Un esempio simbolico e concreto di cura civica dei beni comuni

Oltre 1.500 gruppi di " volontari dell'ambiente " organizzano l'iniziativa a livello locale.

E’ forse il più grande evento – addirittura mondiale – di cura di un bene comune, l’ambiente. O, più propriamente, la sua salvaguardia. Bene comune che, mai come oggi, è al centro del dibattito sul futuro dell’umanità e, mai come oggi, è messo in pericolo dall’attività dell’umanità stessa. Meglio: la parte più ricca e vorace di essa.

Un evento simbolico, fatto però di tante azioni concrete, che coniuga in modo efficace un carattere global (coinvolge centinaia di paesi e più di 35 milioni di persone nel mondo) a una dimensione local (possono dare la loro adesione, con progetti o micro-progetti modellati sulle esigenze del territorio, le amministrazioni comunali, le associazioni, i comitati di quartiere ma anche i singoli cittadini). Parliamo di Clean up the world, più conosciuto in Italia come Puliamo il mondo. L’iniziativa nata a Sidney nel 1989 e “importata” in Italia da Legambiente nel 1993.

I soggetti coinvolti
Certo non si può parlare di sussidiarietà orizzontale ma Puliamo il mondo è un chiaro esempio di partecipazione attiva dei cittadini alla cura dei beni comuni e di collaborazione tra società civile e istituzioni pubbliche nazionali e locali. Queste ultime, soprattutto le più “piccole”, sono in prima fila nel mettere a punto iniziative di recupero ambientale di porzioni del proprio territorio. Sempre più numerose sono poi le scuole coinvolte. Le associazioni, anche quelle di matrice non strettamente ambientalista. La televisione di Stato, che fin dal 1995 “copre” l’iniziativa e la promuove con uno spot di sensibilizzazione. I ministeri dell’Ambiente e dell’Istruzione, che offrono il loro patrocinio, così come la rappresentanza in Italia della Commissione europea. L’Unione provincie italiane, Federparchi, l’Unione nazionale dei comuni montani. Le Nazioni unite, con il Programma per l’ambiente. Ma i veri protagonisti, come sempre, restano loro: i cittadini attivi che si muniranno di guanti e rastrelli. E della volontà di “fare qualcosa”.

Le iniziative
Tra gli appuntamenti seguiti dalla trasmissione Ambiente Italia di Rai3 c’è quello al porto di Acciaroli, nel comune di Pollica, dove domenica 26 settembre amici, amministratori e personaggi del mondo della cultura ricorderanno la figura di Angelo Vassallo, un bravo amministratore e soprattutto un amico di Legambiente e Puliamo il mondo.

Importante anche l’evento di Torino (sempre domenica), dove – insieme al sindaco Chiamparino, a Don Luigi Ciotti presidente di Libera e all’associazione Terra del fuoco che da anni lavora con i rom – i volontari di Legambiente saranno impegnati in un’importante opera di bonifica presso uno dei campi della città.

A Roma segnaliamo l’iniziativa promossa dal Progetto mediazione sociale all’Esquilino, rione multietnico della capitale nel quale integrazione e convivenza pacifica sono realtà da sempre. Il 24 settembre verrà organizzata una giornata di pulizia nelle vie adiacenti al mercato coinvolgendo scuole, cittadini, associazioni e commercianti (la foto si riferisce all’edizione dello scorso anno).

Mai più shopper
Obiettivo collegato all’edizione di quest’anno è la messa al bando dei sacchetti di plastica. Secondo il dossier presentato da Legambiente a supporto dell’iniziativa Mettici la firma!, all’Italia va la maglia nera europea per il consumo di shopper: 3 all’anno per cittadino. Il Governo italiano ha imposto il divieto di distribuire e commercializzare i sacchetti di plastica con l’approvazione della Finanziaria 27 ma il termine è stato poi prorogato al 21 è successivamente al 211. Il rischio è che entro gennaio intervenga l’ennesima proroga. Le firme raccolte contro l’”inquinamento bianco” saranno perciò consegnate al ministro dell’Ambiente.