Pisa: non solo “vituperio de le genti”, ma “un misto di città grande e di città piccola” che ha dato i natali a Galileo Galilei e a Leonardo Pisano, detto il Fibonacci, e che custodisce Piazza dei Miracoli, annoverata fra i Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO, nonché alcune delle università più prestigiose al mondo; è una città immersa nella cultura, ricca di fermento e molto sensibile alle tematiche di cittadinanza attiva e partecipazione. Conta poco più di 90.000 abitanti e per questo nel 2009, a seguito dell’abolizione delle circoscrizioni di decentramento per i comuni al di sotto dei 100.000 abitanti, operata dalla Finanziaria 2008, il Consiglio Comunale ha istituito i Consigli Territoriali di Partecipazione (CTP) quali nuovi organismi di partecipazione, senza oneri finanziari per il Comune, e quali intermediari tra le istituzioni e le istanze della cittadinanza.
Come si è arrivati all’approvazione del Regolamento?
Insieme con Labsus, promotrice del Regolamento a Pisa è stata l‘associazione culturale Iris, composta prevalentemente da ragazze e ragazzi e fondata nel giugno 2014 per promuovere i principi di partecipazione e cittadinanza attiva nel Comune e nella Provincia di Pisa. L’associazione promuove al proprio interno anche un percorso formativo della durata di due anni, la Scuola di Partecipazione Politica (rete del Movimento Politico per l’Unità ), aperta a giovani dai 18 ai 30 anni, che si arricchisce del contributo offerto da amministratori locali, docenti universitari e parlamentari.
Dopo aver conosciuto la realtà del Regolamento grazie a Stefano Zamagni, docente di Economia Politica dell’Università di Bologna ed aver preso contatti con il Dott. Donato di Memmo del Comune di Bologna, tra gli artefici del Regolamento, nel maggio 2015 l’associazione Iris ha proposto al Sindaco Marco Filippeschi e all’Amministrazione Comunale di Pisa di intraprendere il percorso per l’adozione del Regolamento sull’esempio di Bologna e dell’iniziativa nazionale promossa da Labsus, mirata alla diffusione in tutta Italia di questo nuovo strumento che garantisce la partecipazione della cittadinanza attiva e l’applicazione del dettato costituzionale sul principio di sussidiarietà orizzontale.
Il testo proposto da Iris, grazie alla collaborazione con i funzionari comunali Simone Consani e Roberto Marchi, è stato quindi valutato dai CTP, i quali hanno coinvolto la cittadinanza del territorio, attraverso una serie di incontri avvenuti tra settembre e ottobre 2015, ed esposto le loro osservazioni. La nuova formulazione è cosìstata successivamente sottoposta all’esame delle Direzioni comunali interessate, per poi essere finalmente inoltrata con modifiche al Consiglio Comunale, dopo un anno di immobilità all’interno della macchina amministrativa. Infine, dopo l’esame da parte della Prima Commissione Consiliare Permanente, che ha approvato alcuni emendamenti formulati da alcune associazioni del territorio, il testo è stato approvato a larga maggioranza.
Una vera rivoluzione concettuale
Sono state mosse critiche al testo approvato in Consiglio Comunale, come anche al percorso di partecipazione che ha portato all’adozione del Regolamento stesso, soprattutto da parte del Progetto Rebeldàa, una rete informale di gruppi e associazioni attive sul territorio e tra i promotori del Municipio dei Beni Comuni, un soggetto esteso e trasversale, radicato nel territorio, che raccoglie associazioni, liste studentesche, gruppi, collettivi, sindacati e partiti, che operano per la difesa e il diritto di godimento dei beni comuni.
Di vera e propria “rivoluzione concettuale” ha parlato invece il sindaco Filippeschi: di un cambiamento di paradigma nel modo di rapportarsi con l’amministrazione pubblica. “Senza gravare sui cittadini doveri che sono della struttura amministrativa complessa, ci sono tanti lavori di cura urbana e organizzazione che possono essere pattuiti tra Comune e gruppi di cittadini che consapevolmente scelgono un obiettivo. Noi siamo andati a regolarizzare delle pratiche che a volte sono spontanee, come ad esempio quelle di cittadini che curano spazi verdi o sono sentinelle anti-degrado. In questo modo potremo attivare meccanismi che consentiranno di trasferire aiuti e finanziamenti a queste attività , sulle quali svolgeranno un coordinamento i Ctp”.
Il percorso promosso dall’associazione Iris ha permesso il confronto di diverse realtà associative sul tema, culminato in un incontro aperto all’Università di Pisa dal titolo “Liberare energie: i beni comuni e i regolamenti di amministrazione condivisa” con Rossana Caselli, referente regionale di Labsus in Toscana.
“Spesso parliamo di partecipazione come se fosse una pratica di routine quotidiana senza soffermarci sul suo vero significato. Ho piacere nel ricordare Giorgio Gaber che, in una storica canzone, affermava che Libertà è Partecipazione. Credo che stia proprio qui la sua essenza, perché la partecipazione rende libera la persona, permettendole di essere viva e attiva nei rapporti con gli altri: con le altre persone e con le istituzioni. Essere liberi nel partecipare, costruendo relazioni che superano pregiudizi e superficialità , accogliendo ogni diversità come una ricchezza, ci consentirà di costruire insieme vera Democrazia” dichiara Roberto Marchi, responsabile del CTP1 del Comune di Pisa.
L’incontro “Cittadini attivi e beni comuni”
Martedì10 ottobre alle ore 17 si terrà proprio a Pisa l’incontro pubblico “Cittadini attivi e beni comuni“, organizzato dall’Associazione degli Allievi della Scuola Superiore Sant’Anna, in cui verranno discusse le regole e le opportunità per il recupero e la promozione di spazi abbandonati in un’ottica di legalità : alla ricerca degli ostacoli che possono pregiudicare la collaborazione tra cittadini ed istituzioni nel riutilizzo dei beni comuni e delle possibili soluzioni. Saranno presenti l’Associazione Teatro Rossi Aperto, il Dott. Andrea Ferrante, Assessore alla Cultura del Comune di Pisa e il Prof. Gregorio Arena, presidente di Labsus.
- Nasce la rete regionale toscana di Labsus per l’amministrazione condivisa
- Pisa, tutti i colori dei beni comuni
- La cittadinanza attiva, i beni comuni e il destino della democrazia
ALLEGATI (1):