Un "tesoro di cittadino" in pratica.

Il vero patrimonio del'amministrazione di Reggio Emilia e il capitale sociale della sua comunità .

Partiamo da un dato poco conosciuto: Reggio Emilia è la città  italiana con la più alta percentuale di export dal proprio territorio. Passiamo per un altro dato molto più noto: Reggio Emilia è la città  degli asili nido modelli. Le sue insegnati vengono chiamate in giro per il mondo, non l’Europa, il mondo, per raccontare l’esperienza di questi asili nido.

C’è una connessione tra i due dati? Secondo Mauro Bonaretti, city manager di Reggio Emilia la connessione è diretta.

Un’amministrazione locale efficiente ed efficace
Cerchiamo di capire perché. Prima ipotesi Reggio Emilia ha un’amministrazione locale efficiente ed efficace che risolve i problemi invece di crearli ai cittadini ed alle imprese. Non è poco, è raro, è necessario, ma forse non è sufficiente.

Asili nido modello: cosa vuol dire
Excursus storico. Gli asili nido sono nati, negli anni del Dopoguerra, dalla volontà  delle donne di Reggio Emilia di andare a lavorare. Per farlo si sono riunite, si sono organizzate, hanno aperto dei locali dove hanno raccolto i loro figli. La loro iniziativa è stata “assunta” dall’amministrazione comunale, che, intelligentemente, è partita proprio da queste esperienze di autonoma iniziativa dei cittadini.

Formalmente l’esperienza dei nidi e scuole dell’infanzia comunali di Reggio Emilia ha avuto inizio nel 1963 con l’apertura delle prime Scuole dell’Infanzia, seguita nel 1971 dagli asili nido; un’esperienza in cui è stato elaborato e attuato un progetto pedagogico e culturale che da anni costituisce un riferimento d’intensa vitalità  per la città , ed è oggetto di interesse studio e confronto da parte di insegnanti, pedagogisti, ricercatori, amministratori, personalità  della politica e della cultura provenienti da tutta Italia a da ogni parte del mondo.

Una esperienza educativa per i bambini dai 3 mesi ai 6 anni che si fonda sull’immagine di un bambino dotato di forti potenzialità  di sviluppo e soggetto di diritti, che apprende, cresce nella relazione con gli altri.
L’identità  specifica dei servizi per l’infanzia gestiti dal comune di Reggio Emilia si fonda su alcuni tratti distintivi:
• la partecipazione delle famiglie,
• il lavoro collegiale degli operatori,
• l’importanza accreditata all’ambiente educativo,
• la presenza dell’atelier e della cucina interna,
• il coordinamento pedagogico e didattico.

Seconda ipotesi: i bambini che nel 1965-7 avevano tre anni sono i quarantenni di oggi, persone forgiate dall’idea di un bambino dotato di forti potenzialità  di sviluppo e soggetto di diritti, che apprende e cresce nella relazione con gli altri.

Collegialità , relazione, confronto, corresponsabilità , partecipazione
Il progetto di partecipazione delle famiglie alla vita e alla gestione dei servizi per l’infanzia comunali è fortemente dentro alla storia dell’esperienza, sia per la genesi delle prime scuole, che furono costruite e aperte grazie ad iniziative popolari, sia per una cultura partecipativa radicata nel territorio.

La partecipazione si mantiene viva e si rifonda ogni giorno nella pratica quotidiana di relazione e comunicazione con le famiglie, percepite come risorsa, portatrici di cultura e competenze.
Nido e scuola dell’infanzia concorrono a costruire in città  una cultura dell’infanzia più attenta e consapevole. Si propongono infatti come spazi di incontro e di dibattito con le famiglie e i cittadini sull’esperienza pedagogica e sulle problematiche educative più generali.
In ogni nido e scuola dell’infanzia è presente un Consiglio Infanzia Città  composto da genitori, cittadini, insegnanti, operatori e pedagogista.

L’organizzazione del gruppo degli operatori di ogni nido e scuola dell’infanzia si fonda sul valore della collegialità , della relazione, del confronto e della corresponsabilità .
L’orario di lavoro settimanale del personale è di 36 ore settimanali e comprende sia le ore a diretto contatto coi bambini, che le ore di aggiornamento, di formazione professionale e di incontro con le famiglie.
I turni di lavoro prevedono che durante l’arco della mattina, un tempo intensamente vissuto al nido e alla scuola, tutto il personale (insegnanti, ausiliarie, cuoca, atelierista) sia compresente e questo concorre a costruire le condizioni che danno forma alla qualità  educativa del servizio.

Terza ipotesi: collegialità , relazione, confronto, corresponsabilità , partecipazione sono i cinque ingredienti speciali della ricetta asili nido di Reggio Emilia.

Gli Aalborg Commitments
Il comune di Reggio Emilia ha sottoscritto (con delibera di Giunta) e si è impegnato ad attuare all’interno dell’amministrazione e in seno alla comunità  locale, gli Aalborg Commitments (vedi allegato), definiti nel corso della Quarta conferenza europea delle città  sostenibili svoltasi nel mese di giugno 24 nella città  danese di Aalborg. Nel corso della conferenza Aalborg oltre 11 comuni appartenenti a 46 paesi si sono confrontati sui temi del futuro sostenibile e, in particolare, su come le città  possano divenire ” più ospitali, prospere e creative offrendo una buona qualità  di vita a tutti i cittadini ” .

