Sta proprio nel coinvolgimento massiccio delle opinioni pubbliche nazionali attorno al tema del climate change il vero cambio di paradigma nell’approccio al tema, da percepire non più come un obbligo necessario per la tutela del nostro pianeta ma come una straordinaria opportunità di partecipazione e miglioramento dei processi decisionali ed economici.
Coinvolgere tutti i livelli di governance nella lotta al cambiamento climatico è il nuovo orizzonte del dibattito internazionale, che dal Climate Summit di New York ai prossimi appuntamenti della Conferenza delle parti previsti a Lima e Parigi, puntano a dare un’attenzione inedita alle città e all’azione dei residenti nell’ambito delle strategie nazionali di contrasto ai cambiamenti climatici. Porre l’accento sull’azione individuale in materia di riqualificazione energetica degli edifici o semplicemente nel cambiamento delle abitudini quotidiane in tema di consumo di energia rappresenta un deciso passo in avanti per un dibattito globale orientato finora sull’azione degli Stati e del comparto industriale in fatto di riduzione delle emissioni di CO2. Sempre di più le città si sono rese protagoniste di azioni e approcci innovativi in materia di uso condiviso degli spazi pubblici, riduzione del consumo di suolo e coinvolgimento dei cittadini nella pianificazione strategica in materia energetica (basti pensare ai Piani d’azione locale del Patto dei sindaci o alle esperienze di successo di Capannori e dei Comuni ricicloni) ma è soltanto istituzionalizzando questo ruolo con organismi specifici (consulte locali sul clima o altri gruppi informali) che è possibile far sentire davvero la voce dei cittadini nei processi decisionali locali sul clima.
Se si vuole dare, in grandi, medi e piccoli centri, un seguito efficace alle manifestazioni di questi giorni c’è bisogno di rendere sul serio la partecipazione civica un elemento di crescita del dibattito sul clima, favorendo un’inclusione quanto più ampia possibile delle istanze dei residenti urbani in un dibattito globale che vede l’Europa mettere in vetrina proprio le sue città . E’ proprio in tali contesti che si sono raggiunti i risultati più importanti di riduzione delle emissioni ed è qui che vanno attivati quei processi di partecipazione capaci di sottolineare l’impatto ambientale dell’azione pubblica: un “Nimby al contrario”, che renda i cittadini consapevoli del proprio ruolo in un dibattito che appare lontano ma che vede nella cooperazione un elemento sempre più decisivo a tutti i livelli.
Twitter: @simonedantonio
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