Lungi dal voler adottare un Regolamento calato dall’alto, il comune ha promosso un progetto di attivazione e formazione per cittadini e referenti comunali: una sperimentazione-pilota avviata in cinque delle quaranta frazioni ricadenti all’interno della giurisdizione di Capannori, da estendere successivamente a tutto il territorio. Il percorso, finanziato dall’autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione della regione Toscana, prevede tre macro-fasi: 1-Attivare, 2-Sperimentare, 3-Replicare.
Capacity building per facilitatori di comunità e dipendenti comunali
La prima fase, in corso fino a fine giugno, comprende una serie di iniziative rivolte tanto a referenti comunali quanto ad aspiranti facilitatori di comunità . Attraverso un’apposita call attivata a inizio maggio, è stato reclutato un gruppo il più possibile eterogeneo di cittadini interessati a farsi portatori delle esigenze della comunità e ad acquisire strumenti in materia di co-progettazione e co-gestione dei beni comuni. Grazie all’esperienza di Sociolab in materia di metodologie partecipative, i partecipanti vengono coinvolti in una serie di occasioni di apprendimento non formale e learning by doing, scandite da incontri a cadenza settimanale con esperti di rilievo nazionale provenienti da diverse realtà . Quattro sessioni sul tema ” Come si cambia il modello di governance? Strumenti e metodi per la collaborazione creativa tra cittadini e amministrazione ” hanno preso avvio il 20 maggio, con un modulo di ” Introduzione alle nuove modalità di collaborazione per la valorizzazione e tutela dei beni comuni urbani ” condotto da Daniela Ciaffi (Università degli Studi di Palermo) e Rossana Caselli (Università degli Studi di Pisa), entrambe rappresentanti di Labsus. Il 28 maggio Lorenza Soldani (Sociolab) ha tenuto una lezione introduttiva su mappatura e progettazione partecipata e community building, mentre per il 3 giugno è in programma un intervento di Christian Iaione (LUISS e LabGov) circa ” Esperienze di collaborazione nella gestione dei beni comuni: casi e buone pratiche ” . La sessione si concluderà il 17 giugno, con un incontro sull’uso degli strumenti social e web e sul fundraising per i beni comuni urbani, condotto da Ingrid Lamminpaa, docente allo IED e al Florence Institute of Design International.
Parallelamente, vista l’importanza di una formazione specifica all’interno della struttura amministrativa, ai dipendenti comunali è stato dedicato un seminario ad hoc su strumenti e metodi per l’inclusione e il coinvolgimento dei cittadini.
Dall’apprendistato sul campo all’adozione del Regolamento
La seconda fase, che si svolgerà tra luglio e settembre, consiste in un modulo pratico dedicato al coinvolgimento diretto della comunità . I neo-facilitatori collaboreranno con i coordinatori per la progettazione e realizzazione di un’azione dimostrativa di recupero di un bene comune urbano e di attività di mappatura, animazione e ascolto per ciascuna delle frazioni interessate.
Luoghi e contenuti non sono predefiniti, ma verranno individuati collettivamente durante un incontro di pianificazione e design delle attività .
Gli esiti della mappatura online e dell’intero percorso verranno presentati ad ottobre, nel corso dell’ultimo step, “Replicare”. Questa fase, che si svolge sia in parallelo sia a conclusione delle altre, prevede attività di condivisione e disseminazione degli strumenti acquisiti, volte a superare i confini temporali del progetto e a radicare sul territorio un nuovo approccio collaborativo. Mentre proseguirà il confronto interno alla struttura comunale sul Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni, verrà organizzato un laboratorio per la definizione di linee guida integrative, che condurrà all’adozione del Regolamento a livello comunale.
Un esperimento pilota 2.0
#spaziocomune2015 è stato attivato, in questa prima edizione, su una scala territoriale volutamente ridotta, commisurata al livello di prossimità e contatto diretto che si propone di raggiungere. Un vis-à -vis cui fa da contrappeso uno spiegamento di strumenti web 2.0: dall’apposita ” stanza ” sul portale open.toscana.it, sulla quale è possibile seguire il calendario e l’evoluzione del progetto e scaricare i materiali correlati, allo spazio dedicato sul sito e sugli account Facebook e Twitter del comune di Capannori, alla app MyCapannori, che riporta costantemente informazioni aggiornate sul progetto.
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