che ospiterà i vari laboratori e incontri. L’artista Liquen ha già realizzato la sua opera: un rastrello gigante che ara la città ed estirpa i resti di un passato industriale dando la possibilità sia alla terra che ai suoi abitanti di rinascere. Una rinascita non solo naturale ma soprattutto sociale ed intellettuale. Agostino Iacurci è invece uno degli esponenti più importanti dell’arte pubblica italiana e le sue opere raccontano le contraddizioni dell’esistenza umana con colori molto vivaci.
L’auspicio degli organizzatori è quello di ridare nuova luce al quartiere attirando i flussi turistici dal centro verso la periferia della città . Dare più visibilità ad un’arte pubblica che non è più rinchiusa negli spazi museali ma usufruibile da tutti e in grado di divenire strumento per la promozione culturale e la coesione tra i cittadini. L’iniziativa si concluderà il 30 maggio con una festa nel quartiere e per il quartiere.
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