Il testo, che è oggetto di un editoriale di Arena, rappresenta una pietra miliare nella dottrina economica della Chiesa e alla sua elaborazione hanno concorso alti prelati ed economisti. L’enciclica è dedicata principalmente alle principali sfide legate alla economia globalizzata nel contesto del moderno quadro socio-economico, quali, ad esempio, il mercato e le autorità pubbliche; lo sviluppo dell’individuo e la dimensione del lavoro; il principio di sussidiarietà nel perseguimento del bene comune.
Mercato e Stato
“Il mercato diventato globale ha stimolato anzitutto, da parte di Paesi ricchi, la ricerca di aree dove delocalizzare le produzioni di basso costo al fine di ridurre i prezzi di molti beni, accrescere il potere di acquisto e accelerare pertanto il tasso di sviluppo centrato su maggiori consumi per il proprio mercato interno. Conseguentemente, il mercato ha stimolato forme nuove di competizione tra Stati allo scopo di attirare centri produttivi di imprese straniere, mediante vari strumenti, tra cui un fisco favorevole e la deregolamentazione del mondo del lavoro”.
L’economia fondata unicamente sulle disuguaglianze e sugli sprechi non permette agli uomini di credere nei principi di solidarietà e di fiducia, attraverso cui possa realizzarsi uno sviluppo economico e sociale nel rispetto delle pari opportunità. E’ necessario che, accanto alle imprese private e pubbliche, possano esprimersi anche organizzazioni che, nell’ambito produttivo, possano perseguire soprattutto finalità mutualistiche e sociali.
Il lavoro e lo sviluppo della persona
Le nuove, recenti regole del mercato sono intervenute in modo radicale sulle normative del lavoro, contribuendo a creare condizioni di disoccupazione e di precariato tali da minare la libertà e la creatività della persona. Il lavoro deve significare per ogni uomo e ogni donna la possibilità di esprimersi liberamente, di contribuire allo sviluppo delle comunità e di assicurare una pensione che permetta di vivere dignitosamente anche nella fase seguente della vita. La perdita del lavoro per un periodo troppo prolungato, così come la dipendenza dall’assistenza pubblica o privata, contribuiscono a svilire e intaccare l’essenza della dignità del lavoratore e dell’uomo.
Il principio di sussidiarietà e il bene comune
Un tema di particolare importanza trattato nell’enciclica è quello relativo al principio di sussidiarietà, quale “espressione dell’inalienabile libertà umana”,ed inteso come aiuto alla persona, grazie al ruolo indispensabile dei corpi intermedi. Esso interviene quando la persona e i soggetti sociali non riescono a fare da sé, favorendo, attraverso l’assunzione di responsabilità, la massima espressione della libertà e della partecipazione delle persone.
Il potere non può risiedere nelle mani di un solo individuo e, al fine di non dare vita a un pericoloso potere universale di tipo monocratico, ricorda lo scritto, il governo della globalizzazione deve essere di tipo sussidiario, articolato su più livelli che possano collaborare reciprocamente. E’ il bene comune globale che le autorità devono perseguire, in un quadro in cui ognuno deve fare il proprio interesse senza andare contro quello altrui. Solamente rispettando interesse di ciascuno si persegue il bene comune perché accanto al fine individuale esiste un bene legato al vivere sociale delle persone.