Civicum fa i conti in tasca a Torino e Milano

Una buona prova di trasparenza per Milano e Torino. Lo rivela il report di Civicum

Civicum, dopo i rendiconti su Firenze e Napoli, di cui abbiamo già riferito sulle pagine di questa rivista, prende in esame altri due importanti comuni: Torino e Milano. Cominciando a scoperchiare il vaso di Pandora emergono luci ed ombre per le spese del comune torinese. Pur essendo, Torino, il comune che spende di più in welfare ed istruzione, con una buona gestione di immobili e servizi, resta, però, la città più indebitata. Milano, invece, sembra aver accumulato un tesoretto di circa 7 milioni di euro con tagli a spese e consulenze. Vediamo nel dettaglio i risultati del rapporto (vedi anche gli allegati per consultare lo studio integrale).

Torino ai raggi X, le entrate

Partiamo da Palazzo Civico. Il rendiconto è stato stilato in collaborazione con il Politecnico di Milano ed il titolo è di per sé esplicativo del motivo ispiratore: “Il bilancio per il cittadino” (vd. allegato). La modalità di analisi scelta si basa sulla suddivisione dei dati per politiche, media nazionale e servizi erogati in quattro aree: edilizia, parchi e verde, sport e ricreazione e cultura.
Le entrate di un comune sono costituite da: entrate tributarie (tasse), quelle dovute a trasferimenti da altri livelli di governo (Stato, Regioni) e quelle provenienti dai beni e servizi messi a disposizione dall’ente. Così si legge nelle prime righe dello studio Civicum.

Torino registra sotto la voce entrate correnti, i trasferimenti dallo Stato pari a 561 euro per abitante che risultano di poco inferiori alla media nazionale (591 euro per abitante), mentre amministra in modo soddisfacente beni e servizi con entrate extra-tributarie pari a 363 euro per abitante. E’ la quarta città per verbali procapite, sa far rendere i suoi immobili e servizi erogati ed è grazie a questi ultimi che le tasse non sono aumentate, ricorda Giovanni Azzone, docente di sistemi di controllo di gestione al Politecnico di Milano ed autore del report (nella foto Palazzo Civico sede dell’amministrazione torinese).

Le spese

Sotto la voce spese, invece, si legge che c’è stato un sensibile calo delle stesse con una riduzione di circa il 26 percento degli investimenti. La maggior parte delle spese viene destinata al settore sociale, all’istruzione, alla polizia locale e alla cultura. Palazzo Civico spende circa 38 euro per abitante nel settore dei servizi sociali più della media nazionale (244 euro). Ben il 7 percento della spesa è destinata ai servizi di assistenza e beneficenza, mentre il 16 percento è rivolto agli asili nido. Sotto il profilo dell’istruzione la spesa è nettamente superiore alla media del paese, basti pensare che la spesa procapite si aggira sui 29 euro per abitante. Ma è la scuola materna a ricevere il maggior numero di finanziamenti. Infatti Il comune spende 96 euro per abitante rispetto ai 45 nazionali. Più del doppio.

Gli investimenti, invece, sono inferiori alla media, solo 7 euro per abitante contro i 19 di media (sempre nel settore scolastico). Un altro settore che assorbe la maggior parte della spesa pubblica è quello della polizia locale, ben 111 euro per abitante rispetto alla media (71 euro); un dato, questo, superiore anche a comuni di dimensioni paragonabili e anche alle altre città del nord. Torino è la città che investe di più nel verde e nei parchi, con il 24 percento degli investimenti ed una spesa procapite pari a 38 euro (31 euro è la media nazionale). Anche per quanto riguarda la voce viabilità e musei il Comune presenta investimenti superiori alla media nazionale.

La macchina amministrativa torinese, infine, costa meno e nonostante ciò è la più efficiente dello stivale (assorbe il 21,5 percento della spesa che potrebbe essere ridotta ancora di più scendendo al 16 percento, allineandosi, cioè, alla best practice fino ad un risparmio di circa 69 milioni di euro); anche gli investimenti sono superiori alla media nel settore dell’auto-amministrazione (94 euro per abitante rispetto al dato medio di 73 euro per abitante).

