Avremmo potuto scegliere un titolo più accattivante del tipo ” I casalesi si riprendono i beni comuni ” (casalesi intesi come i cittadini di Casal di Principe ovviamente), oppure ” Dalla terra dei fuochi alla terra dei beni comuni ” ; in realtà , nonostante le oggettive difficoltà che attanagliano la provincia casertana, preferiamo non percorrere la strada del facile sensazionalismo.
La giornata che abbiamo trascorso in questo territorio, troppo spesso citato dai media per fatti di cronaca, ci ha confermato infatti che il percorso intrapreso con l’adozione del Regolamento non deve essere letto come un evento eccezionale. I tanti cittadini che abbiamo incontrato, da anni tentano di riportare la normalità nelle loro comunità , a volte con gesti straordinari ma molto più spesso con un impegno costante.
Una Reggia abbandonata nella maremma casertana
Il primo appuntamento, il Forum di ascolto sui beni comuni, si è tenuto presso la Reggia di Carditello, bene comune carico di significati simbolici dal quale ripartire per il rilancio dell’area e sul quale sperimentare il modello dell’amministrazione condivisa. Il Real Sito di Carditello è stato una residenza della dinastia borbonica, una costruzione dall’architettura neoclassica utilizzata come fattoria sperimentale per la produzione della mozzarella di bufala. La Reggia si trova in aperta campagna, su un territorio molto fertile con caratteristiche geologiche simili alla maremma toscana (la maremma liternina), purtroppo caratterizzata anche dalla presenza di numerose discariche.
Ci siamo occupati più volte sulla nostra rivista del lavoro portato avanti da Agenda 21 per Carditello e i Regi Lagni che ha avviato ormai da quattro anni il coordinamento di tutte quelle realtà che si sono occupate della manutenzione della reggia, dell’organizzazione delle visite guidate e delle giornate di apertura straordinaria.
Il Forum dei beni comuni e la relazione di Arena
Ad aprire i lavori del Forum il prof. Gregorio Arena, introdotto dalla giornalista del TG1 Giovanna Rossiello, conduttrice della trasmissione ” Fa la cosa giusta ” che il prossimo 25 novembre ospiterà in studio lo stesso Arena.
Il presidente di Labsus ha ricordato come in occasione della presentazione bolognese (leggi qui la rassegna stampa) avesse dedicato il Regolamento per i beni comuni al ” cittadino attivo per eccellenza ” : Tommaso Cestrone, ” l’angelo di Carditello ” scomparso pochi mesi prima, che per oltre un anno aveva vegliato, anche durante la notte, sulla reggia strappandola al completo degrado e all’abbandono, effettuando inoltre interventi di manutenzione per un valore di circa 25mila euro. Il ricordo di Cestrone ha emozionato la sala che lo ha ricordato con un caloroso applauso.
Secondo Arena il Regolamento è indissolubilmente legato al territorio casertano e crede sia una bella sfida ” se riuscissimo a realizzare dei modelli virtuosi proprio a partire dai tre comuni di Casal di Principe, Santa Maria Capua Vetere e San Tammaro, dal Meridione ” . Il presidente di Labsus ha sostenuto che ” i cittadini attivi che escono dalla logica della delega e si sentono e comportano in modo responsabile nei confronti della comunità facciano bene alla democrazia. La produzione di capitale sociale inoltre è fattore di sviluppo economico. Proprio in una fase storica in cui i beni privati scarseggiano diventa indispensabile prendersi cura dei beni comuni materiali e immateriali perché da essi dipende la qualità delle nostre vite ” .
Arena precisa che al momento sono 11 i comuni che hanno adottato il Regolamento, mentre altri 50 hanno avviato l’iter per l’approvazione: ” il Regolamento sta diventando un catalizzatore di energie. A chi ci domanda se fossero proprio necessarie altre regole oltre a quelle che già ci complicano la vita, rispondiamo che queste sono regole che liberano energie, non le soffocano ” .
Infine Arena ha precisato come adottare il Regolamento non sia sufficiente se poi non viene messo in pratica: ” amministrare secondo il principio di sussidiarietà infatti vuol dire concepire i cittadini come alleati dell’amministrazione. Essere cittadini attivi non è né un diritto né un dovere, è una libertà ; per godere di questa libertà è necessario però un profondo cambiamento di mentalità anche da parte delle amministrazioni ” .
