Faber city è uno strumento che produce vantaggi per la comunità  di Alberobello mettendo al centro della sua azione il capitale umano. Abbiamo intervistato il presidente Angelo Mariano

Faber City è la cooperativa di comunità  di Alberobello, una cooperativa che vuole intercettare i bisogni dei cittadini e, di conseguenza, concepire risposte efficienti ed innovative rispetto a quelle attuate dagli attori tradizionali sia pubblici che privati. Le cooperative di comunità  sono state regolamentate per la prima volta dalla legge regionale n. 23 del  20 maggio 2014, della regione Puglia e muovono dall’esigenza di sviluppare nuove espressioni della mutualità valorizzando le competenze della popolazione resi dente ”  e promuovono ” lo sviluppo di attività  economiche ecosostenibili finalizzate alla produzione di beni e servizi, al recupero di beni ambientali e monumentali, alla creazione di offerta di lavoro e alla generazione, in loco, di capitale sociale ” (articolo 2).

Abbiamo intervistato Angelo Mariano, presidente della cooperativa:

Qual’è stato l’input alla nascita della vostra cooperativa di comunità ?

La visione condivisa con altri soci, tutti trentenni più giovani di me, che Alberobello e il nostro paese dovesse avere una risposta a bisogni, in gran parte inespressi. L’emanazione della legge regionale pugliese sulle cooperative di comunità  del maggio 2014, prima in Italia, ci ha dato una spinta a pensare ad una cooperativa di comunità . La richiesta di un piccolo finanziamento regionale, successivamente approvato, ha poi innescato il progetto esecutivo che ha portato alla costituzione della cooperativa l’8 gennaio 2015.

Puoi farci qualche esempio della vostra attività ?

E’ la domanda più difficile a cui rispondere in quanto la nostra attività  sarebbe difficilmente censibile. E’ principalmente di tipo progettuale, abbiamo messo su ad esempio un servizio Educativo ” Faber Study ” che è un po’ più di un semplice doposcuola. Lo abbiamo immaginato in un luogo, ” Il palazzetto dello sport ” , che ha bisogno di una riqualificazione in termini di servizio e di immagine; lo abbiamo rivolto non solo ai bimbi e ai ragazzi che frequentano lo sport ma a tutti; abbiamo previsto opzioni educative che possano rispondere anche a minori che abbiano bisogni speciali; stiamo coinvolgendo formatori e formatrici che finora hanno lavorato in nero a casa; stiamo dando una risposta ai bisogni delle famiglie. Un’altra attività  che stiamo promuovendo è di tipo turistico: la realizzazione di percorsi turistici integrati con laboratori artigianali locali. Sono in cantiere attività  che riguardano la riattivazione di terreni incolti e una progettazione comunitaria in ambito turistico.  La nostra è una attività  in continuo divenire e non potrebbe essere diversamente.

Cosa vuol dire nella pratica mettere al centro il capitale umano?

Pensare per e con i cittadini a rendere migliore la nostra città . Ciò significa ascolto, a volte invadenza, ma soprattutto rivoluzione culturale. Se devo essere sincero è proprio contribuire a cambiare culturalmente gli alberobellesi che mi piace mettere al centro della nostra azione. E’ inutile dire che non è per niente facile ma ci stiamo provando. Senza dimenticare che cittadini di Alberobello, in senso lato, sono anche i turisti che ci vivono (in quanto vivono Alberobello) per mezza giornata o per intere stagioni.

Quanto e cosa può imparare il mondo delle imprese dal vostro esempio?

Se devo riferirmi all’impresa locale soprattutto la spinta all’integrazione, il famoso ” insieme si fa meglio ” non è assolutamente scontato nel mio paese, direi nell’intero mezzogiorno. E’ dura spiegare ad imprese concorrenti che la cooperativa di comunità  è un’impresa che ha come primo obiettivo investire sulle persone e nella mutualità  fra soci, lavoratori o utenti, e magari essere partner di una crescita comune.

Com’è il rapporto con la pubblica amministrazione?

Buono! Abbiamo scelto all’atto della costituzione che in questa fase il comune e gli amministratori dovevano rimanere fuori dalla compagine sociale, è un tema complesso per cooperative che devono per definizione interessarsi del bene comune. E’ un rapporto in continua evoluzione.

C’è qualche strumento che potrebbe agevolare lo sviluppo della vostra cooperativa di comunità ?

Sicuramente la definizione dei decreti attuativi della legge regionale sulle cooperative di comunità  o l’approvazione di una legge nazionale. Questo è un auspicio ma anche una necessità  perché vista la possibilità  di spaziare su molti settori occorre avere una coerenza amministrativa per poter incidere sulle specifiche comunità .

Quali sono i valori necessari per riuscire a lavorare efficientemente in un sistema cooperativo?

Il sistema cooperativo è molto variegato, la stessa cooperazione di comunità  ha varie forme e diverse origini. Un valore che credo sia imprescindibile è quello della democrazia interna che significa poter esprimere il proprio pensiero sempre consci della responsabilità  di essere socio imprenditore.

Quali sono le principali difficoltà  che incontrate?

A volte mi chiedo chi me lo abbia fatto fare a promuovere una cooperativa di comunità .
La legislazione è in evoluzione, mettere insieme il 3% della popolazione di Alberobello (parametro dettato dalla legge regionale pugliese), dove già  vedere 2 soggetti che collaborano è raro, togliere tempo alla famiglia e al lavoro che mi dà  da vivere dedicando ore a spiegare anche a sconosciuti il messaggio del fare comunità  ecc. l’elenco potrebbe proseguire molto oltre. La risposta la trovo nella determinazione di altri ” invaghiti ” di comunità  come me, ma soprattutto nel provocare quella che mi piace definire ” scossa lenta e permanente ” alla società  in cui vivo. La proposizione di idee fuori dall’ordinario provinciale, in cui spesso un piccolo paese come Alberobello si rinchiude, devono determinare piccole crepe allo status quo non per il piacere di rompere consuetudini ma per il dovere di innovare e rendere migliore la nostra società .

LEGGI ANCHE: