Gli abitanti del quartiere San Paolo, depositari e attori di una memoria " vivente "

Grazie allo "sportello della memoria", storie individuali e memoria collettiva si fondono in un unico intreccio narrativo

” Siamo partiti in cinque amiche ed amici, uniti dalla constatazione della scarsa coesione sociale del nostro quartiere, il quartiere San Paolo, che non aveva maturato una propria identità  e stava vivendo in modo conflittuale la significativa trasformazione causata dal progressivo e diffuso insediamento dell’Università  Roma Tre ” , ci racconta Rita Restifo, tra i fondatori dell’associazione. ” Nel nome scelto c’è il suo programma: esaltare il valore che è proprio di ognuno dei quartieri di una città  grande e complessa come Roma, realizzando quelle iniziative culturali e di promozione sociale che possano aumentare la partecipazione democratica, favorire lo sviluppo dell’identità  locale e consolidare il senso di appartenenza ad una comunità  aperta e solidale ” .

La storia e le storie del quartiere San Paolo

Nella Grecia arcaica della tradizione orale, gli mnemoni erano coloro che rammentavano il passato e lo “registravano” nella mente, mettendo le informazioni raccolte a disposizione di coloro che avrebbero preso decisioni di rilevanza pubblica. In che modo la narrazione condivisa può contribuire alla cura dei beni comuni? Abbiamo intervistato Rita Restifo per approfondire il tema e conoscere meglio l’associazione ” Viva il quartiere ” .

D.ssa Restifo, potrebbe brevemente descriverci le attività  portate avanti in questi anni dall’associazione? E’ stato facile coinvolgere gli abitanti storici di San Paolo?
” Considerando le carenze del nostro quartiere, abbiamo valutato come più efficaci le iniziative che offrissero maggiori opportunità  di partecipazione alla vita sociale. A questo scopo, anche con il sostegno dell’amministrazione locale, abbiamo organizzato rassegne cinematografiche all’aperto, concorsi letterari destinati alle scuole primarie, concerti di musica popolare nel piccolo parco del quartiere. Credendo inoltre nell’utilità  di un’informazione locale, abbiamo dato vita ad una pubblicazione mensile, ” il Quartiere ” . Il progetto che però ci ha permesso di dare un contributo maggiore alla costruzione di una più definita identità  locale è stato ” La storia e le storie del quartiere San Paolo. Un percorso di memoria, di ricordo e di racconto per scrivere la storia del quartiere anche attraverso le storie delle persone che quella storia l’hanno fatta ” . Durante circa due anni, questo progetto, anche tramite la creazione di uno ” sportello della memoria ” , ci ha consentito di conoscere tante persone e personaggi ricchi di ricordi e di racconti emozionanti che abbiamo poi ordinato e pubblicato nell’omonimo libro. Inizialmente il coinvolgimento non è stato facile, ma nel tempo abbiamo potuto verificare, con piacere e soddisfazione, che lo spirito del progetto diventava sempre più apprezzato e condiviso permettendoci di raccogliere molte testimonianze rese in forme diverse, racconti orali e scritti con alcuni contributi addirittura in versi, oltre alle fotografie consegnate, scelte e prese dagli album di famiglia tra quelle che potessero testimoniare visivamente i luoghi, la vita e le varie fasi di trasformazione del quartiere ” .

Grazie allo “sportello della memoria”, storie individuali e memoria collettiva si fondono in un unico intreccio narrativo… Che ruolo gioca la memoria collettiva nella costruzione dell’identità  civica?
” Nella realizzazione del progetto ” La storia e le storie ” ci siamo resi conto di quanto sia necessario per una comunità  conoscere la storia del proprio territorio. Abbiamo verificato quanto fosse forte l’esigenza di una narrazione condivisa per riconoscersi come appartenenti alla storia del quartiere. E la condivisione della memoria collettiva diventa elemento determinante nel consolidamento di quella identità  locale che porta allo sviluppo del senso civico. Conoscere e condividere le storie e la Storia del proprio quartiere ne aumenta il valore sociale ed il senso di appartenenza alla comunità  porta ad amare il territorio in cui si vive ” .

“Prendersi cura” della memoria collettiva, per prendersi cura del quartiere San Paolo… Questo legame le fa pensare a qualche storia in particolare tra quelle che avete raccolto nel vostro volume?
” Testimonianze di profondo affetto per il quartiere ne abbiamo avute molte, soprattutto, dobbiamo dirlo, dai più anziani. C’è ad esempio la storia di Augusto Volpi che fu tra i primi abitanti del nucleo originario del quartiere, sorto su una collina che si chiamerà  appunto collina Volpi. La casa di Augusto, ci ha raccontato il nipote, era sempre a disposizione per l’organizzazione di feste ed attività  sociali, e la strada che attraversava la collina fu tenuta in ordine per molti anni dallo zio Augusto. In sua memoria, nel 2010, abbiamo messo una targa con l’iscrizione: ” In questo casale abitò Augusto Volpi. Imprenditore generoso, fiero antifascista. Per tutta la vita impegnato nelle battaglie civili per la libertà  e la giustizia sociale ” .

Viva il quartiere e l’evento Sottosopra

” Partecipiamo con entusiasmo a questa iniziativa patrocinata dal Municipio Roma VIII. Ci sembra un modo innovativo per vivere gli spazi pubblici con l’obiettivo di sconfiggere il degrado e l’indifferenza. Attraverso la collaborazione tra cittadini, associazioni culturali e sociali del municipio, una via molto trascurata del quartiere, via Gaspare Gozzi, domenica 1 ° febbraio sarà  riqualificata con tante iniziative artistiche, sociali e musicali rivolte a tutti i cittadini, dai più piccoli agli anziani. Il nostro contributo inizierà  fin dalla mattina presto, con la partecipazione alla pulizia della strada guidata dal gruppo Retake San Paolo. Poi dalle 10,30 allestiremo uno gazebo insieme al comitato di quartiere San Paolo dove, oltre a discutere delle questioni che riguardano i problemi del quartiere, distribuiremo i libri da noi pubblicati ” .

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