Quali impegni si è assunta l’amministrazione di Reggio Emilia (insieme alle altre città  che hanno sottoscritto gli Aalborg Commitments?
1. Governance
ci impegniamo a rafforzare i nostri processi decisionali tramite una migliore democrazia partecipatoria.

2. Gestione urbana per la sostenibilità 
ci impegniamo a mettere in atto cicli di gestione efficienti, dalla loro formulazione alla loro implementazione e valutazione.

3. Risorse naturali comuni
ci impegniamo ad assumerci la piena responsabilità  per la protezione e la preservazione delle risorse naturali comuni.

4. Consumo responsabile e stili di vita
ci impegniamo a promuovere e a incentivare un uso prudente delle risorse, incoraggiando un consumo e una produzione sostenibili.

5. Pianificazione e progettazione urbana
ci impegniamo a svolgere un ruolo strategico nella pianificazione e progettazione urbane, affrontando problematiche ambientali, sociali, economiche, sanitarie e culturali per il beneficio di tutti.

6. Migliore mobilità , meno traffico
riconosciamo l’interdipedenza di trasporti, salute e ambiente e ci impegniamo a promuovere scelte di mobilità  sostenibili.

7. Azione locale per la salute
ci impegniamo a proteggere e a promuovere la salute e il benessere dei nostri cittadini.

8.Economia locale e sostenibile
ci impegniamo a creare e ad assicurare una vivace economia locale, che promuova l’occupazione senza danneggiare l’ambiente.

9. Equità  e giustizia sociale
ci impegniamo a costruire comunità  solidali e aperte a tutti.

1. Da locale a globale
ci impegniamo in una azione locale per una pace, giustizia, equità ? e sviluppo sostenibile a livello globale.

Un’amministrazione seria
Ora, la storia di Reggio Emilia ci ha insegnato che l’amministrazione è un’amministrazione seria e quando si impegna a fare qualcosa… si impegna a farlo.

Ad esempio: dall’inizio del 2 il comune di Reggio Emilia ha avviato ufficialmente il Processo di Agenda 21 locale attivando un Forum e numerosi gruppi di lavoro intersettoriali.
Il Forum di Agenda 21 di Reggio Emilia inizialmente era costituito da circa 22 persone, in rappresentanza di oltre 18 organizzazioni (del settore delle amministrazioni pubbliche, delle agenzie di controllo, del settore imprenditoriale, delle associazioni di categoria, del volontariato sociale, ambientalista, dei consumatori, degli ordini professionali, della scuola), che vi hanno aderito formalmente e volontariamente. Successivamente gli aderenti ufficiali al Processo sono diventati oltre 3.

Attualmente si possono contare a Reggio Emilia numerosi progetti di Ag 21 in diversi ambiti (mobilità  sostenibile, rifiuti, acque, educazione, coesione sociale, energia, strumenti di gestione) attuati dai partecipanti al Forum sia autonomamente che in partnership. Il Comune, dicevamo è un Comune serio, e infatti, più o meno questa è la situazione:
• 8 progetti, già  realizzati o in fase di realizzazione, da parte del comune di Reggio Emilia;
• 14 progetti in partnership tra il comune di Reggio Emilia e diversi soggetti locali sul tema della mobilità  sostenibile;
•
15 progetti in partnership proposti da soggetti ” privati ” (imprese, scuole, associazioni di volontariato, associazioni varie);
• 4 progetti svolti autonomamente da vari attori del Forum.

“A Reggio Emilia andiamo a scuola in BiciBus”
Prendiamo ad esempio progetto di educazione alla ” mobilità  sostenibile ” per le scuole elementari e medie inferiori: “Agenda 21 a scuola : a scuola da soli in sicurezza”, nell’ambito del quale è nata l’iniziativa di accompagnamento in bicicletta sui percorsi casa-scuola ” A Reggio Emilia andiamo a scuola in BiciBus”.

Che vuol dire: che la mattina ci sono lunghe carovane di ragazzi che con il loro caschetto e la loro giacchetta, guidati e accompagnati da dei “giovani anziani” vanno a scuola in bicicletta, riducendo traffico e inquinamento.

Il nostro stupore non può a questo punto che diminuire nello scoprire che l’amministrazione di Reggio Emilia decide di generare il futuro della città  affiancando alla riqualificazione della città  e alla catalizzazione dei talenti la “città  della cittadinanza attiva”.

Il capitale sociale di una comunità 
Il vero patrimonio del’amministrazione di Reggio Emilia e il capitale sociale della sua comunità . E questo spiega la convinzione di Mauro Bonaretti.

I cittadini attivi con il loro comportamento producono fiducia nei rapporti fra le persone e verso le istituzioni, sviluppano coesione sociale, realizzano forme nuove di partecipazione alla vita pubblica, danno coraggio e sono di esempio ad altri, creano occasioni di incontro, di confronto, di scambio, di commercio.

Tutto questo va a vantaggio del capitale sociale di una comunità  in cui i cittadini attivi mostrano concretamente come si possa essere cittadini in modo nuovo, comportandosi come persone autonome, solidali e soprattutto responsabili, che, come ama ripetere il nostro presidente Labsus, “nella Repubblica si sentono padroni di casa, non ospiti”. E come tali si comportano, assumendosi la responsabilità  della cura della casa comune.