A Modena si è svolto ParteciP.A. Salone della democrazia partecipativa

La partecipazione ha ispirato anche l'organizzazione del Convegno, basata sulla Open Space Technology

La partecipazione ha rappresentato il leitmotiv del convegno anche sul versante organizzativo.
Il tratto più originale di ParteciP.A. è rintracciabile infatti nella forma con cui il salone è stato ideato: le tematiche di discussione sono scaturite dall’apporto di tutti i presenti, senza contenuti stabiliti in anticipo né separazione tra relatori e spettatori.
Questa metodologia, conosciuta come Open space technology , consente la creazione simultanea di più gruppi di lavoro e la discussione di temi complessi anche in presenza di gruppi numerosi.

Infatti alle discussioni dela Salone della democrazia partecipativa hanno partecipato 11 persone tra amministratori, funzionari, imprenditori, studiosi e studenti che si sono divisi e riaggregati nei trenta gruppi di discussione che hanno affrontato queste tematiche, che elenchiamo per rileggere uno stato dell’arte della mappa concettualke della democrazia partecipativa (in allegato potete trovare l’istant report delle discusioni):

  • quali modi per attivare o aumentare la partecipazione di tutti i cittadini (31 partecipanti iscritti);
  • strumenti di valutazione dei processi partecipativi a uso delle pubbliche amministrazioni (13 partecipanti iscritti);
  • come essere facilitatori creativi e costruttori anche in un team di lavoro eterogeneo con idee e cornici di partenze diverse (12);
  • gli stakeholders esistono? (19);
  • come fare imn modo che un piano di comunicazione faciliti i processi partecipativi? (11);
  • agorà e tecnologia (1);
  • come conciliare le esigenze locali e sovralocali nella progettazione delle grandi infrastrutture? (8);
  • rapporto tra organi di democrazia rappresentativa e strumenti di democrazia partecipativa (2);
  • il luogo della partecipazione: è necessario o può essere ovunque e a caso? come valorizzare i bar e i luoghi informali come base per la partecipazione: l’esperienza dei "café debat" (17);
  • come coinvolgere gli "immigrati" in un processo partecipativo? esempi di buone pratiche? (15);
  • la partecipazione mantiene le sue promesse? quali e perché? (12 partecipanti);
  • come rendere più efficcace la partecipazione dei cittadini alle scelte delle pubbliche amministrazioni? (6);
  • quali scale territoriali in cui la paretcipazione può svolgersi in modo più efficace? quale può essere il miglior rapporto tra le diverse scale? (11, per Labsus ha partecipato Daniele Donati);
  • il dopo partecipazione. Come facilitare il passaggio da scelte pubbliche avvenute con processi partecipati alla concretizzazione dei risultati e come dare continuità alla partecipazione? (16);
  • il carcere può accogliere processi di partecipazione attiva? (2);
  • come coinvolgere le amministrazioni nei processi di partecipazione (9);
  • presupposto necessario per la partecipazione fuori (5);
  • come far partecipare i giovani (6);
  • spazi urbani permanenti per i processi decisionali inclusivi: "future center"? (1);
  • partecipazione e bambini : trasversalità rispetto a tutti i temi (1);
  • come si misura l’efficacia di un aprocesso partecipativo? quali indicatori adottare? (11);
  • come convincere a partecipare i cittadini che non hanno più fiducia nella pubblica amministrazione (11);
  • formazione degli amministratori e dei cittadini (6);
  • quale ruolo per la pubblica amministrazione rispetto alla partecipazione che si attiva "dal basso" (9)
  • la capacità di ascolto e della gestione dei conflitti nei processi partecipativi (19);
  • rapporto tra democrazia rappresentativa e partecipativa: l’evoluzione del ruolo della cittadinanza (8, proposto da Labsus);
  • costruire una scuola di partecipazione (9);
  • vantaggi del consulente esterno e, o, della gestione diretta da parte delle amministrazioni pubbliche (1);
  • web 2. e partecipazione (12).

Un bel parterre

Oltre alla presenza di alcuni studiosi (Umberto Allegretti, Rodolfo Lewanski, Daniele Donati, Luigi Bobbio, Giovanni Allegretti e molti altri), il convegno ha registrato, dunque, un elevato ed attivo coinvolgimento di cittadini e di studenti universitari, oltre che di amministratori e imprenditori.
Tra le trenta tematiche discusse dai gruppi di lavoro che abbiamo appena elencato si sono evidenziate quelle relative alle modalità utili ad attivare o aumentare la partecipazione di tutti i cittadini alle scelte della pubblica amministrazione.

Gli ostacoli principali emersi dalle discussioni sono stati la mancanza di motivazione, di tempo, di fiducia e di presenza dell’amministrazione, oltre al fattore dei costi e dell’inerzia.
Fattori superabili, secondo le testimonianze dei partecipanti, con strumenti di coinvolgimento pensati ad hoc, che possono spaziare dalle semplici telefonate all’impiego di più ampi attivatori di discussione e partecipazione, veicolando informazioni attraverso l’ausilio di gruppi ed associazioni e coinvolgendo anche anziani e bambini.

Favorire la partecipazione

Il prof. Umberto Allegretti si è concentrato sulle modalità più efficaci per favorire la partecipazione ai diversi livelli territoriali, e sulla relazione che tra questi viene a crearsi.
Lasciata sullo sfondo la tematica critica del rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia partecipativa, è emersa la necessità di intervenire, a livello di circoscrizione comunale, con una suddivisione per scale territoriali, ricomponibili per gradi anche eventualmente alle precedenti suddivisioni amministrative, ad es. il quartiere. Attivato tale processo partecipativo per micro-zone o “unità di vita” omogenee, sarebbe necessario trovare dei meccanismi che consentano di “salire di scala”, ad es. nominando dei delegati o portavoce che illustrino i risultati del processo partecipativo presso apposite commissioni delle circoscrizioni comunali, le quali sintetizzeranno e riporteranno a livello comunale quei risultati. I modelli di transcalarità che sono stati proposti riguardano l’incentivo della partecipazione regionale a livello comunale e della concertazione tra Regioni, Province e Comuni.

Web 2. e partecipazione

Di particolare interesse è risultato il tema seguito dal gruppo "Web 2. e partecipazione". La pubblica amministrazione non possiede, ad oggi, le capacità logistiche e organizzative per offrire un tale supporto, vista la disomogeneità della distribuzione e della concentrazione delle più recenti tecnologie presso la popolazione. L’urgenza e la necessità di provvedere in merito si accompagnano anche all’imperativo di incrementare la capacità di ascolto della pubblica amministrazione. L’attuazione del Web 2. va perseguita non soltanto attraverso il semplice utilizzo di Internet, con strategie che prevedano l’utilizzo anche di canali informali, che impiegano un linguaggio informale e vedono uno scambio “iperveloce” delle informazioni, come avviene ad esempio su Facebook.
Meritevoli di nota le discussioni sul tema della partecipazione legata al luogo materialmente inteso della stessa, all’immigrazione, agli strumenti per la sua valutazione e per la gestione degli eventuali conflitti interni ai processi partecipativi; varie e rilevanti le concrete esperienze raccontate, quali “Agorà e tecnologia: Web 2.” o quella dei “Cafè Debat”.

Il report integrale del Convengo è disponibile all’indirizzo www.comune.modena.it/partecipa



ALLEGATI (1):