A Bologna la comunità  di quartiere si prende cura di un asilo comunale a rischio di chiusura

Riqualificare gli spazi del Nido per dare spazio ai diritti dei bambini

” Nel comune di Bologna è in vigore da quasi due anni un bando pubblico a cui possono accedere le associazioni iscritte alle Libere Forme Associative del Comune, le quali possono proporre progetti di interventi sussidiari all’attività  dell’amministrazione comunale. Questo bando è sempre aperto, ed a cadenza bimestrale vengono valutate le proposte pervenute, mentre per quelle ritenute idonee viene organizzato un tavolo di coprogettazione condivisa per discutere e realizzare il progetto, eventualmente anche con modifiche o integrazioni ” . Ed è proprio cosìche nasce il progetto I colori dei diritti, spiega Erik Montanari, responsabile dell’Area Affari Istituzionali e Quartieri del progetto Cittadinanza Attiva per il Quartiere Navile. D’altra parte, Bologna è stato il primo Comune ad approvare il nostro ” Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani ” , che dunque andrà  a sostituire gradualmente il suddetto bando, permettendo anche a cittadini singoli o associati (e non solo ad associazioni iscritte alle LFA) di accedere a questo tipo di collaborazione con l’amministrazione comunale.

Comunità  di quartiere e amministrazione: una collaborazione vincente

Prima degli interventi messi in opera dai genitori dei bambini, dal personale scolastico e dalla comunità  di Navile, lo stabile del Nido Marsili versava in condizioni di degrado, soprattutto esternamente. In particolare, i lavori di riqualificazione hanno previsto interventi idropulitura, di tinteggiatura e decorazione delle pareti esterne del Nido. L’amministrazione comunale, da parte sua, ha fornito il proprio sostegno in diversi modi: con la parziale fornitura delle vernici necessarie allo svolgimento delle operazioni di tinteggiatura, la messa a disposizione dei mezzi di informazione dell’amministrazione per la promozione e la pubblicizzazione del progetto, la formazione dei volontari, e l’erogazione, infine, di contributi ai soggetti partecipanti quale quota di partecipazione al costo del progetto per un totale di 700 euro. Ed al quartiere Navile sembra sia decisamente piaciuto il progetto, tanta è stata la soddisfazione per un’iniziativa che ha comportato la riqualificazione di tutto il territorio circostante.
Un elemento interessante riguarda l’utilizzo di una lettera liberatoria anziché dell’assicurazione. Spiega ancora Erik Montanari: ” L’intervento da parte del genitore volontario tramite mezzi e personale della propria ditta è avvenuto di domenica, giorno in cui non è attiva l’assicurazione scolastica prevista per le attività  nei restanti giorni settimanali. Allo stesso tempo non ci è stato possibile avvalerci dell’assicurazione della ditta privata in quanto ai fini del progetto deve per noi risultare evidente che il lavoro sia stato eseguito da un genitore volontario e non da una ditta specializzata. In considerazione della specifica attività  prevista – pulizia con idropulitrice – si è ritenuto che il genitore fosse nelle condizioni di operare senza correre rischi specifici: questo è stato appunto il contenuto della dichiarazione sottoscritta dal genitore ” .

I diritti dei bambini che colorano il NidoNido Marsili

Ma I colori dei diritti non è solo un progetto di riqualificazione degli spazi: cuore pulsante dell’iniziativa è lo spazio simbolico che occupano i “diritti naturali di bambine e bambini”, cosìcome elaborati da Gianfranco Zavalloni, maestro elementare e dirigente scolastico romagnolo scomparso due anni fa. Si tratta di un vero e proprio manifesto, un’affascinante carrellata di diritti dell’infanzia da tutelare e promuovere, dal diritto all’ozio al diritto al dialogo, dal diritto a sporcarsi al diritto alle sfumature. E rimettere al centro i diritti sembra affatto scontato, in un Paese come il nostro in cui, secondo le stime dell’ultimo rapporto del Gruppo CRC (Convention of the Rights of the Child) soltanto il 13,5% dei bambini ha accesso ai servizi per l’infanzia e agli asili nido, con opportunità  ancor più ridotte nel Sud e nelle Isole. In questo senso, scrive l’Associazione promotrice Dentro il Nido, ” il progetto si propone di coinvolgere la comunità  intesa come comunità  educante, per comunicare a tutti il rispetto e la cura del patrimonio comune e per partecipare alla crescita dei bambini e bambine che saranno i futuri uomini e donne della comunità  di domani, certi che per crescere un bambino ci vuole un villaggio ” .

LEGGI ANCHE: