I cittadini segnalano le inefficienze della PA

Il civic auditing come pilastro della trasparenza nella PA

Un giudizio critico e per nulla positivo quello espresso dai cittadini sullo stato di salute della trasparenza nelle amministrazioni. Difatti sembra essere ancora “l’isola che non c’è”. Nel primo rapporto stilato da Cittadinanzattiva e dal Dipartimento della funzione pubblica si evidenzia quanto sia ancora difficile avere amministrazioni "chiare e limpide". Le criticità riguardano, non solo la comunicazione, spesso farraginosa, ma anche gli stessi servizi offerti dalle PA. L’iniziativa di Cittadinanzattiva rientra nell’ambito del Protocollo su trasparenza, sussidiarietà e valutazione (vd. allegato) siglato nel 29 con il Dipartimento della funzione pubblica, in cui è chiaro il ruolo del cittadino-valutatore della amministrazione.

Nel mirino delle segnalazioni: servizi e uffici pubblici

Se i conti pubblici sono ancora poco chiari e accessibili ai cittadini, per il semplice fatto che tuttora molti comuni non rendono disponibile il proprio bilancio sul web, è altrettanto vero che i servizi pubblici non sembrano godere di miglior fama presso i cittadini. Più che “torre di cristallo”, dal report emergerebbe una amministrazione chiusa in una “torre d’avorio”. Uffici e servizi pubblici sono nel mirino delle segnalazioni dei cittadini che lamentano una scarsa trasparenza.

L’opacità alberga in tre casi su quattro negli uffici della PA e anche i servizi pubblici locali non ottengono giudizi positivi: su 1 segnalazioni, nel 74 percento dei casi l’annebbiamento riguarderebbe gli stessi uffici pubblici mentre nel 26 percento dei casi la scarsa trasparenza colpirebbe i servizi. Nella PA i disservizi attengono per lo più alle tasche dei cittadini; ossia quasi la metà delle segnalazioni si riferisce alla contestazione di multe e all’invio di cartelle pazze del fisco; nei servizi locali, invece, a detenere il primato dell’opacità è la fase di determinazione delle tariffe e della riscossione dei tributi. Spesso si contestano, ad esempio, costi troppo elevati per servizi come quello idrico. A fronte di un aumento delle tariffe non si riscontra un miglioramento nella gestione dei servizi.

Teresa Petrangoli, segretario generale di Cittadinanzattiva, rimarca le problematiche dell’amministrazione pubblica, ponendo in risalto il ruolo del cittadino valutatore e della necessità del civic auditing e ricorda: “ben vengano i processi di progressiva trasparenza che, in questi mesi, hanno riguardato gli stipendi dei dipendenti pubblici (…) ma i veri ostacoli che i cittadini incontrano a contatto con le tante facce della PA, riguardano, in realtà, la trasparenza delle procedure e il rispetto delle regole. Un cittadino, per esempio, ha interesse a sapere che fine ha fatto la sua pratica, e considera inaccettabile gestire una cartella pazza senza ricevere informazioni chiare sulle modalità di ricorso.

Assicurare la trasparenza dei reclami, pubblicandoli su internet, come introdurre la valutazione civica dei risultati della PA, non potrà che aiutare a ridurre l’attuale divario che ancora separa i cittadini dalla burocrazia italiana”.

Di che trasparenza si parla

Nel documento si chiarisce che la trasparenza va considerata come un diritto del cittadino-consumatore. Se dinnanzi a settori liberalizzati la carenza di trasparenza può far si che il cittadino si orienti verso un altro soggetto gestore di quel servizio, nel caso, invece, della pubblica amministrazione questa scelta non è possibile e il cittadino si trova a soggiacere a quest’ultima. Per evitare la scissione tra cittadini e amministrazioni il giudizio dell’utente dovrebbe incidere di più sull’operato della stessa PA.

La trasparenza è strettamente connessa al diritto all’informazione, all’accesso ai servizi e al diritto di tutela. Un cittadino potrebbe essere, comprensibilmente, più interessato a capire le modalità di ricorso dinnanzi ad una cartella pazza del fisco anziché a vedere pubblicati sul web gli stipendi dei dirigenti pubblici. Per questo il primo punto su cui intervenire è l’informazione, quella più elementare. Come si evince dal rapporto, i dati emersi, potrebbero essere una sorta di "agenda delle cose da fare"; un punto da cui partire per modernizzare la PA.

Le aree "grigie" nella PA e nei servizi

Le opacità segnalate dai cittadini si concentrano sulla mancanza di informazioni riguardanti la gestione delle pratiche amministrative (24 percento), le multe e le questioni fiscali (23 percento), il welfare (13 percento), la sicurezza di case popolari e scuola (9 percento) e, infine, la giustizia (8 percento). I punti oscuri delle pratiche amministrative riguardano soprattutto l’autocertificazione che, nonostante sia prevista dalla normativa vigente, spesso viene rifiutata dalle amministrazioni in un caso su tre.

La mancanza di trasparenza nel settore del welfare, invece, è connessa alla difficoltà di reperire i moduli e le informazioni sui diversi bonus sociali, come social card e bonus elettrico. Nei servizi pubblici locali, invece, la carenza di trasparenza riguarda, per lo più, il servizio idrico integrato (31 percento), lo smaltimento dei rifiuti (26 percento), i tributi locali (24 percento), gli appalti (11 percento) e gli asili nido (8 percento).

Proposte di governance

Dopo aver tracciato la mappa dei settori su cui intervenire, Cittadinanzattiva propone un sistema di governo allargato che preveda una maggiore partecipazione dei cittadini. La PA va modernizzata in questa direzione. I punti su cui centrare l’attenzione sono principalmente:

– Assicurare la trasparenza totale dei reclami: ciò che è rilevante per il cittadino è il buon andamento del servizio, che l’amministrazione funzioni e funzionino i servizi offerti. Più dello stipendio del dirigente all’utente-cittadino importa dell’efficienza dell’azione amministrativa. Per questo un passo decisivo verso la modernizzazione della PA potrebbe essere la pubblicità delle proposte e dei reclami degli utenti. In base ai quali “stanare” le inefficienze con interventi ad hoc.

– Introdurre e rendere sistema la valutazione civica: sarebbe necessario introdurre la valutazione civica dei risultati della amministrazione. Esempi in tal senso si ritrovano nella sanità, in cui è previsto l’audit civico, basato su di una metodologia oggettiva, per cui non si parla di semplici pareri. A ciò bisognerebbe affiancare la presenza di rappresentanti di cittadini all’interno dei nuclei di valutazione dei dirigenti pubblici (previsti fin dal 1993) per regolare l’assegnazione dei premi di produzione.

– Per la PA una carta dei diritti e non solo dei doveri: accanto alla carta dei doveri che riguarda le persone delle amministrazioni sarebbe ora, anche, di occuparsi dei servizi predisponendo una carta dei diritti dei cittadini. Cittadinanzattiva suggerisce l’adozione dei principi della Carta europea della cittadinanza attiva.

– Attuare la nuova disciplina del controllo dei servizi pubblici locali: bisognerebbe, infine, dare effettiva attuazione all’articolo 2, comma 461, della legge finanziaria del 28 (legge 244 del 27 dicembre 27) che prevede un maggior coinvolgimento delle associazioni dei consumatori e degli utenti, nonché degli stessi cittadini nel controllo e nella determinazione degli standard dei servizi pubblici.

In conclusione, il civic auditing potrebbe essere il pilastro della “torre di cristallo”.



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