L’educatrice familiare e domiciliare che si prende cura dei bambini (fino a un massimo di quattro, tra i tre e i 36 mesi) svolge il servizio presso l’abitazione di una delle famiglie dei bambini accuditi o presso altre strutture fornite dagli enti locali. Per ogni educatrice viene riconosciuto un contributo di 15. euro annui.
Anche in questo caso la regione sollecita la partecipazione delle cittadine per la cura dei bambini, un servizio che permette ai genitori che lavorano di lasciare i propri figli a casa, ma sorvegliati da persone competenti.
Alla presentazione del progetto gli stessi rappresentanti della regione hanno ricordato che con questo servizio si realizza quel principio di sussidiarietà che vede gli enti pubblici e i soggetti privati lavorare insieme per un bene comune a tutti i cittadini.
In questo caso il bene comune sono i bambini, che rappresentano il futuro della Regione, i cui tassi di natalità sono molto bassi.
In allegato la scheda del caso.