A Figline Valdarno, in provincia di Firenze, i migranti diventano imbianchini e giardinieri

Un progetto sempre aperto, che nasce come strumento per affiancare i concetti di integrazione e di pubblica utilità 

I migranti si impegneranno in una serie di lavori indicati dall’ufficio Ambiente del Comune come la manutenzione delle panchine e dei cestini dei Giardini Dalla Chiesa, la scartatura e la ritinteggiatura di staccionate, giochi e panchine ai giardini di Gaville e del Poggio alla Croce, la ritinteggiatura delle ringhiere del passaggio pedonale del Pian delle Macchie e la pulizia dalle erbacce nella salita che porta al Castello di Incisa.
Il progetto si svolgerà  due giorni a settimana, mentre ogni gruppo di migranti (massimo 8 persone contemporaneamente) sarà  impegnato per circa un mese, in modo da avere una rotazione che li possa coinvolgere tutti e coprire più zone del territorio.
” Era la fine di novembre 2014 e quando pensammo questo progetto, sembrava quasi impossibile realizzarlo – hanno spiegato il sindaco Giulia Mugnai e l’assessore Ottavia Meazzini. “Abbiamo incassato diversi rifiuti, ma poi abbiamo trovato nell’associazione ‘Il Giardino’ la stessa nostra voglia di trasformare l’arrivo dei migranti in un’opportunità  di integrazione, in un modo di dare ospitalità  ricevendo in cambio attenzione verso il nostro territorio.
Il programma è seguito dall’ufficio comunale Politiche sociali e Ambiente, che si occuperà  della fase formativa. Anche il materiale per la realizzazione delle attività  (pettorine, vernici, attrezzature) è fornito dal Comune, mentre i dispositivi di prevenzione e la copertura assicurativa dei migranti sono a carico della cooperativa sociale ” Il Cenacolo ” ; ” Il Giardino ” provvede invece all’iscrizione dei migranti presso la propria associazione e mette a disposizione auto e personale per il trasporto.

Le associazioni coinvolte nel progetto

“Questo tipo di  attività   dovrebbe essere nel dna di ogni  associazione di volontariato  – ha detto la presidente de ‘Il Giardino’,  Daniela Grazzi –  quindi abbiamo aderito con molto entusiasmo cercando di dare il nostro piccolo contributo a questo bel progetto di  integrazione ” .
Ringrazio tutta la comunità  di Figline e Incisa per l’accoglienza data finora a questi  21 migranti, 19 provenienti dal  Mali, uno dalla  Costa d’Avorio  ed uno dal  Senegal  – ha spiegato  Matteo Conti, presidente della cooperativa “Il Cenacolo” –  Per loro, che sono in attesa di ricevere uno status giuridico, è un’esperienza davvero importante ” .
Oltre a ” Il Giardino ” , hanno risposto all’appello del Comune anche altre due associazioni che gestiscono in maniera autonoma la loro collaborazione con   ” Il Cenacolo ” : l’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci), che coinvolge i migranti in attività  di animazione, e l’associazione  Anelli mancanti, che già  dal novembre 2014 tiene per loro un corso di italiano almeno due volte alla settimana.
” Siamo molto soddisfatte di questo  progetto sperimentale  – affermano sindaco e assessore –  anche perché i vincoli contenuti nella normativa vigente non ci hanno agevolato, anzi, hanno rallentato molto la  partenza delle attività . Ma adesso che ci siamo riusciti speriamo che quelle  associazioni inizialmente scettiche, oggi ci ripensino e si inseriscano in un progetto sempre aperto, che nasce come strumento per affiancare i  concetti di integrazione  e di  pubblica utilità , permettendo alla comunità  locale di conoscere questi ospiti e agli ospitati di ricambiare l’accoglienza con piccoli lavori di  manutenzione ” .

Intervista a Giulia Mugnai, sindaco del comune.

Come è nato il progetto e quali sono i suoi obiettivi?
Il progetto nasce dalla volontà  dell’amministrazione di poter facilitare la convivenza e la conoscenza dei migranti presenti nel nostro comune. Dopo lo studio delle normative nazionali ci siamo resi conto delle numerose difficoltà  burocratiche dei richiedenti asilo politico, che possono soltanto fare formazione e volontariato, cosìabbiamo invitato le numerose associazioni di volontariato territoriali a collaborare con l’amministrazione per facilitare questo percorso, permettendo cosìai migranti di fare un corso di lingua italiana e svolgere attività  di volontariato.
Il corso di lingua, più semplice da organizzare, è iniziato subito, mentre per l’attività  di volontariato ci sono voluti vari mesi, soprattutto per chiarire la questione assicurativa.
L’obiettivo primario è quello di sensibilizzare i cittadini alla problematica e coinvolgerli sempre più nell’accoglienza, con l’impegno e l’adesione al progetto di altri soggetti.

Quanti sono i migranti coinvolti? E da dove vengono?
Tutti i 21 migranti sono coinvolti nel progetto, di cui 20 provengono dal Mali ed 1 dal Senegal.
Attualmente abbiamo organizzato gruppi di 4 ragazzi, ma appena il numero dei volontari crescerà , potremo incrementare le attività  da svolgere.

Come è stata accolto il progetto dalla cittadinanza?
Inizialmente è prevalso lo scetticismo: l’idea che i migranti facessero delle attività  in modo volontario e gratuito per la nostra collettività  è apparso strano.
Ma se ci prendiamo del tempo e spieghiamo ai singoli cittadini la situazione giuridica dei migranti  e che l’unica possibilità  prevista dalla legge è fare formazione e svolgere del volontariato (diventando soci dell’associazione e affiancando altri nostri concittadini), allora il messaggio passa e la risposta della cittadinanza è sempre positiva.
Negli ultimi giorni, infatti, grazie anche alla importante   comunicazione  e informazione sul progetto, riscontriamo degli importanti   segni di apertura. Qualche cittadino mi ha contattato personalmente per dare la propria disponibilità  a stare con i ragazzi, per coinvolgerli maggiormente nella nostra comunità ; qualche associazione si è attivata e i primi segnali arrivano anche da istituti scolastici, che vedono in questo progetto un’occasione per allargare l’orizzonte dei propri studenti.

In che modo pensa che progetti del genere favoriscano l’integrazione?
Il timore, la diffidenza, lo scetticismo e la paura, che oggi purtroppo prevalgono, sono causati dalla mancanza di conoscenza e questo vale più in generale, per tutte le questioni, non solo  per quelle relative ai profughi.
La conoscenza dell’altro e della sua storia permette di riflettere e di non giudicare frettolosamente eventi di portata internazionale come l’attuale emergenza migranti.
Il compito di un’amministrazione è anche quello di sensibilizzare e noi, mediante questo progetto, vorremmo promuovere la solidarietà , la conoscenza e l’integrazione.

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