Un italiano su otto presta attività gratuite a sostegno di altri, con una prevalenza al Nord con una maggiore partecipazione nel Nord-Est (16%), mentre al Sud Italia i valori sono sensibilmente più bassi (8,6%).
Le caratteristiche del volontariato italiano
Sono 6,6 milioni i volontari presenti nella penisola, di cui 4,14 attivi in enti propriamente organizzati che destinano in media 19 ore di lavoro a settimana in attività di sostegno a persone terze. A prestare questo tipo di prestazioni sono principalmente persone laureate (22,1%) rispetto a persone in possesso di licenza elementare (6,1%). L’età dei volontari rivela un picco nella fascia che vai dai 50 ai 60 anni, cui seguono gli studenti. Il report presenta un volontariato che è appannaggio delle persone con una condizione lavorativa stabile (14,8%) e che provengono da famiglie agiate (23,4%). Anziani e donne sono impegnate nelle attività volontarie di aiuto non organizzate, caratteristica emersa proprio perché la ricerca è stata condotta con una accezione ampia del volontariato, ricomprendendo i gruppi informali, i movimenti, i comitati e altro ancora.
L’apporto del volontariato al benessere della società
Donne e anziani dedicano un monte ore lavorativo molto più elevato degli uomini alle attività di assistenza e sostegno operate in forma gratuita, presumibilmente grazie ad un maggiore tempo libero di cui dispongono le casalinghe e le persone che hanno cessato la vita lavorativa andando in pensione. L’attività di questa categoria di persone è condotta per lo più in enti informali e non organizzati. La ricerca è stata approfondita con il supporto dell’indagine multiscopo Aspetti sulla vita quotidiana e presenta un particolare interesse innanzitutto perché si viene a quantificare un ramo dell’organizzazione della società che sta portando il terzo settore dell’economia ad assumere dei connotati del tutto innovativi, tanto che si inizia a parlare di quarto settore.
Il Report è in allegato.
LEGGI ANCHE: