Bologna, Siena, Ivrea, crescono i comuni che si stanno dotando di un regolamento per favorire la collaborazione con i cittadini per la cura del territorio. Si tratta di esperienze che vanno nella direzione di un nuovo modo di essere dell’amministrazione che guarda ai cittadini come portatori di capacità e competenze e non come semplici utenti. Tra questi Capolona, piccolo comune in provincia di Arezzo che, ispirandosi al Regolamento di Bologna, punta alla collaborazione e coinvolgimento della cittadinanza nella cura del territorio per la gestione e cura di aree verdi. “L’Amministrazione Comunale (…) – si legge nel testo – si propone di coinvolgere la cittadinanza nella gestione attiva di beni comuni e nella loro valorizzazione; sensibilizzare i cittadini, gruppi di cittadini, le imprese, i vari circoli, le associazioni, le scuole, sulla tutela e salvaguardia del territorio comunale attraverso processi di partecipazione e autogestione del patrimonio comunale e stimolare e accrescere il senso di appartenenza (…)”.
Il Regolamento di Capolona è stato approvato dal Consiglio Comunale con atto n. 14 del 9 maggio 2014 ed è esecutivo, dopo le pubblicazioni di legge, dal 27 giugno scorso (scarica il testo in allegato). Ce ne parla il sindaco di Capolona Alberto Ciolfi.
Sindaco, da dove nasce l’esigenza di adottare un regolamento sulla cura dei beni comuni urbani? Vi siete ispirati al Regolamento sull’amministrazione condivisa adottato a Bologna?
Sono sindaco dal giugno 2013 e durante la campagna elettorale che ha portato alla mia elezione è emersa con forza la domanda di collaborare, di “dare una mano” al Comune sempre più in difficoltà finanziarie, al decoro urbano contro ogni forma di degrado. Una volta insediato, il nuovo Consiglio Comunale ha introdotto nuove norme nello Statuto comunale sui “beni comuni” (acqua, internet, aree verdi) e, successivamente, approvato un Regolamento per favorire la condivisione dei cittadini, singoli e/o associati, alla cura dei beni comuni urbani. Nella redazione del Regolamento abbiamo seguito l’esperienza di altri comuni delle nostre dimensioni e ci siamo ispirati a quello del Comune di Bologna.
Qual è stato il percorso intrapreso (ad esempio sono stati organizzati laboratori di partecipazione o altre forme di coinvolgimento e/o dialogo con cittadini, associazioni e attori locali)?
Abbiamo svolto assemblee nel territorio ed incontri specifici con associazioni, circoli, condomini ed anche singole persone. Gli incontri si svolgono tuttora perché l’interesse sta sempre più crescendo e la richiesta dei cittadini è molto marcata. Si sta creando una sana competizione fra circoli e associazioni di varie zone del territorio. Siamo partiti da poco, ma se le cose vanno avanti avremo delle splendide e positive sorprese!
Avevate già sperimentato, prima del regolamento, forme di collaborazione con la cittadinanza?
Capolona è un comune di poco più di 5.500 abitanti e sua caratteristica è il forte rapporto democratico fra Amministrazione comunale e cittadinanza. Addirittura, in passato, erano state istituite cinque Consigli di Circoscrizione, per cui la partecipazione e forme di stretta collaborazione con la cittadinanza, associazioni, circoli sono sempre state molto ricche nel Comune di Capolona.
Come ha risposto la cittadinanza, avete già ricevuto manifestazioni di interesse a partecipare a forme di cura e gestione condivisa dei beni comuni urbani?
Abbiamo avuto molte manifestazioni di interesse, anche da parte di singoli cittadini (piccoli terreni pubblici di risulta, orti) e condomini: è un gran segno di civiltà .
Il vostro Regolamento si concentra sostanzialmente sulla gestione di aree verdi rispetto al testo di Bologna, che guarda invece anche alla rigenerazione e gestione condivisa di edifici e immobili. Pensate di estendere il rapporto di collaborazione con i cittadini anche a questo tipo di esperienze?
Nella prassi amministrativa, anche se non regolamentata appositamente, anche per gli edifici pubblici (sopratutto ex scuole di campagna dismesse) abbiamo attivato da tempo la rigenerazione di questi edifici. Ad esempio nell’ultimo anno, nelle frazioni di San Martino Sopr’Arno, Bibbiano e nel capoluogo dove ex lavatoi pubblici sono stati riqualificati e trasformati in scuola di musica.
Secondo lei è utile che anche altri Comuni adottino un Regolamento per la cura condivisa dei beni comuni?
Lo ritengo non solo utile ma necessario: più comuni adotteranno un regolamento sulla cura e la gestione condivisa dei beni comuni urbani, maggiore sarà il successo dell’urgente opera di ricucitura, rammendo e rigenerazioni di tanti dei nostri centri abitati.
@AngelaGallo1
gallo@labsus.net
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Guarda il video integrale della presentazione del regolamento a Bologna il 22 febbraio
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