Venezia, 1994, pagg. 137

Riconoscere ai cittadini il potere di partecipare si traduce nel rendere gli stessi parte di un rapporto paritario con il sistema pubblico

Questo passaggio si sostanzia nel riconoscere ai cittadini il potere di partecipare all’esercizio di quelle funzioni che tradizionalmente costituiscono un monopolio del potere pubblico, si traduce nel rendere gli stessi parte di un rapporto paritario con il sistema pubblico. Ciò comporta un ampliamento dei diritti soggettivi che integra l’autonomia privata con una nuova “autonomia civile”. E non si tratta di un arricchimento confinato in una dimensione puramente individuale: la libertà che consente la partecipazione nell’attività delle strutture pubbliche comporta per il singolo individuo l’impegno ad agire non solo nel proprio esclusivo interesse, ma a considerare anche la ricaduta della sua azione nell’interesse della collettività. Si dà così concretezza al principio della solidarietà ribadendo nel contempo il valore dell’esistenza individuale.


Nel momento in cui si riconosce ai cittadini la titolarità della libertà attiva, della partecipazione diretta non alle istituzioni ma all’esercizio delle funzioni, non si apporta solo una modifica alla loro posizione, bensì inevitabilmente si prende atto di una sostanziale evoluzione della forma di stato. È il passaggio verso la demarchia. In altri termini, si supera la figura dello stato-persona monodetentore di tutte le funzioni pubbliche, separato dalla collettività e promotore di un interesse pubblico inteso soltanto come suo proprio.


Condividere le responsabilità
Inoltre la libertà attiva, concretizzandosi in un rapporto collaborativo tra cittadini e amministrazione, comporta una condivisione di responsabilità sulla base della quale si instaura un nuovo reale consenso che permette di superare la crisi di rappresentatività delle autorità, crisi che l’Autore ricostruisce nelle sue diverse componenti ripercorrendone l’evoluzione storica.


Sempre valorizzando il potere di partecipazione, di sostituzione e di controllo riconosciuto in capo ai cittadini è possibile trovare la chiave per costruire una nuova amministrazione più responsabilizzata, imparziale, giusta nel rispetto dei diritti dei cittadini ed efficiente; in altri termini un’amministrazione che non si limita a superare un mero controllo di legittimità formale, ma che si impegna anche a garantire l’adeguatezza del suo agire. Di nuova e più concreta legittimità risulta così investito l’atto amministrativo, di nuova e più flessibile organizzazione risulta forgiata la struttura amministrativa, di nuova e più profonda tutela risulta garantito il cittadino nelle situazioni che tradizionalmente sono considerate meri interessi legittimi.


Quindi un nuovo cittadino, un nuovo Stato ed una nuova amministrazione che non disdegna di concretizzarsi in un tutt’uno con l’intera società.


Feliciano Benvenuti, Il nuovo cittadino. Tra libertà garantita e libertà attiva. Venezia 1994, pagg. 137