Abbiamo festeggiato recentemente a Bologna gli Stati generali dell’amministrazione condivisa, esattamente 10 anni dopo la presentazione sempre a Bologna del primo Regolamento-tipo per la collaborazione fra cittadini e istituzioni per la cura dei beni comuni.
In questi 10 anni nel campo dell’amministrazione condivisa ci sono state tante novità, sia sul versante istituzionale, sia su quello della società civile organizzata. Sul primo versante, basti dire che ormai sono oltre 300 i comuni che hanno adottato il “nostro” Regolamento, fra cui, dopo otto anni di battaglie delle associazioni romane, anche Roma. Sul versante dei cittadini, basta il dato numerico di oltre 8 mila patti di collaborazione stipulati in tutta Italia per far capire che ormai l’amministrazione condivisa è saldamente radicata e legittimata come un modello complementare rispetto a quello tradizionale.

Un Regolamento open source

Presentando a Bologna il primo Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni avevamo detto che la disciplina del “funzionamento dell’amministrazione condivisa è stata pensata in modo tale che gli amministratori locali di tutta Italia, ma anche le organizzazioni civiche, possano scaricare il testo del regolamento dal nostro sito e adottarlo così com’è, oppure modificarlo per adattarlo alle loro realtà locali”.
E aggiungevamo “Non chiediamo nulla in cambio, se non un aiuto per migliorare il regolamento inviandoci la loro versione, quella modificata per adattarla alle varie realtà. Noi pubblicheremo queste diverse versioni sul nostro sito mettendole a disposizione di tutti. In questo modo nel corso del tempo si andrà formando una sorta di catalogo delle varie versioni del regolamento, adattate a diverse realtà del nostro Paese, consentendo a chi lo vorrà di poter scegliere la più vicina alle esigenze della sua amministrazione. Insomma, una sorta di regolamento open source, che come il software libero migliora nel tempo grazie al contributo dei suoi utilizzatori”.
In effetti è andata proprio come avevamo auspicato: nel corso degli anni ci sono state mandate dalle amministrazioni locali e dalle associazioni centinaia di versioni del Regolamento “primigenio”, diciamo così, che abbiamo pubblicato sul sito nell’apposita sezione, un lungo e interessante elenco in ordine sia cronologico di adozione, sia alfabetico. In realtà gli adattamenti del testo originario del Regolamento alle realtà locali sono stati assai minori di quanto avevamo ipotizzato, anche perché alla fine il modo di funzionare dei patti di collaborazione è praticamente uguale ovunque, nelle città come nei paesi, al nord come al sud.

Un nuovo testo di riferimento per comuni e associazioni

Ciò non toglie che nel corso di questi anni ci siano stati dei cambiamenti rispetto al testo presentato a Bologna il 22 febbraio 2014, dovuti più che altro all’esperienza pratica nostra e di tanti comuni nell’applicazione del Regolamento e dei patti. E dunque, per tener conto di questa evoluzione, già tre anni dopo la presentazione avevamo redatto e pubblicato un “prototipo Labsus” del Regolamento, per i motivi spiegati dal Prof. Fabio Giglioni nell’articolo che lo accompagnava. Da allora, questo prototipo è stato utilizzato da centinaia di comuni come testo di riferimento per l’adozione del Regolamento per l’amministrazione condivisa da parte dei rispettivi Consigli comunali.
Ma dal 2017 ad oggi altre modifiche sono state apportate al prototipo, tanto da rendere necessaria una revisione generale di quel testo ed un suo aggiornamento. Il risultato di questo lavoro è il testo del Regolamento che trovate qui sotto in italiano e in inglese, aggiornato al giugno 2024.