Nel settembre 2016 il Consiglio Comunale di Cinisello Balsamo ha approvato il Regolamento che disciplina le forme di collaborazione tra i cittadini e l’amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei beni comuni urbani. Il Comune, oltre ad essere stato uno dei protagonisti del nostro progetto in Lombardia, ha inoltre ospitato una sperimentazione di “agopuntura urbana” (in foto) curata dai Needle, che durante l’evento al Politecnico esporranno alcune delle loro tavole.
Le peculiarità del percorso
Il percorso intrapreso dal comune di Cinisello si è protratto per quasi un anno al fine di costruire quasi un sistema, un’architettura ad hoc, all’interno della macchina comunale. L’idea di partenza si è basata sulla consapevolezza che, senza una struttura solida e ben radicata, regolamento e patti di collaborazione avrebbero rischiato di non incidere effettivamente sul rapporto tra amministrazione e cittadini. Uno o più referenti di tutti i settori del comune hanno seguito un percorso di formazione sul tema ed il regolamento è nato grazie ad una costruzione meditata e condivisa. Insomma, “una macchina che si è mossa tutta insieme rispetto a questo tema, dando vita a un’unità di progetto chiamata ” Beni Comuni ” all’interno dell’amministrazione comunale” utilizzando le parole dell’assessore Gianfranca Duca.
La seconda peculiarità del percorso di Cinisello è racchiuso nell’esperienza dei laboratori territoriali; Gianfranca duca afferma “per quasi un anno siamo andati in tutti i quartieri (dove già erano presenti forme di aggregazione in essere, quali centri anziani, associazioni…) aiutati da Labsus, condividendo il percorso con i cittadini. La particolarità è proprio questa: ci siamo formati molto per poter creare un sistema“.
E’ da rilevare, inoltre, che a Cinisello stanno nascendo i metapatti: alcune associazioni vorrebbero agevolare la realizzazione della cornice aiutando in tutti i patti. Si mettono a disposizione per poter fare da supporto ai patti, nel limite delle loro competenze. E’ un’idea nuova, di grande solidarietà , su cui il comune sta lavorando.
In che modo il comune ha fatto propri i temi e le osservazioni sollevati dai cittadini
Cinisello ha un’esperienza di partecipazione e collaborazione pluriennale. Ne sono un esempio i contratti di quartiere. Si è anche lavorato molto per dare chiarezza e trasparenza rispetto ai beni comuni. All’interno del sito del comune di Cinisello esiste una sezione chiamata Beni comuni in cui appare la modulistica (che è molto semplice) affinché un patto di collaborazione possa essere posto in essere. Questa condivisione di informazione, peraltro, non evidenzia solo i patti conclusi ma pubblichiamo anche le richieste presentate mantenendo i cittadini sempre informati sulle possibili prospettive.
Le tempistiche per portare a termine un patto di collaborazione
Le tempistiche sono strettamente correlate al tipo di patto e alla complessità delle tematiche affrontate. Alcuni vengono conclusi in una settimana, altri richiedono più tempo (solitamente attorno alle 4 settimane). L’assessore ci ha raccontato di una proposta da parte dell’associazione culturale Gli andronauti che prevede la presa in carico di una scuola durante le ore serali e la trasformazione di un laboratorio di applicazioni tecniche in un teatro permanente. Il comune sta già lavorando per la conclusione del patto, entro 4 settimane, nonostante si tratti di un’iniziativa complessa che chiama in gioco numerosi interessi.
I patti di collaborazione come strumento di welfare generativo
“Per il nostro comune ha rappresentato la chiave di volta: le lezioni del professor Arena ai tecnici del comune, l’aver ingaggiato il dirigente capo all’ufficio del sindaco che ci ha creduto fin dall’inizio, il dott. Caruso, hanno fatto sìche su questo modello nascesse un modello specifico all’interno del comune: il welfare generativo. L’esito di questo percorso è stato un cambiamento copernicano all’interno della macchina comunale. Ne è derivata l’idea che si può andare oltre alla dimensione assistenziale: lavoriamo innanzitutto con le risorse che i cittadini portano insieme alle difficoltà , cercando di mettere queste risorse a disposizione della comunità . La famiglia non è più considerata solo come soggetto in difficoltà ma anche come capace e portatrice di risorse e competenze. Si è modificata la modalità dei rapporti tra cittadini e Pubblica amministrazione“, afferma l’assessore Gianfranca Duca.
Il prossimo evento I beni comuni presi sul serio
“Cercheremo di dare rilievo e venire all’incontro con una visione corale. Questa dimensione di insieme è per noi essenziale. Vorrei portare un esempio di questa idea di coinvolgimento: all’interno dell’alternanza scuola-lavoro presso il liceo della nostra città vorremmo inserire un percorso sui beni comuni. Speriamo infatti che all’evento del 29 partecipino anche alcuni studenti. Partecipazione corale nel senso che l’augurio è che entri anche nel corso di studi, nella costituzione della cittadinanza attiva.”
L’incontro di venerdì29 settembre, insomma, vedrà la partecipazione di persone che hanno lavorato intensamente per creare un nuovo modello di amministrazione condivisa, con un lungo percorso alle spalle e, stando all’entusiasmo dell’assessore Gianfranca Duca (che ringraziamo) e ai risultati finora raggiunti, con prospettive rosee per il futuro. Simili esempi non possono che confermare che un nuovo modello di cittadinanza e collaborazione è possibile e può condurre a grandi miglioramenti.
LEGGI ANCHE:
- Prendere sul serio i beni comuni: la sostenibilità è una pratica di condivisione
- La rigenerazione urbana secondo #Needle: da sognare e realizzare insieme
- Costruire comunità , liberare energie
- Al via i Laboratori civici di Labsus in Lombardia: luoghi di condivisione, per i beni comuni