La qualità e l’efficienza dei servizi torinesi

Civicum ha misurato anche la qualità ed il livello di efficienza dei servizi. L’analisi ha riguardato i settori: casa, cultura, sport, trasporti e viabilità, asili nido e ambiente. Si sono registrati dei sensibili miglioramenti rispetto all’anno scorso, soprattutto nel settore trasporti e viabilità con un incremento del numero delle fermate urbane (4 percento) e la produttività dei dipendenti (con un aumento del numero di passeggeri per dipendente di circa un terzo rispetto al biennio 26-27-Cfr. report Civicum-Politecnico). Mentre per l’ambiente l’unico dato rilevante è l’aumento della raccolta differenziata. Per quel che concerne il numero di impianti sportivi sono superiori rispetto a Comuni comparabili per dimensioni ma inferiori rispetto al dato nazionale. Leggeri margini di miglioramento nei settori: casa, con un’offerta edilizia superiore alla media (2 alloggi ogni mille residenti), cultura e asili nido per i quali l’offerta dei posti è cresciuta del 67 percento grazie, però, al contributo dei privati; le famiglie infatti, pagano rette salate.

Palazzo Marino risponde, alcuni dati

Il Comune di Milano presenta entrate extra-tributarie superiori al dato nazionale, 477 euro rispetto ai 324 per abitanti della media nazionale. Per le imposizioni fiscali, Palazzo Marino si allinea alla media nazionale che si attesta sui 442 euro per abitante. I trasferimenti dallo Stato ammontano a 53 euro per abitante inferiori alla media degli altri comuni (591 euro per abitante). Per le entrate in conto capitale dallo Stato (66 euro per abitante) Milano riceve molto di più rispetto alla media degli altri comuni e rispetto a Torino (nella foto Palazzo Marino sede dell’amministrazione milanese dal 1861).

Le spese

Le spese vanno distinte in spesa corrente e in investimenti. Sul versante spesa corrente Milano destina la maggior parte delle risorse al settore sociale, istruzione e polizia, come Torino, mentre gli investimenti sono indirizzati al settore dei trasporti e dell’ambiente. Come Torino, anche Milano spende più della media nazionale nel settore sociale (296 euro per abitante, meno di Torino ma più della media nazionale 244), che assorbe il 21 percento delle spese. Mentre il 12 percento della spesa è rivolta all’istruzione. Per quel che concerne i trasporti e la viabilità sono la prima voce negli investimenti anche se le spese sono inferiori al dato medio che si attesta sugli 82 euro per abitante contro i 64 di Milano. Lo smaltimento dei rifuti costa, poi, al comune 175 euro per abitante con investimenti nel settore territorio ed ambiente superiori alla media: 887 euro (contro i 78 di media).

Per quanto attiene ai costi dell’auto-amministrazione, Palazzo Marino fa registrare un livello di spesa di 356 euro per abitante, così assieme a Torino sono i comuni più efficienti. Se Milano riducesse la spesa per la macchina amministrativa dal 25 percento attuale al 16 percento, che rappresenta il dato di best practice, potrebbe accumulare un tesoretto di circa 293 milioni di euro, assicurano gli studiosi. Ma si tratta di una cifra davvero irrealistica da raggiungere.

La qualità e l’efficienza dei servizi milanesi

Come per Torino, anche per Milano Civicum ha passato al setaccio i servizi relativi a: ambiente, casa, cultura, sport, anziani, asili nido e sicurezza. Quali sono i risultati? Rispetto all’anno scorso, nel settore ambiente non ci sono significativi cambiamenti tranne che per l’ammontare degli investimenti (vedi sopra). Per quando riguarda, invece, l’offerta di alloggi in edilizia residenziale, i dati sono superiori agli altri comuni e di poco più alti anche rispetto a Torino con 22 alloggi ogni mille residenti. Un indicatore, questo, dell’efficienza della gestione del patrimonio immobiliare, si rimarca nello studio.
Il discorso fatto su Torino per i settori cultura e sport vale anche per Milano, che mostra grande attenzione per musei, pinacoteche e teatri ma presenta una certa penuria di impianti sportivi.

Cresce, poi, il numero di anziani assistiti a domicilio, mentre, nel settore infanzia e asili nido i dati restano invariati con un aumento dei posti offerti di circa mille, derivanti dalla costruzione di nuovi asili comunali, in appalto o in convenzione con i privati. Nel settore sicurezza si registra, poi, un aumento di sanzioni legate all’introduzione dell’ecopass nel 28.
Ricorda l’assessore al Bilancio, Beretta “dal 26 abbiamo recuperato 19 milioni su personale e centralizzazione delle spese. Solo per consulenze ed incarichi abbiamo tagliato le spese da 19 a 3 milioni. Dal 28 al 29 abbiamo già tagliato fra i 4 e i 5 milioni di spese correnti".

Il fil rouge della ricerca insiste sul controllo democratico della macchina amministrativa per ottenere conti sempre più chiari e trasparenti. Milano e Torino sembrano superare il test della trasparenza ma ancora molto si deve fare per raggiungere il livello di best practice nell’auto-amministrazione locale sotto il vigile controllo dei cittadini.



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