Nella città  toscana i giorni di sospensione si trasformano in settimane rieducative

La sospensione da scuola per gli studenti si trasforma in un ' occasione prendersi cura della città  in cui vivono

L’idea alla base dell’iniziativa ha trovato la sua prima applicazione con alcuni ragazzi delle scuole medie di Empoli che, grazie alla partecipazione del Centro Giovani di Avane, seguiranno alcune attività  educative per l’intera durata della loro sospensione sotto la direzione di due associazioni cittadine: Questa è Empoli e Re.SO. Nel caso specifico, uno degli studenti ha dovuto occuparsi della tematica della lotta allo spreco che lo ha visto impegnato anche in attività  di confezionamento di pacchi alimentari destinati ai cittadini più bisognosi. Mentre il secondo studente è stato impegnato in attività  di decoro urbano attraverso operazioni di pulizia di alcune zone della città  imbrattate da scritte e disegni e in attività  di recupero di altre aree lasciate in stato di abbandono. Inoltre, i ragazzi durante questo periodo dovranno anche tenere un diario sulla settimana rieducativa a cui dovranno partecipare.

I risultati della sospensione e della rieducazione

La sospensione per gli studenti, si trasforma cosìda una specie di ” mini-vacanza ” , in un’occasione per conoscere nel modo più diretto possibile alcuni aspetti della vita sociale e civica, che i ragazzi non potrebbero altrimenti apprendere in modo altrettanto fruttuoso. Una iniziativa che punta a far apprendere ai giovanissimi l’importanza per la cura dei luoghi e degli spazi in cui si vive, insegnamenti fondamentali che si integrano con i programmi didattici seguiti dai professori nel corso dell’anno scolastico. Anche le famiglie hanno approvato con entusiasmo questa novità , vedendo in questa uno strumento per rendere maggiormente formativa la punizione. Quello di Empoli non è comunque il primo caso di studenti che, sospesi per motivi disciplinari, vengono impegnati in attività  socialmente utili. L’esperienza infatti è stata portata avanti, con ottimi risultati, anche dalle città  di Pavia e di Voghera, dove si è evidenziato come non ci siano state recidive tra gli studenti che hanno partecipato al progetto promosso dalla scuola e dal Comune.

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