Sono ventidue i giovani immigrati coinvolti nel progetto realizzato dal Comune di Parma

"Mi impegno a Parma", quando la cura dei beni comuni diventa occasione di inclusione sociale

Ospitati da circa un mese presso il Comune di Cornocchio e assistiti dall’associazione S. Cristoforo, i giovani profughi hanno manifestato la volontà  di volersi impegnare in attività  di volontariato per la cura della città  come forma di riconoscenza per l’ospitalità  ricevuta. Impegno apprezzato e riconosciuto dall’assessore al Welfare Laura Rossi che ha incontrato i ragazzi e ha spiegato loro di cosa si occuperanno. Le attività , che rientreranno nel progetto del Comune “Mi impegno a Parma“, riguarderanno nello specifico operazioni di cura degli spazi verdi della città  partendo dalla Cittadella.

Il progetto

Quella rivolta ai ragazzi però rappresenta solo una parte dell’attività  svolta dal progetto del Comune. L’obiettivo è quello di mobilitare i cittadini più volenterosi  affinché si prendano cura della loro città  attraverso opere di volontariato che investono i più vasti campi del sociale e le cui attività  sono state ideate per essere svolte a supporto delle associazioni aderenti al progetto e del Comune di Parma. Si può quindi scegliere se impegnarsi in settori dedicati all’ambiente, alla salute, alla protezione civile, ai bambini, agli anziani, alla cultura o alla famiglia, per citarne alcuni.
” Mi impegno a Parma ” è infatti un portale che raccoglie le esigenze ma anche le disponibilità  dei membri della comunità , suddivise appunto in macro-categorie, cosìda avere sempre un costante aggiornamento sulla situazione della città . E’ possibile, consultando il sito, scegliere tra le varie categorie disponibili, segnalare il proprio interesse ed unirsi al gruppo di lavoro dedicato. Per fare ciò non è richiesta alcuna competenza specifica, se non la voglia di impegnarsi ed avere entusiasmo da vendere; ma per indirizzare i volontari ed utilizzare al meglio le abilità  personali viene effettuato un colloquio, una chiacchierata con un operatore al fine di illustrare dettagliatamente le varie opzioni e capire appunto dove l’interessato risulterebbe maggiormente valorizzato.
Pur trattandosi di un’attività  basata sul volontariato, necessita anch’essa di aiuti economici da parte delle istituzione come sottolineato dall’assessore Rossi. Sarebbe quindi un peccato veder morire un progetto cosìlodevole, che è stato capace di incanalare l’impegno dei singoli in uno scopo comune: la tutela dei beni comuni siano essi materiali che immateriali. Il programma inoltre ha trovato un modo alternativo e, parrebbe, efficace per favorire l’inclusione sociale e l’integrazione di migranti.

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