In un precedente articolo, Labsus ha reso noto il rapporto pubblicato da OECD in materia di progresso delle società , ovvero The Better Life Initiative, i cui due strumenti risultano essenziali nella ricerca e nella stesura di analisi volte al miglioramento del benessere delle società e delle persone che le compongono. Tramite i due nuclei essenziali del rapporto, è possibile, infatti, muoversi tra i diversi Paesi del mondo che sono stati campionati per scoprirne tendenze e preferenze delle società che li compongono.
A questo proposito, Labsus ha ritenuto opportuno riportare le tendenze del nostro Paese per comprendere più da vicino quelle che sono le preferenze di una popolazione che vive a sud dell’Europa.
L’analisi dell’Italia ha permesso di notare come questa si piazzi piuttosto bene in molti degli aspetti più importanti della vita.
I dati
Innanzitutto, per gli italiani, tra tutte le issues oggetto di ricerca, l’ambito monetario risulta molto importante, in quanto i soldi sono considerati il mezzo necessario per raggiungere uno standard alto di vita. La media, infatti, del reddito familiare pro-capite è di 24,724 dollari annui, leggermente superiore alla media generale OECD di 23,938. Ciononostante, permane un sostanziale gap tra i ” più ricchi ” e i ” più poveri ” in Italia, poiché il 20% della parte di popolazione che si trova all’apice della scala sociale ha un guadagno nettamente superiore (sei volte tanto) rispetto al 20% situato in basso.
Per quanto riguarda l’impiego, il 58% delle persone tra i 15 e i 64 anni possiede un lavoro retribuito, con un gap del 10% rispetto alla media generale, pari quindi al 68%: tale dato indica non solo una difficoltà comune, ma ne individua una ancora più scandita per la donna che, ferma al 48%, fatica a trovare l’equilibrio tra famiglia e lavoro del quale necessiterebbe per raggiungere un alto livello di soddisfacimento.
Un altro punto di ricerca importante per carpire gli aspetti del progresso della società italiana è quello relativo all’educazione: gli italiani ritengono che un buon livello di educazione sia requisito essenziale per riuscire a trovare un lavoro, anche se solo il 56% degli adulti con un’età compresa tra i 25 e i 64 anni ha ottenuto un diploma di scuola superiore, troppo al di sotto della media del 75%.
C’è poi una lieve differenza tra i due generi, femminile e maschile: le donne superano gli uomini in termini sia di completamento degli studi (57% rispetto a 55%) che di punteggi ottenuti nelle specifiche materie oggetto di comparazione da parte del PISA (OECD Programme for International Student Assessment). Secono l’analisi, le donne si posizionano ben al di sopra degli uomini con un distacco di 6 punti, ma comunque al di sotto della media di 8 punti e del risultato generale rilevato pari a 497 nello studio di materie come letteratura, matematica e scienze (il punteggio medio degli studenti italiani è pari a 490).
Infine, nonostante il livello di aspettativa di vita alla nascita legato alla salute raggiunga in Italia quasi l’83% rispetto al dato generale di 80% degli altri Paesi, l’inquinamento atmosferico PM10 rimane un problema persistente, per il quale l’Italia dovrebbe attivarsi sia per ridurre le particelle di microgrammi presenti nell’aria (20.6 microgrammi per metro cubo, rispetto a 20.1), sia per migliorare la qualità dell’acqua.
Nonostante i leggeri gap che sussistono tra l’Italia e gli altri Paesi dell’OECD, il nostro Paese sembra mantenere una sorta di ” primato ” nell’ambito della sfera pubblica, in quanto permane un forte senso di comunità e di partecipazione dei cittadini anche nei processi politici, confermato dall’affluenza delle ultime tornate elettorali pari al 75% (in base alla data ultima della ricerca condotta), nonché da un’alta percentuale di fiducia (91% contro l’89%), non solo nei confronti del governo, ma anche della singola persona rappresentante l’istituzione pubblica.
Secondo il rapporto The Better Life Initiative, gli italiani rimangono quindi un popolo di ottimisti e fiduciosi di poter contare sul rappresentante di governo nel momento del bisogno, pur tenendo conto del livello di soddisfazione della vita, in base al quale solo il 75% della nostra popolazione si ritiene complessivamente soddisfatto, leggermente poco al di sotto rispetto alle altre popolazioni che raggiungono il 76%, con stili di vita sicuramente più ” europei e internazionali”.
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