“I cittadini attivi si prendono cura di Monza”: è stato intitolato così l’incontro pubblico svoltosi il 30 maggio scorso presso l’Urban Center di Monza, con la finalità di presentare alla cittadinanza il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei beni comuni urbani“, di recente approvazione. L’evento ha visto la partecipazione del Prof. Gregorio Arena, che ha illustrato aspetti teorici e sciolto alcuni dubbi interpretativi, ma anche contestualizzato l’importanza strategica del Regolamento nella fase politica attuale.
Con Arena al tavolo dei relatori: il Vicesindaco e Assessore alle Politiche sociali Cherubina Bertola, l’Assessore alla partecipazione e alle politiche giovanili Egidio Longoni, il Presidente del CSV, Centro di servizio per il volontariato di Monza e Brianza, Filippo Viganò.
A questo link è disponibile il video di presentazione dell’iniziativa.
Il Regolamento come principale strumento di relazione tra cittadini e PA
Il coinvolgimento profondo del tessuto sociale è evidentemente un nodo cruciale, uno dei presupposti in virtù del quale l’amministrazione condivisa può essere resa una realtà effettuale. Non basta certo che il Regolamento venga approvato, come è stato fatto a Monza lo scorso marzo: se i cittadini non sono resi consapevoli della portata innovativa di questo strumento, “c’è il rischio che l’intuizione alla base del Regolamento non venga colta”, sottolinea in apertura il vicesindaco Bertola. Ed ecco che la grande partecipazione dei cittadini monzesi a questo primo incontro lascia già ben sperare, confidando in un’altrettanto partecipata fase di proposte dai cittadini e di progettualità condivisa.
Monza, d’altra parte, ha già dimostrato di essere reattiva alle precedenti iniziative che in questo senso sono state mosse dall’amministrazione, aggiunge l’assessore Longoni: iniziative come il Bilancio Partecipativo, le “Pulizie di Primavera”, o altre attività partecipative in ambito scolastico, hanno registrato entusiasmo da parte dei cittadini. Il Regolamento andrà allora a “cementificare” quanto fatto finora, in primis con l’obiettivo di alleggerire e semplificare gli aspetti burocratici, mentre non intende essere – è bene chiarirlo e ribadirlo – un escamotage per tagliare servizi che il pubblico non vuole fare. Il Regolamento sarà innanzitutto un punto di partenza per un percorso civico condiviso, intendendo fare cultura nel modus operandi della relazione cittadino-PA: con l’art.1 comma 3 del suo Regolamento, Monza fa della collaborazione la «normale modalità d’azione» tra le parti, del tutto equiparata all’uso degli altri tradizionali strumenti (rinvio all’articolo di Fabio Giglioni per approfondire).
L’amministrazione condivisa come processo di apprendimento civico
A prima vista, le attività che possono essere svolte attraverso i cd “patti ordinari” di collaborazione possono sembrare banali azioni di cura e manutenzione di beni comuni. Le tantissime esperienze che in questi anni Labsus ha raccontato, le testimonianze di chi le ha vissute da protagonista, la realtà oggettiva dei beni che sono divenuti “comuni” grazie alla pratica condivisa, rivelano però tutt’altro scenario. Uno scenario fatto di relazioni nuove, di responsabilità assunte, di energie liberate: la cura condivisa dei beni comuni è una vera e propria palestra di apprendimento civico, come dimostrano le pareti di una scuola elementare che rimangono “pulite più a lungo”, perché i bambini stessi hanno contribuito a dipingerle, racconta il Prof. Arena. “Costruire comunità, liberare energie” è, non a caso, il nome del progetto che Labsus sta portando avanti con alcuni comuni lombardi e grazie al contributo della Fondazione Cariplo, con l’obiettivo di rendere strutturale l’amministrazione condivisa.
Il cambio di paradigma insito nelle prime tre righe dell’art. 118 della nostra Costituzione, peraltro, risulta tanto più necessario se si guarda alla complessità delle sfide che l’attualità ci pone davanti, una complessità che la recente Riforma del “Terzo Settore” (denominazione che, non a caso, rispecchia ancora lo schema bipolare Pubblico versus Privato) sembra voler finalmente affrontare. Il Regolamento, uno strumento semplice e modificabile in base al contesto, si inserisce in questa nuova consapevolezza, rinnovando e legandosi ai primi 3 articoli della Costituzione, dando finalmente forma a quel principio di sussidiarietà orizzontale per troppo tempo inapplicato, ed il cui cuore sta nei patti di collaborazione, semplici o complessi, fonti del diritto.
L’amministrazione condivisa è, anche e soprattutto, un antidoto potente contro i pericoli che la sfiducia nella politica, il disprezzo verso le istituzioni, lasciano facilmente presagire, e di cui, purtroppo, vediamo già alcuni effetti catastrofici: “dove c’è assunzione di responsabilità c’è speranza!”, conclude Arena.
Beni comuni e comunità
Anche l’intervento di Viganò sottolinea l’importanza di saper riconoscere e canalizzare le energie che l’attivismo civico, così come il volontariato – in alcuni casi quasi “inconsapevole” – possono liberare. Il volontariato crea comunità, e la già citata Riforma del Terzo Settore (così come la “Buona Scuola” – aggiunge Viganò – nonostante “luci e ombre” della riforma) ha afferrato il concetto, valorizzando nettamente il ruolo ed il raggio di azione di enti come il CSV.
L’incontro si è concluso con un ampio dibattito e domande dal pubblico, un’occasione per approfondire elementi specifici del regolamento monzese e dei prossimi step. In particolare, come illustrato da Longoni, sul sito del Comune è stato già predisposto un formulario da compilare per le proposte (almeno per i patti ordinari). Saranno organizzati dei “Laboratori civici“, con la presenza di tecnici e di facilitatori per l’ideazione dei patti. Sono previsti degli strumenti, quali il crowdfunding civico o le sponsorizzazioni, al fine di valorizzare le iniziative meritevoli. Per i patti complessi, infine, è in atto un censimento per l’individuazione dei beni che possono esserne oggetto, censimento cui possono contribuire anche i cittadini proponendo l’inserimento di beni non ancora inclusi.
Il Comune s’impegna ad utilizzare tutti i canali di comunicazione a sua disposizione, sia per sciogliere le difficoltà burocratiche, sia per informare l’intero processo ad una totale trasparenza. D’altra parte, è nel suo interesse, e nell’interesse di tutti, che i cittadini partecipino, davvero.
LEGGI ANCHE:
- Monza, delibera di Consiglio comunale del 21 marzo 2016, n. 15
- Prime riflessioni sul diritto dell’amministrazione condivisa
- Il Regolamento c’è, ma i cittadini lo sanno?
- Il principe, il rospo ed i beni comuni
- Labsus incontra i funzionari delle “città del Regolamento”