Il benessere e lo sviluppo non corrispondono al Pil

L\'importanza della partecipazione come fattore di sviluppo

Come si vive in Italia? La campagna “Sbilanciamoci!” cerca di rispondere a questa domanda attraverso un indice basato sulla consapevolezza che il benessere di un Paese o di una società non possa essere misurato attraverso parametri esclusivamente economici. L’equazione crescita economica uguale benessere è stata messa in discussione assieme alla convinzione che il Pil sia l’unico parametro di riferimento dello sviluppo: anche Labsus ha recentemente relazionato su un incontro tenuto alla Sapienza in cui si sosteneva proprio questa tesi. D’altronde, ha affermato Robert Kennedy, il Pil “misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta”.

In questo contesto si inserisce il lavoro della rivista economica “Sbilanciamoci.info” che, attraverso l’indicatore ‘Quars’, tenta di coniugare lo sviluppo economico delle regioni italiane al benessere ambientale e sociale. Alla vigilia delle elezioni regionali questo contributo svolge una doppia funzione: quello di essere strumento di valutazione del lavoro svolto e al contempo di programmazione per i futuri anni di governo.

I “quadri” della sussidiarietà: promossi e bocciati

Ecco dunque delle “pagelle” che consentono di valutare in modo semplice e immediato la situazione dei territori. “Raggiungono la sufficienza quelle regioni che ottengono un valore migliore o uguale alla media dei valori complessivi: il dato medio viene utilizzato come benchmark per poter valutare le regioni”. Per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini il voto migliore (7) spetta alla Lombardia, il peggiore (4,5) alla Calabria. Oltre la sufficienza Veneto, Toscana e Marche. Raggiungono il 6 Piemonte, Liguria, Umbria, Marche e Lazio, insufficienti invece Campania, Puglia e Basilicata.

I numeri però vanno interpretati. La “pagella” si limita infatti a fotografare la realtà esistente, le regioni che primeggiavano in passato partono avvantaggiate. Bisogna quindi rilevare le variazioni nel tempo per valutare correttamente cosa sia successo negli ultimi quattro anni: fra le variabili analizzate, ecco quelle in cui la partecipazione dei cittadini svolge un ruolo fondamentale.

La sussidiarietà nelle piccole scelte

La raccolta differenziata e la produzione di energia da fonti rinnovabili sono pratiche importantissime: Labsus ne ha parlato a proposito della sussidiarietà nelle piccole scelte quotidiane, risultante dall’adozione di comportamenti ecocompatibili anche da parte del singolo cittadino.

In generale entrambi gli indicatori mostrano segnali di miglioramento: la quota di raccolta differenziata è passata dal 22.7 percento del 24 al 27.4 percento del 27, un risultato positivo ma ancora troppo basso. Ottimi i risultati del Lazio e della Basilicata, con un aumento della raccolta differenziata di oltre il 4 percento, mentre per quanto riguarda l’energia prodotta da fonti rinnovabili “è eccezionale la performance della Puglia che, nel periodo considerato, ha più che raddoppiato la propria produzione di energia pulita”, affermano gli economisti.

Cultura e volontariato

“La presenza di luoghi di diffusione e di promozione della cultura e la partecipazione dei cittadini alle attività della società civile rappresentano fattori di qualità della vita di un territorio che troppo spesso vengono tralasciati negli approcci tradizionali”, questa la convinzione della rivista. Dal Nord al Sud del Paese i dati mostrano segnali positivi: in forte crescita il numero di biblioteche soprattutto in Liguria, Marche, Basilicata. La partecipazione da parte dei cittadini ad attività sociali viene definita “una dei fattori che più comunemente misurano il capitale sociale di un territorio, l’impegno civile e la presenza di valori condivisi”. Nel complesso i dati sulle attività di volontariato mostrano un aumento della partecipazione in quasi tutte le regioni: i valori più alti si registrano in Calabria, Basilicata, Lazio ed Emilia-Romagna.