Ilaria Montis, archeologa con un contratto di ricerca presso l’Università di Cagliari, amante dei temi riguardanti l’ecologia e il rispetto dell’ambiente, ha deciso di ” denunciare ” e rendere pubblico lo spiacevole inconveniente in cui è ” incappata ” qualche giorno fa. Racconta come la sera prima del fatto, ritrovandosi sulla spiaggia di Is Solinas (in provincia di Carbonia – Iglesias), abbia deciso di raccogliere rifiuti di ogni genere abbandonati sulla spiaggia per poi gettarli il giorno dopo seguendo i criteri della raccolta differenziata. Questo è un esempio ottimale di cittadino attivo che decide di attivarsi nella pulizia spontanea di un bene comune ricevendo in cambio solo una soddisfazione personale, ma in questo caso specifico ha ricevuto in cambio una bella sorpresa: una multa!
Quanto costa essere cittadini virtuosi?
Evidentemente il Comune di Cagliari non transige sull’utilizzo di determinati criteri nella raccolta dei rifiuti in città . L’archeologa ha preso una multa semplicemente perchè residente in un comune diverso da Cagliari, nonostante abbia tentato di spiegare il suo ” gesto ” ; d’altronde sui cassonetti non è segnalato il divieto per i non residenti di gettare rifiuti. La donna ha deciso di non fare ricorso ma allo stesso tempo ha ” pubblicizzato ” l’accaduto per sollevare la questione dei rifiuti in Sardegna: come risolvere il problema? Spesso turisti o sardi lasciano i rifiuti in terra, danneggiando l’ambiente, perchè non sanno dove gettare la loro spazzatura.
Una risposta: l’amministrazione condivisa!
La cittadinanza attiva non è un obbligo ma una buona pratica che può appartenere a ciascuno di noi e che non deve essere ostacolata, infatti come definito dall’ art.118 della Costituzione (ultimo comma) l’amministrazione si pone sullo stesso piano dei cittadini cercando con essi una reciproca collaborazione. E’ questo l’intento perseguito dal Regolamento per l’amministrazione condivisa presentato a Bologna lo scorso 22 febbraio da Labsus e dal Comune di Bologna. Amministrazione e cittadini non devono più trovarsi in conflitto, il Regolamento traduce infatti il principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale colmando quel vuoto normativo che impediva ai cittadini di assumersi la responsabilità della cura dei beni comuni delle loro città . E’ avvenuto un importante passaggio che legittima la collettività a sentirsi parte attiva del luogo che abita.
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