Le città contemporanee stanno affrontando scenari complessi di cambiamento sotto molti punti di vista.
Negli ultimi due decenni il volto di molte città è cambiato radicalmente. Si è assistito ad un elevato tasso di crescita della popolazione, grazie al fenomeno migratorio che, da un lato, ha consentito la fornitura di manodopera alle imprese e alle famiglie limitando cosìalcuni processi di delocalizzazione produttiva, ma, dall’altro, ha creato nuove tensioni sul piano della convivenza e della connessa percezione di sicurezza dei cittadini da tempo residenti.
Inoltre la popolazione residente ha acuito alcune tendenze tipiche dei paesi sviluppati quali il progressivo invecchiamento, il tasso di scolarizzazione e la modifica della struttura del nucleo familiare, nella direzione della riduzione del numero di famiglie numerose e dell’aumento elevato di quelle mononucleari.
A questi fenomeni si aggiunge l’emergere di una condizione di incertezza economica diffusa determinata dalla paura di perdere una condizione faticosamente conseguita, dalla progressiva evoluzione del lavoro che spesso viene identificata come precarizzazione, dal timore di scivolare indietro in una scala gerarchica che ha diluito le vecchie classi in un flusso continuo in cui la competizione è per non scivolare indietro in fondo alla graduatoria, mentre le distanze tra i primi e gli ultimi si allungano sempre più.
Quale rappresentanza?
Questa sorta di disarticolazione del sistema sociale ha inevitabili ripercussioni sul sistema della rappresentanza che diviene sempre più particolaristica (fino ad essere individuale) e di conseguenza sulle forme della democrazia e sui processi di formazione delle decisioni pubbliche.
In questo contesto è riapparsa in modo consistente una nuova domanda di politiche e servizi. Convivenza, servizi per anziani, sicurezza, mobilità , rifiuti, scolarizzazione, servizi personalizzati, percorsi della partecipazione articolati e diffusi, sono solo alcune delle richieste di intervento da parte di una popolazione più eterogenea e con nuovi problemi da affrontare.
Un quadro come quello appena delineato, di nuovi e più articolati bisogni a fronte di risorse disponibili in riduzione o, al limite, costanti, non può essere affrontato con i paradigmi tradizionali dell’amministrazione produttrice di servizi: i vincoli economici e la portata dei bisogni non permettono l’equilibrio.
Obiettivi cosìambiziosi possono essere raggiunti solamente se le risorse, anche informali, presenti nelle città si attivano insieme per condividere le decisioni e ad affrontare in modo responsabile la riqualificazione delle modalità di produzione delle politiche pubbliche e di erogazione dei servizi.
E’ forse giunta l’ora dell’amministrazione condivisa?
L’attenzione dell’iniziativa sarà concentrata su come possono le amministrazioni pubbliche affrontare questi temi ed i problemi che essi pongono sul piano delle regole, della rappresentanza, delle capacità e competenze interne, degli strumenti, dell’assetto organizzativo.
Le chiavi di lettura
Nel corso delle tre giornate i temi della democrazia partecipativa e della sussidiarietà orizzontale, verranno affrontati secondo diverse chiavi di lettura.
14 ottobre, prima giornata: rappresentanza, regole e responsabilità .
Nella prima giornata si discuterà su come nuovi approcci nella costruzione delle decisioni pubbliche e nella gestione dei servizi hanno conseguenze sulle regole che le amministrazioni pubbliche adottano per gestirli in modo corretto e trasparente, come essi modificano le tradizionali forme della rappresentanza, come ciò possa comportare la necessità di un nuovo patto tra istituzioni e cittadini, come la contrattazione sociale scardina o rafforza le regole ed i processi della democrazia rappresentativa.
15 ottobre, seconda giornata: processi e strumenti.
Nella seconda giornata la discussione si concentrerà sulle metodologie e sugli strumenti della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini nella governance di un territorio. Come costruire cornici regolative entro le quali coordinare i processi partecipativi? Quando e a che condizioni è opportuno farlo? Quali strumenti utilizzare in funzione degli obiettivi (informazione, consultazione, dialogo, co-progettazione, empowerment)? Che ruolo possono avere le tecnologie per facilitare la partecipazione? Come monitorarne i risultati?
16 ottobre, terza giornata: assetto istituzionale e modelli organizzativi.
Nella terza giornata il focus del dibattito sarà su come la gestione di processi decisionali sempre più complessi ed articolati ed il coinvolgimento diretto dei cittadini nella gestione dei servizi determinano la necessità di ripensare i modelli organizzativi delle pubbliche amministrazioni, i meccanismi di programmazione e controllo, i ruoli organizzativi ed i profili professionali, le strategie di comunicazione, i sistemi delle competenze.
Il ruolo di Labsus
L’iniziativa è organizzata dall’amministrazione comunale di Reggio Emilia insieme al Dipartimento della funzione pubblica, al Formez, in collaborazione con Cittadinanzattiva, Alda (Association of Local Democracy Agencies), la Regione Emilia Romagna e Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà ).
Il comitato tecnico scientifico, del quale fanno parte molti esponenti di Labsus (Arena, Donati, De Leonardis, Donolo, Moro) oltre ad aver costruito l’impianto dell’evento avrà un ruolo attivo nel corso delle tre giornate.
Durante le tre giornate saranno presentati numerosi casi.