Cittadini attivi e democrazia partecipata

Come si può partecipare alla vita pubblica ed essere sovrani applicando il principio di sussidiarietà 
Ce lo dice una recentissima indagine promossa dall’Arci: il dieci per cento!

E quanti invece i cittadini interessati a partecipare alla vita pubblica impegnandosi nel volontariato e in iniziative che riguardino il sociale o le attività ricreative e culturali? Il trenta per cento, ossia all’incirca 14 milioni di italiani!

Un nuovo spazio di partecipazione

Questo fa pensare che l’art. 118, u.c. della Costituzione, che legittima l’autonoma iniziativa dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale, non sia soltanto la norma costituzionale che riconosce ai cittadini un ruolo di protagonisti nel risolvere problemi che riguardano la collettività, bensì sia anche lo strumento giuridico che apre nuovi e inediti spazi di partecipazione democratica di cui (come i dati ora citati dimostrano) molti sarebbero disposti ad avvalersi.

Del resto, non è difficile comprendere che quello che i cittadini attivi fanno è molto di più che non semplicemente prendersi cura dei beni comuni, bensì è qualcosa che ha a che fare con l’essenza stessa della democrazia e con lo sviluppo dei suoi valori. E’ proprio il modo di essere cittadini, di fare i cittadini, che cambia grazie al principio di sussidiarietà, perché i risvolti politici, in senso lato, della cittadinanza attiva sono molteplici, sotto diversi punti di vista.

Democrazia e cittadinanza attiva

C’è soprattutto un nesso inscindibile e fortissimo fra democrazia e cittadinanza attiva. Diritti fondamentali e cittadinanza attiva sono infatti assolutamente complementari, due facce della stessa medaglia, perché per assumere iniziative autonome nell’interesse generale è indispensabile che ai soggetti che si attivano siano garantiti i diritti di libertà e riconosciuti i diritti sociali. Per poter essere cittadini attivi è necessario innanzitutto esser liberi: liberi di esprimere le proprie opinioni, di riunirsi, associarsi, spostarsi, comunicare, confrontarsi con altri.

I cittadini attivi sono cittadini che “usano”, per così dire, al massimo grado i propri diritti costituzionalmente garantiti. E così facendo li sviluppano, li arricchiscono, li radicano nella vita di tutti i giorni attraverso modalità inedite di partecipazione alla vita pubblica che si realizzano non con il voto (e quindi la delega ad altri per la soluzione dei problemi di interesse generale), ma piuttosto attraverso una diretta assunzione di responsabilità per la concreta soluzione di quei medesimi problemi.

Partiti e sindacati

Anche in tal modo si realizza quella “effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese" che la Costituzione si preoccupa di garantire insieme con la rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana (art. 3, 2°c. Cost.). Ma è una forma di partecipazione che i membri dell’Assemblea Costituente mai avrebbero potuto immaginare in questi termini, considerato che all’epoca la partecipazione che essi avevano in mente era principalmente quella che poteva manifestarsi attraverso l’esercizio del diritto di voto e la partecipazione alle attività dei partiti politici e dei sindacati. Una partecipazione alla vita del Paese mediata dalla partecipazione a soggetti collettivi quali i partiti e i sindacati, i quali a loro volta esprimevano nelle sedi istituzionali la volontà dei propri aderenti.

Sussidiarietà e sovranità

L’attivarsi dei cittadini sulla base del principio di sussidiarietà configura invece una nuova forma di partecipazione alla vita pubblica, che si esprime attraverso le “autonome iniziative dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale”, che non è riconducibile alle categorie tradizionali della partecipazione politica e che può essere considerata come una modalità nuova di esercizio di quella sovranità popolare che la Costituzione prevede sia esercitata “nelle forme e nei limiti” da essa stessa indicati (art. 1, 2°c.).

La nuova forma di partecipazione alla vita pubblica che si realizza quando i cittadini si attivano ai sensi dell’art. 118, u.c. trova dunque alimento nei diritti di libertà tradizionali ed al tempo stesso si configura come una nuova e più diretta forma di esercizio della sovranità popolare. Grazie al principio di sussidiarietà i cittadini attivi possono dunque esercitare la propria sovranità in forme inedite, ma non meno significative e incisive delle forme tradizionali ai fini della realizzazione di una maggiore democrazia complessiva nel nostro Paese.