“Governare con i cittadini”, l’iniziativa di Reggio Emilia sulla democrazia locale, ha chiuso oggi la prima giornata di lavori nella quale si sono affrontati i temi di rappresentanza, regole e responsabilità nell’ambito della partecipazione e della sussidiarietà orizzontale.
È stato Fabio Giglioni, caporedattore della sezione giurisprudenza di Labsus, a coordinare la sessione di lavoro sulla sussidiarietà e a riportarne poi i contenuti nella tavola rotonda finale.
Giglioni, tra teoria e prassi
“L’incontro è stato molto ricco di proposte e di esempi che hanno dato una gamma ampia di ipotesi di sussidiarietà orizzontale. Il dato è significativo perché la sussidiarietà di per sè mette in tensione i tre concetti di rappresentanza, regole e responsabilità che appartengono a un modo di concepire l’amministrazione come unico detentore dell’interesse pubblico”. Così ha aperto il suo intervento Giglioni.
“Gli esempi – ha aggiunto – mostrano amministrazioni che, per allearsi con i cittadini, si pongono il problema di superare i propri limiti, ad esempio nei tempi. Per la rappresentanza, le amministrazioni capiscono che devono saltare le mediazioni con i cittadini. Rispetto poi alla responsabilità, devono conciliare azioni che favoriscono i cittadini con il bagaglio tipico delle amministrazioni tradizionali”.
Rispetto a questa tensione “in parte le amministrazioni reagiscono tentando di re-istituzionalizzare questi esperimenti, in altri casi si lanciano nella ricerca di nuove forme di cooperazione. È un processo dinamico, ancora in evoluzione dal quale non è ancora possibile tradurre nuove regole”.
Un altro elemento significativo evidenziato da Giglioni è nella consapevolezza dell’amministrazione pubblica rispetto al bisogno di attivare la società civile. “La Pa – ha detto Giglioni – Capisce che ci sono risorse e potenzialità. Se cerchiamo il bene comune del quale ci si prende cura con queste iniziative, lo troviamo proprio nella cura della società civile. Sembra un paradosso, perché, dal punto di vista teorico, la cittadinanza attiva è la forma in cui la cittadinanza si concepisce come risorsa per risolvere un problema alleandosi con la Pa”.
Se da un lato è positivo questo intervento dell’amministrazione, “dall’altro – ha concluso Giglioni – elude un problema: le amministrazioni sono aperte anche ad accogliere le idee dei cittadini quando questi si attivano autonomamente?”
Delrio, i cittadini come risorsa
“Perché certe esperienze funzionano e altre no?” Con questo interrogativo il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, ha aperto il suo intervento, a chiusura della giornata. “È necessario capire la premessa culturale di chi promuove la partecipazione. L’ansia prestazionale è uno degli elementi che mina la solidità del processo. L’amministrazione deve fare il suo mestiere, ma il cittadino non è cliente o utente”.
Secondo Delrio, nello spirito dell’amministrazione condivisa, l’ente chiede al cittadino di attivarsi “non per fornirgli una prestazione ma per costruire una comunità con dei valori e delle priorità essenziali, sapendo che ci sono caratteristiche non mediabili”.
“La premessa è nell’assunzione di valore delle persone che abbiamo davanti. È un elemento di fiducia che si concretizza in problemi di attuabilità, ma anche di valorizzazione delle risorse ‘sussidiarie’: chi è vicino ai problemi li conosce meglio. Non si delega il servizio – ha sostenuto il sindaco – ma si valorizza la vicinanza ai problemi, il sapere che porta”.
Il sindaco ha poi toccato il problema della frammentazione della rappresentanza e quello della comunicazione. “Il tema della debolezza della politica è amplificato dalla stampa. Esiste una responsabilità della comunicazione molto forte nel promuovere il civismo. La partecipazione si basa anche sulla conoscenza dei problemi. Quale contributo dà la stampa? La comunicazione – ha concluso Delrio, riprendendo un tema caro a Labsus – incide sui comportamenti, dunque anche sul civismo”.