Grande partecipazione e interesse hanno animato l’incontro a Latina “Verso un’amministrazione condivisa” che si è svolto il 26 settembre alle 17.30 presso il palazzo comunale.
Ad aprire i lavori è stato il sindaco di Latina Damiano Coletta che ha posto l’accento sul concetto di amministrazione condivisa come necessario modello da applicare per cambiare il rapporto con i cittadini nell’ottica della collaborazione.
Sindaco Coletta: “Dobbiamo cambiare il rapporto tra cittadini e amministrazione a partire dalle regole”
“La proposta di adozione del regolamento sui beni comuni diventa identitario, tappa fondamentale del nostro mandato. Questa città per troppo tempo ha sofferto dello scollamento del rapporto tra cittadini e amministrazione, perché l’amministrazione era concepita come ‘qualcosa di altri’, adesso dare questo regolamento alla città credo sia importante e ringrazio Labsus per il suo contributo”, ha detto il sindaco Coletta durante il suo intervento. Coletta ha poi ricordato l’esperienza di altri Comuni italiani che hanno adottato il testo: “Molti altri comuni hanno già percorso questa strada, altri la stanno percorrendo e questo ci conforta perché non è un salto nel buio”.
Ora la prossima tappa – ha detto il sindaco a margine dell’incontro – “sarà il confronto con una fetta più ampia della cittadinanza. Latina ha nel suo ventre tutte queste potenzialità dobbiamo cercare di metterle a sistema per cambiare il rapporto tra cittadini e amministrazione a partire innanzitutto dalle regole“.
Modello reticolare di governo: i patti di collaborazione
Ad illustrare invece i principi alla base del regolamento e il percorso che ha portato, ad oggi, oltre 130 Comuni ad adottare il testo, è stato il vice presidente di Labsus Fabio Giglioni che ha parlato della sfida che attende i Comuni: “farsi rete ed aprirsi alla collaborazione con i cittadini”. Il Regolamento sui beni comuni ha intercettato un bisogno normativo, la necessità di avere uno strumento che legittimasse le azioni dei cittadini attivi che si prendono cura di un interesse generale, della vita della comunità . “Il concetto di ‘beni comuni’ cosìcome viene inteso da Labsus – ha spiegato Giglioni alla platea – non si basa su una classificazione teorica ma su un concetto pragmatico: i beni comuni sono quei beni di cui i cittadini vogliono prendersi cura assieme all’amministrazione locale“. Emanazione diretta del regolamento sono i patti di collaborazione “uno strumento straordinario che non ha eguali”. “Il patto ha natura negoziale, è flessibile. Tutti possono riempire il patto della propria immaginazione e creatività “, ha precisato Giglioni.
I patti trovano la loro legittimazione nel regolamento e si suddividono in patti semplici per gli interventi più frequenti, per i quali può essere previsto anche uno schema predefinito e in patti complessi che richiedono, proprio per la natura delle attività che si vogliono realizzare, un particolare modello, da definire di volta in volta (come ad esempio Adelfia). Resta il fatto, come ha precisato Giglioni che “i patti funzionano davvero se vanno ad integrare i servizi comunali“.
Leggio: “Costruiamo a Latina un linguaggio condiviso sui beni comuni”
“La giornata di oggi rappresenta un momento fondamentale di passaggio dalla fase di proposta del regolamento sui beni comuni che arriva dall’amministrazione a quella di confronto con i cittadini sullo strumento”, ha rimarcato l’assessora alla Città internazionale Cristina Leggio. Una precisa scelta quella dell’amministrazione di Latina – ci ha spiegato – che ha voluto “proporre uno strumento ancora grezzo perché sia poi la città nelle sue diverse articolazioni a contribuire a definire il linguaggio di Latina sulla gestione condivisa dei beni comuni“.
Dopo la presentazione della bozza di regolamento, Latina passerà al confronto con i tavoli cittadini per capire assieme come declinare, secondo le peculiarità del territorio, il regolamento.
“Nel cuore della nostra esperienza amministrativa – ci ha raccontato a margine dei lavori l’assessora – c’è la partecipazione, avevamo quindi chiaro l’obiettivo di arrivare alla costruzione di strumenti ad hoc. Ma ad un certo punto abbiamo dovuto accelerare perché ci è arrivato dalla città un forte impulso: sono tanti i cittadini e le associazioni che ci raccontano ogni giorno quello che fanno e che ci dicono ‘vorremmo fare questo, in modo riconosciuto e condiviso’. L’amministrazione non ha fatto altro che raccogliere tutte queste energie“.
LEGGI ANCHE:
- Prendere sul serio i beni comuni: la sostenibilità è una pratica di condivisione
- I laboratori civici per uno sviluppo locale fondato sui beni comuni
- Costruire comunità , liberare energie