L’utilizzo delle tecnologie a sostegno della partecipazione dei cittadini alla vita delle istituzioni è un campo ancora poco sviluppato, ma sul quale negli ultimi anni è fortemente cresciuto l’interesse della pubblica amministrazione.
L’introduzione di nuove forme di coinvolgimento dei cittadini è, infatti, un importante elemento del processo di ammodernamento delle istituzioni democratiche e di inclusione sociale e, certamente, non può fare a meno delle enormi potenzialità garantite dalla rete. Fino a qualche tempo fa questo processo è stato sostenuto nel nostro paese dagli sforzi, isolati a dir la verità, di alcune amministrazioni locali e di associazioni di cittadini. Oggi, invece, la promozione dell’e-democracy è un elemento fondamentale delle politiche nazionali soprattutto nell’ambito e-government sostenuto dall’Unione europea.
È in questa cornice che è nata la collaborazione tra l’Umbria e i Paesi baschi per favorire lo scambio di esperienze e l’individuazione di interventi comuni a favore della partecipazione dei cittadini. L’occasione è stata data dall’assemblea plenaria della conferenza delle assemblee legislative regionali europee che si è tenuta a Trento nei giorni scorsi. Nel corso dei lavori la presidente basca Arantza Quiroga Cia, che coordina il gruppo di lavoro europeo sulla e-democracy, ha valorizzato l’esperienza della regione italiana evidenziando i buoni risultati raggiunti, ma ha anche messo in evidenza la necessità di migliorare e incentivare ulteriormente a livello europeo la partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica attraverso internet. Da qui la proposta, accolta dall’assemblea plenaria, di prolungare di un altro anno l’attività del gruppo al fine di condurre tutte le regioni sulle stesso standard qualitativo.
Entusiasta naturalmente il commento del presidente della regione Umbria: “”Le nuove tecnologie – ha spiegato Eros Brega – ci offrono gli strumenti, i mezzi più rapidi per raggiungere tutti i cittadini, specie i più giovani. Tuttavia, dall’analisi delle esperienze di e-democracy delle diverse assemblee legislative, emerge che il processo di interazione non è ancora pienamente compiuto. Se vogliamo essere credibili, al passo con i tempi, e se vogliamo avvicinare i giovani alle nostre istituzioni dobbiamo parlare il loro stesso linguaggio, usare i loro stessi strumenti a partire dalla rete”.
Le istituzioni sono, quindi, chiamate non solo a rispondere alle sfide dell’efficienza amministrativa, ma anche a quelle generate dalla crisi dei tradizionali canali di mediazione tra cittadino e amministrazione. La rivoluzione tecnologica ha profondamente cambiato la nostra società, la rete permette di colmare le distanze, di essere in più “luoghi” contemporaneamente, dà voce a tutti coloro che vogliono esprimere le proprie opinioni abbattendo le barriere del mondo reale.
Tutto ciò avviene in coincidenza con l’affermarsi di una nuova dimensione del governo democratico, la governance, che prevede l’intensificarsi delle relazioni, di confronto e cooperazione, fra attori pubblici e privati. Sotto questo profilo l’e-democracy è una grande opportunità, uno strumento di partecipazione senza precedenti che apre la via verso un nuovo modo di essere cittadini: la cittadinanza digitale.