Residents’ welfare associations: “associazioni per il benessere dei residenti” sono le piccole potenze alleate con Sheila Dixit . Le residents’ welfare associations sono associazioni di quartiere che la nuova carta dei diritti del cittadino ha fatto fiorire per tutta New Delhi. Ce ne sono ormai duemila di queste associazioni e la più grossa rappresenta ben 35mila cittadini. Certo! a New Delhi ci sono 14 milioni di abitanti, ma comunque parliamo di numeri importanti.
Queste “associazioni per il benessere dei residenti” (che bel nome!) collaborano con l’amministrazione locale per risolvere problemi quotidiani che vanno dal miglioramento delle fognature alla raccolta dei rifiuti, dalla viabilità alla manutenzione dei giardini e parchi pubblici.
Almeno una volta al mese, ogni ufficio pubblico è tenuto a ricevere, se questi ne fanno richiesta, una delegazione di cittadini. Oltre ad ascoltare lamentele, proteste e suggerimenti, gli uffici municipali, ci spiega Federico Rampini, dalle pagine di “Io donna di Repubblica”, devono fornire informazioni attendibili, pubblicare rapporti sui progressi compiuti, e versare i finanziamenti per le opere concordate con i “cittadini-controllori“.
Licenziare i dipendenti pubblici?
I cittadini responsabili delle Rwa, armati di un distintivo speciale, bussano alle porte dei burocrati sapendo che esercitano un loro diritto riconosciuto; avanzano lunghe liste di lamentele; e, sentite, sentite!, segnalano ai capi gli impiegati più pigri e maleducati, o avidi di bustarelle.
Certo i cambiamenti non sono istantanei, né travolgenti. Lo statuto della funzione pubblica indiana è molto simile a quello italiano e rimane iperprotettivo. Anche in India è difficile licenziare un impiegato colto con le mani nel sacco: figurarsi uno che è “soltanto” un, direbbe Ichino, “fannullone”.
Ma le associazioni di quartiere sono un guardiano implacabile che almeno rende la vita dura agli inetti e ai ladri. I burocrati peggiori devono subire l’umiliazione di essere convocati davanti ai capi, sottoposti a requisitorie pubbliche da parte dei cittadini. Già si vedono dei piccoli cambiamenti: dei parchi che ripuliti dalla sporcizia e liberati dagli animali randagi tornano a essere frequentabili; qualche miglioramento anche nella raccolta della spazzatura.
Ma chi è Sheila Dixit?
Ha appena compiuto i settant’anni, alle spalle una lunga carriera politica che l’ha vista rappresentare l’India alla Commissione sulla condizione femminile delle Nazioni unite ed è stata più volte ministro del governo federale. Dal 1998 è Chief minister al governo di New Delhi, cioé sindac(hessa) di una città di 14 milioni di abitanti alle prese con problemi immensi, dall’inquinamento crescente all’afflusso di immigrati poveri dalle campagne.
Sheila Dixit forse passerà alla storia, per la rivoluzione silenziosa che ha introdotto nella sua città. Di certo New Delhi non gode, né ha goduto, di gran reputazione, in quanto a qualità della sua amministrazione pubblica.
Del resto quale municipio indiano ha una buona immagine?
Corruzione, inefficienza, burocrazia sono le piaghe ancestrali dell’India. L’intensità delle lamentele non ha raggiunto grandi risultati, finora. Ma qualcosa comincia col cambiare, e proprio la capitale federale può diventare un faro e un modello di cambiamento per altre città.
La rivoluzione introdotta da Sheila Dixit, si chiama Bhagidari che in hindi vuol dire partenariato, cooperazione.
Dietro il termine generico c’è una riforma sconvolgente per le grasse e placide abitudini degli impiegati pubblici: i cittadini attivi. La Dixit ha stabilito un diritto di accesso delle associazioni di cittadini ai loro amministratori, e una simmetrica trasparenza dei burocrati che comporta obblighi precisi.
L’atto più coraggioso deciso dalla Dixit è una nuova normativa municipale sul pagamento delle ditte che fanno lavori pubblici in appalto: New Delhi non paga i suoi fornitori finché non ha ricevuto un nullaosta dalle associazioni dei residenti. Se i cittadini non sono soddisfatti del lavoro l’appalto non viene pagato. È una soluzione drastica, impensabile fino a poco tempo fa nell’universo delle commesse pubbliche dove comandava solo la logica delle tangenti. Applicata a Roma, se non altro, non si pagherebbero la maggior parte degli interventi di manutenzione delle strade. E non parliamo di come finirebbe il bilancio dell’Impregilo a Napoli.
Democrazia e rappresentanza
Consoliamoci: anche lì, naturalmente, l’opposizione non è d’accordo. Il partito nazionalista indù Bjp contesta le novità introdotte dal sindaco, dipingendole come un "potere parallelo" che scavalca il funzionamento della democrazia e delle istituzioni rappresentative come il consiglio comunale. I cittadini avranno presto l’occasione di dire la loro perché le elezioni si avvicinano.
Sheila Dixit forse passerà alla storia, per la rivoluzione silenziosa che ha introdotto nella sua città. Di certo New Delhi non gode, né ha goduto, di gran reputazione, in quanto a qualità della sua amministrazione pubblica.
Del resto quale municipio indiano ha una buona immagine?
L’intensità delle lamentele non ha raggiunto grandi risultati, finora.
Ma qualcosa comincia col cambiare, e proprio la capitale federale può diventare un faro e un modello di cambiamento per altre città.
Per ora Sheila Dixit è popolare e altre città vogliono imitare il suo esempio. Arginare lo strapotere e l’indolenza di un esercito di burocrati: è il sogno di tutti gli indiani che forse comincia a realizzarsi.
Ma è solo un sogno indiano?