Il Regolamento rappresenta una vera rivoluzione perché permette ai cittadini che vogliono prendersi cura dei beni comuni del proprio territorio di collaborare con l’amministrazione all’interno di un quadro giuridico chiaro e definito.
Gli altri interventi
Il secondo intervento ha visto l’assessore alla Cittadinanza attiva del comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo, descrivere il processo sperimentale che ha portato alla realizzazione del Regolamento a partire dai tre laboratori urbani. Secondo l’assessore il metodo dell’amministrazione condivisa permette ai cittadini di mettere a disposizione della comunità le proprie competenze e le proprie idee per progetti di cura dei beni comuni, ” più in generale permette di rispondere con un ‘si può fare’ alle richieste dei cittadini di intervenire direttamente per risolvere problemi di interesse generale ” . Rizzo Nervo infatti precisa come l’impossibilità di rispondere positivamente a queste domande di partecipazione generi delusione nei cittadini e frustrazione negli amministratori.
Il prof. Michele Mosca, dopo una puntuale descrizione del territorio casertano e delle sue enormi potenzialità , ha sottolineato come sia necessario trasformare il capitale sociale in ponti, in reti di relazioni. Il Vice Prefetto Donato Cafagna, incaricato per il fenomeno dei roghi di rifiuti, invece ha approfondito il tema dei beni confiscati, sostenendo che proprio il recupero e la gestione condivisa di questi ultimi comporterebbe un recupero della legalità .
L’incontro è proseguito con le relazioni dei tre sindaci coinvolti. Secondo Di Muro (S.M. Capua Vetere) ” il regolamento di Labsus è proprio lo strumento che aspettavamo ” ; Cimmino (S.Tammaro) invece ha tenuto a precisare che la Reggia di Carditello è diventata un bene comune grazie ai cittadini attivi e che ora l’obiettivo è quello di aprire questo luogo alla cittadinanza. Il sindaco di San Tammaro ha inoltre ringraziato Labsus ” per aver concepito il Regolamento ed averlo portato qui ” .
Infine Natale, sindaco anticamorra di Casal di Principe, ha spiegato come ” nel nostro caso si tratta di dare una sistemazione organica a quanto già stiamo facendo. Un caso per tutti: il campo sportivo, un tempo occupato dalla camorra e poi lasciato al degrado per anni, è stato ripulito dai cittadini volontari che ora hanno iniziato a viverlo come proprio, correndo sulla pista del campo dello stadio. Lo faremo anche con i beni liberati dalla camorra. Tutti insieme ” .
Le proposte per Carditello
In chiusura, prima di lasciare spazio agli interventi del pubblico, Raffaele Zito, portavoce di Agenda 21 per Carditello e i Regi Lagni, ha proposto di partire proprio dalla Reggia, primo bene comune di San Tammaro, per realizzare il primo patto di collaborazione. Secondo Zito, che ha ringraziato gli ” angeli di Carditello ” che permettono di tenere aperto il Real Sito, al Meridione i cittadini hanno una ” sete ” maggiore di partecipazione rispetto ad altre regioni.
L’obiettivo, ora che della Reggia si prendono cura i volontari di Agenda 21, è quello di trasformarla nel laboratorio dei beni comuni casertani. Un processo irreversibile, un segnale di riscatto e una rivoluzione culturale per produrre capitale sociale e quindi sviluppo, anche economico.
L’approvazione del Regolamento
Nel pomeriggio il ” tour dei beni comuni ” è proseguito con i lavori dei consigli comunali dei tre comuni casertani che hanno provveduto ad approvare in via definitiva il Regolamento. Il presidente di Labsus e l’assessore Rizzo Nervo sono stati invitati ad intervenire durante i lavori dei consigli, che per l’occasione sono stati aperti anche alla cittadinanza.
Durante questa intensa giornata il sindaco di Casapulla (CE), presente al Forum, ci ha informato che anche la sua amministrazione il prossimo 28 novembre provvederà ad adottare il Regolamento; un altro tassello che va a comporre il quadro di quell’Italia dei beni comuni che dal 2006 proviamo a costruire e a raccontare.
In allegato alcuni articoli relativi alla giornata.
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