Considerando il fallimento pressoché totale, tranne alcune virtuose eccezioni, dei provvedimenti adottati dai governi per raggiungere gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto, la mobilitazione diretta dei cittadini a tutela del patrimonio ambientale, che è il bene comune per eccellenza, sembra essere l’unica strada percorribile e, a essere catastrofisti, l’ultima spiaggia dell’umanità.
Ma, senza abbandonarci a toni apocalittici, quali sono le azioni concrete che possiamo, e dobbiamo, mettere in atto per ridurre la nostra impronta ecologica? Gli autori dello studio, pubblicato sui Proceedings of the national academy of science, hanno individuato 17 tipologie di intervento. Ecco alcuni esempi.
In casa. Isolamento termico degli edifici, che permette di ridurre i consumi energetici necessari al riscaldamento d’inverno e al raffreddamento d’estate. Allo stesso scopo è necessario sostituire gli impianti termici divenuti obsoleti con impianti più efficienti. Per quanto riguarda gli elettrodomestici è opportuno, per esempio, evitare programmi di lavaggio in lavatrice troppo lunghi e a temperature troppo elevate, staccare sempre le spine degli apparecchi elettrici non utilizzati ed evitare come la peste la modalità stand by che nasconde, dietro un’apparente inattività, consumi energetici non indifferenti.
In automobile. Rinunciare a stili di guida troppo sportivi, con accelerazioni e frenate continue, e ridurre la velocità massima di crociera (questo non fa bene solo all’ambiente!). Utilizzare pneumatici a basso coefficiente di attrito e, quando si deve sostituire il veicolo, scegliere un modello che, oltre ai comfort e a un’estetica accattivante, garantisca anche consumi ridotti.
Il gruppo di sociologi, economisti e ambientalisti che ha prodotto lo studio calcola che, se sistematicamente attuate negli Stati Uniti (ma avrebbero effetti analoghi anche nel resto del mondo industrializzato) queste azioni porterebbero, nell’arco di un decennio, all’abbattimento del 7,4 percento delle emissioni nazionali. Se si pensa che gli obiettivi di Kyoto, comunque non raggiunti, si accontentano di una riduzione media del 5,2 percento, ci si rende conto dell’importanza che rivestono i nostri comportamenti quotidiani e delle responsabilità che ognuno di noi ha il dovere di assumersi.
Questa è la dimostrazione che quella che abbiamo definito come "sussidiarietà nelle piccole scelte quotidiane" può essere una strategia vincente per combattere il cambiamento climatico e proteggere un bene pubblico primario come l’ambiente.