Milano 2004, pagg. 274

Chiarito il significato del principio di sussidiarietà e ricostruitene le origini storico – filosofiche, l’Autore si concentra sulla sua dimensione verticale per approfondire il rapporto fra competenze comunitarie e competenze degli Stati membri con un’accurata analisi normativa e giurisprudenziale. La riflessione si sposta quindi sulla nostra Carta Costituzionale, sia nella sua versione precedente che successiva alla novella del Titolo V, e sulla connessa normativa ordinaria per rilevare riferimenti impliciti ed espliciti al principio di sussidiarietà, per delineare l’organizzazione delle funzioni amministrative ed in generale i rapporti fra Stato ed autonomie territoriali. L’attenzione si focalizza così sui rapporti Stato – Regioni per coinvolgere la tematica delle competenze legislative e, esaminando anche la posizione espressa in merito della Corte Costituzionale, per delucidare le connessioni fra sussidiarietà, leale collaborazione tra i soggetti della Repubblica, principio di legalità, giustiziabilità delle attribuzioni costituzionalmente garantite.
L’Autore si addentra quindi nell’esame delle relazioni che si instaurano tra settore pubblico e soggetti privati a fronte dell’assunzione da parte dei cittadini di attività di interesse generale; in particolare, rifacendosi alla formulazione dell’art. 118 ult. co. Cost., ci si interroga sulla qualifica dei soggetti sussidianti e di quelli sussidiati, sul comportamento dell’amministrazione insito nel sintagma “favoriscono” e sui profili oggettivi propri del principio.

Il secondo capitolo si concentra sui rapporti fra impresa, Stato e solidarietà, riscoprendo in primo luogo il principio di sussidiarietà orizzontale come canone di bilanciamento tra libertà di iniziativa e diritti sociali, come possibilità di coinvolgere in modo razionale e spontaneo il mondo imprenditoriale nell’attuazione di interessi tutelati dall’ordinamento, ovvero nella solidarietà partecipativa. Proprio il principio di solidarietà ed il tema delle libertà economiche assurgono ad argomenti privilegiati d’analisi e vengono esaminati nella loro valenza sia sul piano interno che su quello comunitario. Sono quindi evidenziate le differenze che sul punto regnano tra i due ordinamenti, ma anche la possibilità di un coordinamento ponendo l’accento soprattutto sul diritto al lavoro e sul valore sociale riconosciuto all’impresa.
La riflessione si mantiene quindi incentrata sui principi di solidarietà e sussidiarietà: la sussidiarietà è presentata come razionalizzazione della solidarietà, come suo stesso contenuto, come espressione in termini giuridici dell’attività di ausilio. E l’analisi si amplia per esaminare il plasmarsi di uno Stato sussidiario come alternativa allo Stato assistenziale, per ripercorrere la disciplina del procedimento amministrativo con riflessioni in merito alla democratizzazione dell’azione amministrativa ed alla posizione riconosciuta ai cittadini nell’attuazione dinamica dell’ordinamento.

Tema del terzo capitolo sono i rapporti che, all’insegna del principio di sussidiarietà, vengono ad instaurarsi tra Stato, mercato e non profit nell’ordinamento comunitario ed interno. Particolare attenzione è rivolta all’analisi del terzo settore ed al sistema integrato dei servizi sociali, all’applicazione del principio di sussidiarietà nei procedimenti ad evidenza pubblica ed ai problemi che possono emergere nei rapporti tra privato for profit e non profit. Costanti sono inoltre le riflessioni in merito all’evoluzione e alla problematiche relative allo Stato sociale, riflessioni che si estendono anche all’esame di tematiche quali quelle relative alle nozioni di sicurezza sociale e di cittadinanza.