Partnership pubblico-privato contro la crisi?

La formula magica contro la crisi la recitano le imprese sociali

La quarta edizione del rapporto dell’osservatorio Isnet realizzato con la collaborazione dell’Aiccon, associazione italiana per la promozione della cultura della cooperazione e del non-profit istituita presso la facoltà di economia di Forlì, ci restituisce un quadro leggermente migliore rispetto allo scorso anno.

I dati, anticipati da Il sole 24 ore, rivelano che la percentuale delle imprese che siattendono una crescita passa dal 34,3 percento al 35,3 percento mentre quelle che si dichiarano in difficoltà scendono dal 26,5 percento al 23,3 percento. Nonostante questi numeri, in linea di massima positivi, le maggiori difficoltà afferiscono alle cooperative sociali di tipo B (1), vale a dire quelle finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Per questo motivo circa il 4 percento delle imprese in crisi lo scorso anno continuano a manifestare un trend negativo contro il 26 percento che si attende un miglioramento.

La possibilità, inoltre, di intrecciare rapporti e stabilire delle partnership con fondazioni piuttosto che con aziende for profit, resta un buon trampolino di lancio per la ripresa economica. I numeri confermano questa percezione positiva. Non è un caso che il 42,5 percento delle organizzazioni che hanno puntato sulle collaborazioni prevedano margini di crescita. A confermare questo trend è Paolo Venturi direttore Aiccon, “proprio in uno scenario come l’attuale, tuttavia si conferma decisiva la capacità di dare vita a nuove alleanze: l’avvio di partnership con soggetti pubblici e privati può rappresentare la carta vincente”. Se la formula vincente è la partnership pubblico-privato contro la crisi, secondo Venturi, allora, “sarà interessante soprattutto monitorare come evolveranno le collaborazioni con la pubblica amministrazione, che rimangono a tutt’oggi preponderanti sul totale delle attività”.

(1) Secondo la legge sulle cooperative sociali (legge 391 dell’8 novembre del 1991) le cooperative possono essere distinte in due tipi: A e B. Nel primo caso le cooperative si occupano esclusivamente della gestione di servizi socio-sanitari ed educativi; mentre nel secondo si tratta dello svolgimento di attività diverse – agricole, industriali, commerciali o di servizi – finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.